Il fatto di essere direttore della Casa Mamre, un centro della diocesi di Vicenza per l’educazione all’amore e all’affettività e di consulenza familiare, connota l’autore – teologo e presbitero – di una fine sensibilità per il vissuto delle persone, specialmente le più fragili e quelle ferite dalla vita.
Il volume intende presentare le beatitudini non come “oppio” per tener buone le persone nell’aldiquà in vista del premio da ottenere nell’aldilà – prospettiva predominante nel passato e comprimente le persone in una distorta spiritualità di subordinazione, passività e remissività, come fa notare Lidia Maggi nell’introduzione (pp. 7-10).
Borsato presenta le beatitudini come proposte liberanti e annunci di felicità possibile a chi accoglie Gesù nella sua vita. È lui la beatitudine in persona e il primo a viverle in pienezza. Il vangelo, infatti, viene incontro all’aspirazione alla felicità che caratterizza l’uomo di sempre. Un’etica della felicità non porta all’edonismo, perché l’insieme della proposta di Gesù è impostata sul dono di sé, vera modalità di autorealizzazione che non cade nell’edonismo e nel narcisismo, imperante ai nostri giorni. L’autore illustra le beatitudini, spiegandone i termini in una giusta prospettiva evangelica e attualizzandone la proposta per il vissuto personale e familiare.
È positivo il fatto di sentirsi amati da un Dio misericordioso e mite, che induce le persone a non cedere all’auto-colpevolizzazione, ma all’accettazione di sé – anche nella “voglia di tenerezza”, antidoto all’aggressività montante oggigiorno.
Dio non è neutrale, afferma giustamente Borsato alla luce dell’intera attestazione biblica. La beatitudine si accende per il fatto che Gesù è venuto inaugurare il regno di Dio e la sua azione tocca di preferenza coloro che più hanno bisogno in ragione della loro povertà (di ogni tipo) e della loro fragilità. Questo senza trascurare nessuno. Anche l’impegno per la giustizia (quella umana come primo gradino di quella divina, di altra qualità) fa parte integrante della fede.
L’ultima parte del volume è dedicata con arguzia all’umorismo di Gesù (pp. 87-100), illustrato con svariati episodi evangelici e parole da lui pronunciate. Il suo umorismo invita a non prendersi troppo sul serio e a saper vedere la gratuità che ci circonda come grazia immeritata. L’umorismo nasce dal senso di imperfezione e facilita di molto la vita. Anche papa Francesco non cessa di ricordarlo nei suoi pronunciamenti.
Prima di una bibliografia essenziale (p. 113), l’ultimo capitolo è dedicato all’intuito pedagogico di Gesù. Aperto a imparare da tutti, Gesù spinge i discepoli a pensare, ad avere il coraggio di incontrare se stessi e a lasciarsi trasformare dagli incontri con altre persone.
Due conclusione aperte – incentrate sul non giudicare – concludono l’opera di Borsato, molto utile per percorsi biblico-psicologici per coppie e gruppi che vogliano sfruttare il testo evangelico – ben interpretato – per essere “felici” nel profondo. È quel che Gesù vuole dai suoi discepoli e da tutti gli uomini.
Battista Borsato, Il coraggio di essere felici. Beatitudini per il nostro tempo. Prefazione di Lidia Maggi (Fede e annuncio. Ricerche di Teologia pastorale s.n.), EDB, Bologna 2018, pp. 120, € 10,00. 9788810203941