Nel volume In un mondo non-necessario. Scienze della natura, filosofia, teologia a confronto sulla nozione di “contingenza” l’autrice Manuela Riondato – collaboratrice apostolica della diocesi di Padova, laurea in astronomia, licenza in teologia pastorale e dottorato in teologia – tocca il tema della contingenza all’interno di un ricco e approfondito campo multidisciplinare che comprende scienze della natura (soprattutto fisica, cosmologia e biologia), filosofia e teologia.
Come afferma Sergio Rondinara nella prefazione al testo, si tratta di «un’operazione culturale che si pone in controcorrente alla tendenza dominante – spesse volte inconscia – di avallare l’attuale frammentazione del sapere».
Se il consapevole riconoscimento da parte degli scienziati degli inevitabili limiti della scienza moderna conduce, come inesorabile conseguenza logica, a riconoscere l’esistenza di un “aldilà” della scienza stessa, la teologia, d’altra parte, dalla svolta del concilio Vaticano II in poi e in modo particolare con il magistero di papa Giovanni Paolo II, si è orientata in senso dialogico nei confronti delle scienze della natura. «Si sta facendo largo così la convinzione che scienza e teologia siano due saperi diversi, ma egualmente legittimi e tra loro incommensurabili, due diversi modi di comprendere il reale, entrambi necessari per esplorarne la complessità» spiega Rondinara.
In questo magmatico contesto culturale, Manuela Riondato indaga un’idea che negli ultimi decenni ha attirato l’attenzione dei fisici e dei biologi e ha provocato anche la teologia ad un ripensamento del proprio modo di guardare al mondo come “creazione”: il concetto di “contingenza”, nelle implicazioni del suo utilizzo nel campo delle scienze naturali e della filosofia e nella centralità che esso assume nel discorso teologico quando affronta la questione della libertà di Dio e delle sue creature.
Molti degli snodi che caratterizzano l’evoluzione dell’universo e della vita stessa, fino all’emergere dell’uomo sulla Terra, sono caratterizzati da una forte contingenza storica che ne determina lo sviluppo successivo. Il mondo stesso in cui viviamo sottostà a dinamiche contingenti e non prevedibili, pur all’interno di regolarità comprensibili e codificabili, che possono portare anche a vicoli ciechi e fallimenti, soprattutto se ci si pone nella prospettiva teologica di considerare l’uomo come vertice della creazione.
Come pensare Dio Creatore di un mondo che è “cosa buona” di fronte a un universo che può essere pensato come auto-sussistente e non finalizzato a un particolare tipo di sviluppo? Come può Dio agire all’interno di un mondo la cui storia è determinata da regolarità ed eventi contingenti?
Nella rilettura di alcuni elementi della teologia della creazione a partire proprio dalla contingenza, questo concetto si presenta «come punto di partenza efficace e fecondo per parlare in modo nuovo di una creazione libera e compartecipe del suo sviluppo – scrive l’autrice – pur mantenendo una dipendenza originaria ed essenziale con il Creatore, il quale si mette costantemente in relazione con le sue creature conferendo senso al mondo e alla storia».
Manuela Riondato, In un mondo non-necessario. Scienze naturali, filosofia, teologia a confronto sulla nozione di “contingenza”, coll. Sophia. Episteme – Dissertazioni 29, Ed. Messaggero – Facoltà Teologica Triveneto, Padova 2021, pp. 338, € 28,00, ISBN: 978-88-250-5323-4