Di Geo Widengren (1907-1996), iranista e tra i massimi storici delle fedi, professore a Uppsala, dal 1960 presidente dell’Associazione internazionale di storia delle religioni, ritorna disponibile un’opera che segna un punto di svolta negli studi contemporanei. S’intitola Fenomenologia della religione (EDB, Bologna, pp. 960, euro 45).
Uscito nel 1969 presso il prestigioso editore berlinese Walter de Gruyter, questo libro, che nella traduzione italiana ha una prefazione di Giovanni Filoramo, riesce a fondere i risultati delle più avanzate indagini dedicate – per fare degli esempi – a «religione e magia» o a «tabù e sacralità». Tra l’altro, in esso vi è un capitolo sulla «fede nel Dio supremo» che ne mette in luce la costruzione nelle religioni che l’hanno adottato; anzi, da questa concezione per Widengren scaturiscono panteismo, politeismo e monoteismo, ma anche le credenze del genere dualistico.
Filoramo nella prefazione nota che «l’opera di Widengren costituisce un invito a un confronto, tanto serrato quanto non superficiale, consapevole cioè che ogni religione è portatrice di proprie specificità e di una ricchezza di temi e problemi che coincide con la sua stessa storia». L’analisi fenomenologica, in sostanza, consente di osservare la fede oltre quello che la stessa storia permette, svelando i meccanismi di un bisogno nato con l’uomo.
Nel grande affresco che è offerto al lettore, vengono passati al setaccio anche gli “Esseri maligni” e il male, il ruolo del mito nella pratica della fede, l’importanza del rito. È inoltre il caso di ricordare che in molte correnti religiose la liturgia è considerata più importante del dogma. L’analisi prosegue con la pratica della confessione (e della relativa penitenza), ben presente anche nelle religioni non cristiane; esamina il valore del sacrificio, il culto dei santi. E quest’ultimo è legato ai temi della morte e della sepoltura.
Widengren osserva, tra le molte altre questioni, quelle riguardanti l’apocalittica, già presente nel mondo egizio, oltre che in quello indo-iranico e greco; studia la mistica (oltre la cristiana si sofferma sull’islamica e sull’indiana); tratta il fondamentale tema della rivelazione. Giunti a questo punto ci si accorge che da esso dipende la Scrittura ispirata, la formazione dei canoni, le gerarchie che si creano nelle religioni. Eccetera aggiungiamo. Ricordando anche quello che scrisse George Bernard Shaw nella prefazione alle Commedie piacevoli: «C’è una sola religione, benché ne esistano un centinaio di versioni».
Geo Widengren, Fenomenologia della religione, prefazione all’edizione italiana di Giovanni Filoramo, collana «Reprint», EDB, Bologna 2020, 960 pp., 45,00 euro. Recensione apparsa su Il Sole 24 Ore (online), il 9 aprile 2020.