Sposato, con tre figli, dopo aver insegnato a Wuppertal (1993-2008), Söding (nato nel 1956) è docente (e attualmente decano) di esegesi del Nuovo Testamento nella Facoltà cattolica di teologia a Bochum, nella regione della Ruhr, nel Land Nord-Reno Westfalia.
Il volume è una versione abbreviata di un manuale universitario pensato per introdurre passo passo lo studente nel campo dell’esegesi biblica e preparare un contributo a un corso seminariale. Egli si attiene strettamente agli strumenti del metodo-storico che prevedono una serie di passaggi ben precisi: critica testuale, analisi della situazione, del contesto, della forma, dei generi letterari, della tradizione, della redazione, analisi fattuale e, infine, analisi dei motivi. Per ognuno di questi passaggi vengono forniti vari esempi di analisi di testi biblici (pp. 28-139).
Seguono poi i momenti dell’interpretazione e della ricostruzione.
Ben consapevoli delle proprie precomprensioni, lo scopo dell’esegesi è la spiegazione dei testi versetto per versetto e per sequenza degli enunciati fondamentali che, alla fine, vengono raccolti insieme a formarne un tutt’uno. Occorre spiegare e interpretare.
Spiegare è «ricostruire l’enunciato di un testo sulla base dei presupposti storici, perché, nelle condizioni in cui è nato e nel linguaggio del suo tempo esso afferma esattamente ciò che afferma» (p. 145).
«Se la spiegazione cerca di illuminare il significato di un testo a partire dal suo orizzonte storico, la comprensione parte dall’orizzonte teologico: che cosa dicono gli scritti neotestamentari – sullo sfondo dell’“Antico Testamento” – dell’opera salvifica di Dio per mezzo di Gesù Cristo e, in connessione con questo, che cosa fanno capire del mondo e degli uomini, della storia e del compimento escatologico, del peccato e del perdono, della fede, della speranza e della carità?» (p. 146).
Importante è capire l’intenzione dell’autore nel comporre il suo testo, ricostruire l’«autore implicito», le sue nozioni ed esperienze di base, la concezione che ha di sé, il rapporto tra l’autore e i destinatari, l’impostazione generale e particolare, le tradizioni e i motivi che riprende, i temi sviluppati in altri suoi testi.
Sulla stessa linea è importante decifrare il «lettore implicito», la situazione generale in cui si trovano i destinatari, i problemi comunitari che hanno portato alla redazione del testo da parte dell’autore.
Circa il significato del testo, è necessario chiedersi il potenziale di significato dei motivi principali e delle tradizioni raccolte nel testo, quali sono i principali e quali i secondari, il rapporto tra il tema, il contenuto e la forma del testo, la storia degli effetti e della comprensione ecclesiale.
Occorre tener presente, inoltre, la storia della teologia e l’esegesi canonica.
Se un lavoro seminariale termina con l’analisi che raggiunge l’interpretazione, il lavoro esegetico prosegue e lo amplia in due direzioni. «La prima classifica un testo o un enunciato neotestamentario in base a criteri storici teologici. La seconda ne determina la collocazione all’interno del canone neotestamentario» (p. 152).
Si tratta dell’esegesi storico-teologica e storico-religiosa. Il testo del NT è compreso nella storia teologica del cristianesimo primitivo, sullo sfondo dell’AT, nell’ambito del giudaismo del tempo, in rapporto all’ellenismo greco-romano. «Obiettivo della collocazione storica teologica e religiosa nel quadro dell’interpretazione è di spiegare e comprendere gli scritti e le teologie neotestamentarie sulla base, da una parte, dei contesti di tradizione in cui hanno origine, dall’altra, dal raffronto con altri testi e concezioni» (p. 153).
«Obiettivo dell’esegesi canonica è di comprendere un tema specifico o un intero libro come parte del Nuovo Testamento che, insieme all’Antico Testamento forma a sua volta la sacra Scrittura dei cristiani» (p. 155). Il luogo viene determinato da una parte sul piano del testo finale neotestamentario e, dall’altra, viene interpretato come testimonianza dell’evento Cristo. L’esegesi canonica interpreta la poliedricità letteraria, la stratificazione storica, la molteplicità teologica del NT non in modo riduzionistico, ma interpretandole come aspetti della sua unità.
Nell’interpretazione esegetica teologica ci si domanda quali aspetti dell’azione salvifica di Dio in Gesù Cristo siano in primo piano, quali vengano oscurati e per quale motivo, quali conseguenze ne derivano per la comprensione generale della teologia in esame.
Per quanto riguarda la ricostruzione, occorre tener presente che il NT ruota attorno all’evento storico centrale dell’incarnazione, dell’operato, della morte e della risurrezione di Gesù Cristo.
Gli Atti descrivono la storia dell’annuncio evangelico nel cristianesimo primitivo; le lettere apostoliche sono la reazione alle storie di fede delle prime comunità cristiane.
Le domande di ricostruzione hanno un taglio storico: «che cosa si può affermare dell’operato storico e della passione e morte di Gesù? quale è la dimensione storica del mistero pasquale? Come si è svolta la storia del cristianesimo primitivo?» (p. 160).
Per rispondere a tali domande, è necessario servirsi della critica delle fonti, ponendosi alla ricerca di Gesù, rinunciando però a voler giungere a tutti i costi agli ipsissima verba e agli ipsissima facta di Gesù.
Vanno tenuti presenti, invece, i dati salienti della biografia di Gesù, i rapporti significativi di Gesù con i suoi discepoli, con la famiglia e con Giovanni Battista, la azioni caratteristiche che si sono fissate nella memoria (guarigioni, esorcismi, parabole, beatitudini, segni caratteristici come, per esempio, l’ultima Cena di Gesù).
Vanno tenuti presenti, inoltre, i conflitti che Gesù ha avuto con i sadducei e con i farisei, ai quali comunque era maggiormente legato.
Sono decisive, infine, le circostanze della passione di Gesù, le cause e i motivi della sua condanna, e l’atteggiamento con cui egli ha affrontato la morte.
«Gli enunciati teologici di Gesù sono allora da inquadrare in questa rete di dati e di linee storiche: ipsissima verba et ipsissima facta, nella misura in cui possono essere indagati, ma soprattutto il messaggio fondamentale e i temi importanti e le intenzioni della predicazione di Gesù in parole e opere» (p. 167).
Per giungere alle informazioni sull’operato storico di Gesù sulla base dei testi evangelici, sono da tener presenti, oltre ciò che è già stato ricordato, sette criteri investigativi molto utili, anche se non esenti da elementi più o meno problematici: criterio della testimonianza molteplice; criterio della sconvenienza (da altri chiamato “dell’imbarazzo”); criterio dell’età; criterio della fede pasquale; criterio del collegamento storico; criterio della peculiarità; criterio del coerenza.
La bibliografia sui metodi esegetici (pp. 175-176) e l’indice dei passi neotestamentari trattati più o meno estesamente (pp. 177-179) chiudono questo volume tecnico, di studio, raccomandato a tutti gli studenti di teologia e agli appassionati di un approccio tecnico e scientifico al testo del Nuovo Testamento.
Thomas Söding – Christian Münch, Breve metodologia del Nuovo Testamento (Studi biblici 193), Paideia, Torino 2018, pp. 184, € 18,00.