Vincenzo Lopasso è presbitero, docente ordinario di sacra Scrittura presso l’Istituto teologico calabro di Catanzaro e professore invitato presso lo Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme.
L’opera è la seconda edizione, aggiornata, del volume edito, per la prima volta, nel 2013. Si offre come guida preziosa per inquadrare il racconto biblico nelle sue coordinate storico-geografiche, alla scoperta delle origini di Israele: dal patto di Alleanza con Dio, attraverso episodi salienti come la schiavitù in Egitto, l’insediamento in Canaan, l’epoca dei grandi re, la distruzione di Gerusalemme e l’esilio a Babilonia, fino alla dominazione romana e al suo epilogo, alle radici della diaspora che ha segnato la storia del «Popolo eletto» fino al Novecento.
Il volume non si limita a una semplice successione dei fatti: ogni capitolo inizia con l’esposizione dei libri del Testo Sacro in cui sono narrati, proponendo poi un confronto con le fonti extra-bibliche e i risultati delle ricerche storico-archeologiche.
La terra di Israele dai patriarchi all’esilio
Dopo la Prefazione di Massimo Pazzini (pp. 11-14), Lopasso presenta in modo sintetico La terra della Bibbia (pp. 15-20). È la geografia fisica, indispensabile per comprendere il terreno su cui si colloca il racconto biblico nelle due ante di AT e NT.
L’autore illustra, quindi, le fonti e il metodo. Pur consapevole della natura particolare dei testi biblici – la loro elaborazione soprattutto esilica e postesilica di tradizioni antecedenti –, l’autore li segue con metodo tradizionale per ricostruire la storia di Israele nei suoi tratti principali.
Al periodo dei patriarchi (Abramo, Isacco e Giacobbe), con la presentazione dei dati dell’archeologia e della teoria di A. Alt sulla religione dei patriarchi (pp. 21-26), segue la presentazione del soggiorno di Israele in Egitto, l’oppressione, l’esodo (pp. 27-36).
Trova qui posto la sintesi circa la storia di Giuseppe, il soggiorno degli Ebrei in Egitto, gli Hyksos, l’oppressione e una riflessione sul valore del testo biblico per la storia di Giuseppe e per l’oppressione.
Segue la presentazione di Mosè e l’esodo, il racconto del Mare dei Giunchi, la datazione dell’esodo e la stele di Mernepta (1223-1211 a.C.), successore di Ramses II, databile al 1220 a.C. circa.
Altri studiosi sono propensi a identificare l’Israele della stele con un gruppo tribale che non era stato in Egitto e che, a motivo di determinati legami, avrebbe fatto corpo con il gruppo che aveva lasciato l’Egitto con Mosè e che stava per insediarsi nel territorio.
Quale che sia il valore della documentazione epigrafica e archeologica, in genere, si ritiene che l’esodo di Mosè abbia avuto luogo negli ultimi due decenni del XIII secolo a.C., sotto il faraone Mernepta.
Dopo l’uscita dall’Egitto, il popolo deve affrontare il deserto e arriva al Sinai.
Circa la conquista di Canaan (pp. 37-44), si presentano le fonti, la figura e l’opera di Giosuè, le versioni della conquista (totale e o parziale, da sud e da est), la spartizione del paese. Si valuta l’apporto dell’archeologia e le ipotesi sull’insediamento in Canaan.
Il periodo dei Giudici (pp. 45-50) che precede l’instaurazione della monarchia, è riassunto nella presentazione dei Giudici, del loro ambiente e della presenza dei filistei. Sono descritti i tentativi di instaurazione della monarchia: Gedeone, Abimelech, le tribù transgiordaniche, la storia di Sansone. Si conclude con una valutazione storica del testo biblico.
Col profeta Samuele viene instaurata la monarchia con il regno di Saul (pp. 51-54). Come sempre si annota l’apporto dell’archeologia e si valuta la validità storica del testo biblico.
Per il regno di Davide (pp. 55-64) si indicano le fonti, si esamina il rapporto fra Saul e Davide e quello fra Is-Bàal e Abner. Si illustra la situazione di Gerusalemme, la liberazione dei territori, la politica espansionistica, l’organizzazione interna, l’amministrazione dello stato, le rivolte e la grandezza di Davide. Si valutano gli apporti dell’archeologia e la validità storica dei testi (anche quelli extra-biblici).
Circa il regno di Salomone (pp. 65-68) si descrivono le fonti, la conformazione del regno, la politica, il culto, la sapienza di Salomone e la crisi, l’apporto dell’archeologia.
Lo scisma di Sichem (pp. 69-72) vede lo scisma politico, le figure di Roboamo e Geroboamo e la rottura cultuale. Si illustrano alcuni testi extra-biblici.
Il regno di Giuda e il regno di Israele fino alla distruzione di Samaria (pp. 73-94) sono ricostruiti a partire dalle fonti e presentano molte figure, eventi e testimonianze archeologiche importanti: da Geroboamo a Zimri, Omri (876-869 ca. a.C.), Acab (869-850 a.C.), l’iscrizione di Salmanassar III, la stele di Mesha, il profeta Elia, Atalia – la regina madre –, le alleanze tra Israele e Giuda, il profeta Eliseo, Giosafat (873-849 a.C.), Ieu (842-815 a.C.), la stele di Dan, Ioas (837-800 a.C.) e Amazia (796-781 a.C.) in Giuda, Geroboamo II (786-746 a.C.), i profeti Amos e Osea, Ozia e suo figlio Iotam in Giuda, Tiglat-Pileser III (744-727 a.C.), la coalizione siro-efraimita (e non la «guerra siroefraimita» come spesso si dice) e l’intervento dell’Assiria.
La descrizione della fine di Israele precede la valutazione della validità storica del testo biblico, la presentazione di testi extra-biblici e dell’apporto dell’archeologia.
Lopasso descrive, quindi, le vicende del regno di Giuda fino alla distruzione di Gerusalemme (pp. 95-108). Dopo la menzione delle fonti, si illustrano varie figure ed eventi di questo periodo cruciale: Acaz (735-715 a.C.), Ezechia (715-687 a.C.), Isaia e gli Assiri, Manasse (687-642 a.C.), Giosia (640-609 a.C.) e la riforma religiosa, la morte di Giosia, gli ultimi anni di Giuda, la catastrofe e la fuga in Egitto. Si valutano i testi biblici, l’apporto dell’archeologia e dei testi extra-biblici.
Dall’esilio a Bar Kokhbà
Per il periodo dell’esilio (pp. 109-114), dalle fonti si ricostruisce la politica babilonese, le condizioni degli esiliati, gli esiliati e il re Ioiachin, la popolazione rimasta nel paese, Ezechiele e il Secondo Isaia. Si illustrano i testi extra-biblici e l’apporto dell’archeologia.
Il periodo persiano (pp. 115-126) vede vari eventi, personaggi e problemi cronologici: il ritorno, Sesbassar e Zorobabele, i samaritani, la comunità dei rimpatriati e il problema cronologico di Neemia ed Esdra. Si descrive la prima missione di Neemia, la seconda missione di Neemia, la missione di Esdra, la sua opera religiosa, il rapporto tra Esdra e il Pentateuco, i documenti extra-biblici e l’apporto dell’archeologia.
Il periodo ellenistico (pp. 127-142) vede la trattazione dell’epoca di Alessandro Magno, i Tolomei, i Seleucidi, Antioco IV Epifane (175-164 a.C.), la rivolta dei fratelli Maccabei, Giuda, la lotta per l’indipendenza politica, Gionata, Simone, Giovanni Ircano, Aristobulo (104-103 a.C.), Alessandro Ianneo (103-76 a.C.), Salome Alessandra (76-67 a.C.) e Aristobulo II (67-63 a.C.). Si illustrano i testi extra-biblici e l’apporto dell’archeologia.
Il periodo romano fino a Bar Kokhbà (pp. 143-156) contempla come fonti gli ultimi libri dell’AT e i testi del NT (oltre ai testi extra-biblici). Vengono descritti la fine della dinastia asmonea, Erode il Grande, i successori di Erode, Archelao, Erode Antipa, Filippo, la Giudea dal 6 al 41 d.C., Agrippa I, Agrippa II, la Giudea dal 41 al 66 d.C., la prima rivolta giudaica (66-70 d.C.), il periodo dal 70 al 132 d.C. Si accenna all’apporto dell’archeologia.
Conclude il volume una Bibliografia essenziale (157-158).
L’opera è una sintesi utile in modo particolare a quanti si avvicinano per la prima volta all’Antico Testamento, e desiderano uno strumento che li aiuti a superare le prime difficoltà poste dalla datazione e dalla natura dei testi biblici.
Vincenzo Lopasso, Breve storia di Israele. Da Abramo alle origini della diaspora, Edizioni Terra Santa, Milano 2024, pp. 160, € 15,00, ISBN 9791254713167.