Diaconi permanenti per il XXI secolo

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copertinaAl momento della sua nomina a vescovo di Saluzzo, Cristiano Bodo era il più giovane vescovo d’Italia. Ordinato vescovo il 25/3/2017, ha preso possesso della diocesi il 2/4/2017. Oggi cinquantenne (30/7/1968), vanta un dottorato in teologia presso la Facoltà teologica di Padova con una tesi proprio sul diaconato permanente (= DP).

In questo libro riversa, evidentemente in modo sintetico, le sue conoscenze acquisite nella stesura della tesi, ma anche la sua esperienza pastorale.

Dopo un’analisi del tema delle vocazioni (e della sua crisi) e in specie quella al DP, nel c. 2 Bodo compie una rilettura tematico-critica dei principali documenti magisteriali sul DP. Studia il suo ripristino e le sue motivazioni nel dibattito conciliare, analizza l’ecclesiologia che emerge in riferimento alla figura del diacono permanente e la sua relazionalità con i ministeri: laici, presbiteri e vescovi.

Il concilio ha ripristinato il DP, ma ha affermato solo in obliquo la sua sacramentalità.

Nel c. 3 l’autore affronta le questioni teologiche e lo sviluppo della figura del diacono permanente: il suo essere una risorsa ecclesiale, la sua configurazione a Cristo-servo, la teologia simbolico-sacramentale, la figura del diacono fra istituzione o ordinazione (ordinazione “non ad sacerdotium sed ad ministerium”), il rapporto con la vita matrimoniale.

Le nuove prospettive pastorali per il diaconato permanente sono analizzate nel c. 4. L’operatività dei diaconi permanenti deve trovare il proprio spazio che si inserisca armonicamente nel vissuto ecclesiale senza ricoprire spazi altrui. La promozione comunitaria del popolo di Dio e una più diffusa evangelizzazione mediante una presenza pastorale capillare vedrà protagonista il diacono permanente. Egli accentua la dimensione comunitaria e missionaria della Chiesa e della pastorale.

I diaconi permanenti annunciano autorevolmente la parola di Dio, sono ministri qualificati per la preparazione catechetica e pastorale dei candidati ai sacramenti, dei genitori e dei padrini per il battesimo e la cresima. Presiedono la celebrazione della parola di Dio, anche sostitutiva della messa domenicale e festiva, in caso di necessità. Sono ministri ordinari del battesimo e della comunione e possono portare l’eucaristia a coloro che sono impediti (infermi). È il primo collaboratore del parroco. Il direttorio per la vita e il ministero dei diaconi permanenti del 1998 prevede il campo parrocchiale e diocesano dell’opera del diacono permanente.

«L’autorità di riferimento è costituita dal vescovo, che può destinare il diacono ad un’unica parrocchia, cooperando con il parroco nella cura pastorale, o a più parrocchie, rette, in solidum, da uno o più presbiteri, con il compito di collaboratore all’azione pastorale… i diaconi permanenti assumono, nel campo parrocchiale, compiti ecclesiali e incarichi ministeriali che nel loro contenuto sono esercitati anche da altri battezzati, fungendo da mediatori tra il ministero ordinato e quello laicale. In una prospettiva simbolico-sacramentale del loro ministero significa che l’apostolicità della fede può essere vissuta come servizio. Come membri dell’ordine, essi esercitano un ministero di coinvolgimento della diaconia di tutti: in questo senso, i diaconi permanenti hanno il compito di unire in modo indissolubile i differenti servizi» (Chiamati da Dio, pp. 119-121).

L’autore si serve di un linguaggio tecnico e molto avvertito, leggibile a chi abbia una certa cultura teologica.

Cristiano Bodo, Chiamati da Dio. Pastorale vocazionale e diaconato permanente nel XXI secolo. Prefazione di Marco Arnolfo, Città Nuova, Roma 2018, pp. 152, euro 16,00.

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