Un manuale nell’ambito disciplinare della Teologia dell’ecumenismo, saldamente e sapientemente radicato nella prospettiva cattolica senza farne un recinto escludente, frutto di anni d’insegnamento della materia. Una pubblicazione per i tipi delle Edizioni Dehoniane Bologna nella collana Fondamenta diretta da Pier Luigi Cabri e Roberto Alessandrini, in cui sono presenti testi altamente divulgativi con finalità metodologiche.
È delineato lo stato dell’arte attuale della teologia ecumenica (dove la ricerca teologica in Italia è considerevole con peculiarità straordinarie). Il tutto offerto in maniera puntuale, informata e dai toni appassionati nella sobria misura di chi vuole delineare e magari vedere concretizzato in un futuro non troppo lontano dei risultati. Per risultati basati su: dialogo, unità e comunione (koinonia).
Il dialogo: è condizione previa fondamentale al superamento degli stereotipi e dei pregiudizi sull’identità altra dalla propria. Per questo come antidoto l’elemento dialogico è rintracciato in diversi documenti confessionali ed interconfessionali per dare impulso, facendo leva nella consistente memoria storica del movimento ecumenico, sugli sforzi che hanno prodotto comunque già risultati che meritano di essere resi noti.
L’unità: l’impegno dell’autore, teologo raffinatissimo nella ricerca teologica cattolica in Italia, traspare anche dall’impegno profuso nell’associazione laica ed interconfessionale del Segretariato Attività Ecumeniche (SAE) laboratorio del dialogo interconfessionale ed anche interreligioso. La ricerca di una forma di unità visibile delle diverse Chiese cristiane richiede la disciplina e la fantasia di cercare forme inedite di strumenti di comunione (koinonia) per trovare equilibrio tra affinità dottrinali da raggiungere e collaborazioni nel sociale (pratiche già, per esempio, fortemente in atto nell’accoglienza dei rifugiati con i corridoi umanitari, iniziativa congiunta tra la Comunità di Sant’Egidio e la Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia con il contributo dell’8 per mille valdese).
L’autore: Simone Morandini, tra le sue molteplici attività ed impegni in ambito teologico: è vicepreside all’Istituto di Studi Ecumenici «San Bernardino» di Venezia e docente alla Facoltà Teologica del Triveneto. Per i lettori di Studi Ecumenici la presentazione di Simone Morandini è evidentemente superflua. Non risulta invece superflua la lettura del testo che si prospetta come una ‘cassetta degli attrezzi’ su cui basarsi per l’indicazione di una mole di documenti per approfondire ulteriormente l’universo ecumenico.
Un testo da inserire anche nelle bibliografie istituzionali delle Facoltà Teologiche e degli ISSR. Sulla traccia del bilancio di quanto scritto da Morandini si può evincere che le Chiese dell’Oriente cristiano e, a Occidente, in parte, con l’Anglicanesimo, la Chiesa cattolica-romana giungerà gradualmente e reciprocamente a passi significativi.
Ma con le Chiese della Riforma? Dopo il Giubileo della Riforma basato su una delle possibili date (1517) su cui fondare l’inizio dell’età della Riforma protestante con le 95 tesi di Lutero, si delinea un’altra data di celebrazione storica da rivisitare: la Confessione Augustana (1530) ‘insegnamento’ scritto da Filippo Melantone il cui cinquecentesimo anniversario segnerà presumibilmente e auspicabilmente un’altra tappa nella reciproca comprensione dottrinale tra le Chiese (la Confessione Augustana non è però «fondamentale per l’intero mondo della Riforma», p. 202, in quanto, storicamente, il settore «Battista» della Riforma non può condividerlo). Si potrebbero aprire spazi di un nuovo respiro ecumenico con quella che si può chiamare, in sintesi per intenderci, «ospitalità eucaristica» dove con tatto e determinazione si esce dai soliti recinti senza confusione (qui è da menzionare la significativa esperienza del gruppo torinese Strumenti di Pace).
Morandini delinea bene le domande opposte che scaturiscono da questa prassi con limiti da non sottovalutare e possibilità da non reprimere (p. 222-228). Mettere l’accento su ciò che unisce aiuta a capire che vi è davvero tanto patrimonio comune da condividere. Resta il fatto che solo affrontando ed attraversando i nodi controversistici, anche i più aspri, si può capire su cosa poggiano le prospettive diverse relative a una medesima tematica di fede. Se poi saranno prospettive superabili e quindi finalmente ricomponibili o permarranno irriducibili, questo lo si valuterà solo vivendo e vivendo comunque ecumenicamente.
La pastorale ecumenica ha giustamente un posto di rilievo così come la spiritualità ecumenica in quanto pratica congiunta e condivisa. Molto appropriatamente Morandini indica la catechesi come un sito ecumenico su cui lavorare insieme per quanto possibile.
L’etica: in questo manuale non poteva che avere poco più di qualche cenno, comunque possiamo reperire nella bibliografia dell’autore utili strumenti. Le tematiche etiche hanno una duplice peculiarità: sono foriere di differenze e anche di controversie come e più delle differenze dottrinali e inoltre, com’è noto, sono trasversali all’interno delle stesse confessioni, sono in continua e rapidissima evoluzione oltre i tempi di elaborazione ordinari di risposta, ed il mondo ecclesiastico non fa eccezione.
Lo conferma una frontiera che è urgentemente d’affrontare e su cui le Chiese ma non solo, sono inadeguate nel dotarsi di una strumentazione critica: tutto ciò che concerne le frontiere immaginabili e quelle inimmaginabili dell’impatto della robotica sulla vita quotidiana. Impatto i cui tempi e modalità d’inserzione (si pensi al mondo del lavoro) non sono solo futuribili, anzi hanno già fatto irruzione nel presente.
Simone Morandini, Teologia dell’Ecumenismo, collana «Fondamenta, Biblioteca di scienze religiose», EDB, Bologna, 2018, pp. 248. Pubblicata su Studi Ecumenici 36(2018)1-2, pp. 541-543.