Calato il sipario sulla GMG di Panama (e già partita la preparazione per la prossima del 2022 a Lisbona), continua l’impegno «feriale» della pastorale giovanile «per» i giovani, ma soprattutto «con» i giovani. Un compito che può contare sui sentieri tracciati dal Documento finale del Sinodo di ottobre e sui materiali forniti dalle tappe di «avvicinamento».
Certamente più conosciuto il Documento, forse meno tutto il resto, peraltro davvero fonte per una miniera di riflessioni. Un motivo in più per accogliere come un ausilio prezioso il testo in uscita dall’editrice Àncora in collaborazione con la rivista Civiltà Cattolica che contiene «tutti», nessuno escluso, i documenti del Sinodo dedicato ai giovani mettendone in risalto il percorso, «ricco e complesso», come lo definisce il curatore padre Antonio Spadaro.
Ben evidenziate le tappe fondamentali: dalla Lettera ai giovani alla presentazione del Documento preparatorio del 13 gennaio 2017, il Documento (con allegato questionario), l’incontro internazionale con i responsabili della pastorale giovanile dal 5 al 9 aprile 2017, il seminario internazionale sulla condizione giovanile (11-15 settembre 2017), la riunione pre-sinodale dal 19 al 24 marzo 2018 con la partecipazione di 315 ragazzi e ragazze in rappresentanza dei 5 continenti, la Veglia di preghiera in preparazione alla 32ª Giornata mondiale della gioventù l’8 aprile 2017, compresi i pellegrinaggi verso Roma compiuti da circa 70 mila giovani provenienti da quasi 200 diocesi di tutta Italia per convergere in Vaticano sabato 11 e domenica 12 agosto, fino al conferimento del «mandato» a quanti avrebbero poi partecipato alla GMG di Panama a gennaio.
Di ogni tappa si possono rileggere le parole del papa (discorsi e omelie), la relazione del segretario Baldisseri e del relatore generale da Rocha, i testi dei Documenti (compreso l’esito della votazione finale) e la Lettera dei Padri sinodali ai giovani (in appendice anche le relazioni dei Circoli minori in lingua originale).
Un testo che si alimenta, e non poteva essere altrimenti, delle frequenti citazioni e sottolineature del pensiero di papa Bergoglio, come quelle parole pronunciate nel discorso di apertura: «Impegniamoci dunque nel cercare di “frequentare il futuro”». Un impegno – commenta padre Spadaro – a «far germogliare sogni, suscitare profezie e visioni, far fiorire speranze, testimoniare fiducia, fasciare ferite, intrecciare relazioni, suscitare un’alba di speranza, imparare l’uno dall’altro e cercare un immaginario positivo che illumini le menti, riscaldi i cuori, ridoni la forza alle mani e ispiri ai giovani – a tutti nessuno escluso – la visione di un futuro ricolmo della gioia del Vangelo».
Se il nome del curatore è già una garanzia, la sua presentazione, che precede e illustra i materiali, costituisce un’ottima base di partenza per quanti – genitori, preti o religiosi, operatori e animatori di pastorale giovanile e familiare, catechisti, insegnanti IRC – sono impegnati in una trasmissione della fede e un’azione di annuncio ai più giovani, in una società, come quella di oggi, profondamente mutata in questi ultimi anni e che necessita di una buona «cassetta degli attrezzi», come si presenta il libro, per individuare alcune linee guida ai fini di un’azione efficace, perché profondamente «incarnata» nel tempo e nella storia.
Quel bisogno dell’entusiasmo dei giovani spesso sottovalutato
Il contesto in cui si muove il testo è quello di una Chiesa – la Chiesa disegnata da papa Francesco – che Spadaro definisce «di simpatia» nei confronti dei giovani e di tutti coloro che erano rimasti ai margini della società e, non di rado, anche della comunità ecclesiale. Non una pura operazione di immagine, né tantomeno di marketing, bensì una scelta motivata evangelicamente e a più riprese spiegata con tanta pazienza agli interlocutori.
È il caso del racconto personale che risale al 30 luglio 2016, quando, in una giornata piovosa in piena Giornata mondiale della gioventù, papa Francesco, incontrando in privato un gruppo di gesuiti polacchi, aveva esclamato: «La Chiesa oggi ha bisogno di crescere nella capacità di discernimento spirituale». Di qui la notazione dei due temi che, per il pontefice, rappresentano una coppia inscindibile: i giovani e il discernimento, e, infatti, è a questi che ha dedicato l’ultimo Sinodo ordinario dei vescovi celebrato lo scorso ottobre.
Uno sguardo di «simpatia» che rende la Chiesa «empatica», per far propria l’espressione di un vescovo in assemblea, come scrive il gesuita, che continua con un’analisi circa il concetto di gioventù, secondo Francesco («La giovinezza non esiste (…) mi piace pensare che al suo posto esistono i giovani») il quale ha detto ai giovani: «Il mondo e la Chiesa hanno urgente bisogno del vostro entusiasmo».
Non solo parole. Perché la presenza dei giovani nel corso delle riunioni sinodali è stata più che significativa (tenuto conto che si trattava di un Sinodo «dei vescovi»: tra 276 Padri sinodali erano 36 i giovani, tra i 18 e i 29 anni, che hanno seguito i lavori come uditori, perché «organizzare un sinodo sui giovani senza i giovani sarebbe stato privo di senso»).
Una presenza non certo scontata, solo pochi anni fa, un fatto destinato a diventare un paradigma per molte comunità ancora troppo «chiuse» negli angusti confini di una pastorale per adulti e bambini.
Quelle numerose novità, ben oltre il linguaggio
Da una ricerca trasversale fra i materiali, sono essenzialmente due i concetti associati da Spadaro: inquietudine e ascolto.
Attraverso la presenza e le parole dei giovani, la Chiesa si è nutrita delle loro «inquietudini» (solo nel Documento finale il termine risuona 8 volte); e quindi l’«ascolto», perché «prima di interpretare o fare delle scelte, bisogna ascoltare, bisogna riconoscere la realtà», un autentico «metodo» che emerge con forza da questo pontificato che ripropone anche la sinodalità e la collegialità, un fatto che allontana il rischio di offrire risposte preconfezionate, destinate a restare lettera morta.
Spadaro ricorda come il pontefice abbia più volte richiamato i pastori a «fare attenzione soprattutto al rischio di parlare dei giovani a partire da categorie e schemi mentali ormai superati», perché i giovani occorre incontrarli e trascorrere tempo con loro: ciò vale per i genitori, ma anche per ogni educatore che non può limitarsi a una «lettura» dall’esterno, magari sui social (o dai testi delle musiche del momento).
Dopo i due concetti, ripetuti più volte (perché una sana pedagogia non si stanca di ripetere per aiutare la comprensione e l’interiorizzazione, come sanno bene i buoni insegnanti), in evidenza anche i tre «snodi cruciali» del documento: l’ambiente digitale, le migrazioni e il dramma dell’abuso di potere, economico, di coscienza e sessuale.
E, infine, la riaffermazione convinta della missione della Chiesa: «accompagnare» e «discernere», nell’ottica non tanto di fare qualcosa «per» i giovani, ma di vivere «con» loro, crescendo insieme nella comprensione del Vangelo e nella ricerca delle forme più autentiche per viverlo e testimoniarlo nell’oggi del mondo e di Dio.
Quella «sveglia» dei giovani alla Chiesa che riscopre la sua missione
«I giovani hanno risvegliato la sinodalità della Chiesa», scrive padre Spadaro indicando la «sinodalità per la missione»: un invito a riscoprirla sulla linea di quanto testimoniato da papa Francesco che ha fatto della prassi sinodale e della collegialità, un punto fermo del suo stile pastorale. «Quello con i giovani si è rivelato essere un Sinodo sulla Chiesa, popolo fedele di Dio in cammino nella storia del mondo, e indica un cammino preciso per la sua “riforma”».
«L’esperienza del camminare insieme – scrive Spadaro – aiuta meglio a comprendere il senso dell’autorità nell’ottica del servizio (DF 124), ma anche spinge la Chiesa verso la missione, chiarifica il suo slancio missionario (DF 125-127), mettendola in dialogo con la realtà e con le sfide della vita sociale, incluse le istituzioni civili (DF 132)».
Quell’apertura al futuro
In ultima analisi, a quali obiettivi si può collegare la celebrazione di un Sinodo come quello dell’autunno scorso? «Pensare di organizzare un processo sinodale sui giovani significa pensare al presente ed essere aperti al futuro» è la risposta del curatore. Siamo membri di una Chiesa che ha deciso con rinnovato slancio di accogliere e accompagnare i giovani, ma ad alcune condizioni ben precise: non un accompagnamento fine a se stesso, magari per allargare popolarità, bensì la richiesta ai giovani di farsi a loro volta, come indicato nella Lettera dei Padri sinodali ai giovani, «compagni di strada dei più fragili, dei poveri, dei feriti dalla vita».
Del resto, è questo che papa Bergoglio intende con quel suo appello lanciato all’apertura di «frequentare il futuro». E il futuro dei giovani potrà essere così in pienezza, e ricolmo della gioia del Vangelo.
ANTONIO SPADARO (a cura) Una Chiesa che frequenta il futuro. Tutti i documenti del Sinodo ordinario 2018 «I giovani, la fede e il discernimento vocazionale», Àncora – Civiltà Cattolica, Milano 2019, pp. 430, € 25,00.