Aiutare il nuovo a generare il nuovo, così recita il titolo dell’introduzione del Rapporto Giovani curato dai ricercatori raccolti attorno al progetto che l’Istituto Toniolo ha avviato nel 2012 e rilanciato a partire dal 2015 in forma di vero e proprio Osservatorio del mondo giovanile italiano, con al centro la più approfondita ed estesa indagine sulla condizione dei giovani nel nostro paese.
La serietà dell’indagine, l’elevata numerosità campionaria, l’impostazione longitudinale, lo spettro dei temi sociali rilevati, danno ragione del senso profondo che l’analisi del report, pubblicato al termine di un nuovo ciclo triennale (2015-2017), vuole suggerire attraverso il titolo dell’introduzione: i giovani non rappresentano un problema da studiare, ma l’occasione per comprendere meglio i cambiamenti sociali in atto.
Per capire e aiutare a capirsi
Quello che accade ai giovani, quello che desiderano, lo spettro dei loro valori di riferimento, le modalità che scelgono per attuarlo, rappresenta lo specchio di come una società si rappresenta e vuole progettare il proprio futuro. Capire meglio le nuove generazioni e aiutarle a capirsi meglio, pare essere il filo conduttore dell’analisi svolta dai differenti capitoli della ricerca: il quadro che ne emerge racconta di una generazione in equilibrio precario tra rischi evidenti e opportunità a cui tendere, spesso impedita ad esprimere a pieno tutte le proprie potenzialità.
I primi tre capitoli attraversano gli snodi fondamentali legati alla transizione alla vita adulta: il passaggio attraverso le principali istituzioni scolastiche, l’analisi del rapporto con il mondo del lavoro, attraverso l’approfondimento della figura dei così detti Neet, giovani che non studiano e non lavorano, con un’originale prospettiva offerta dal confronto tra i dati della ricerca e alcune risultanze provenienti dai social media e infine l’analisi dei progetti di autonomia e di formazione della famiglia attraverso la lettura delle intenzioni e dei comportamenti effettivi.
Le sorprese non mancano davvero: la scuola e l’università rappresentano ancora un mondo ricco di riferimenti importanti rispetto alla formazione della propria identità, anche se rispondono con debolezza all’esigenza di orientare alla scelta lavorativa e sembrano in difficoltà sul piano della valorizzazione del mondo emotivo; aiutano un giovane a trovare risposte di adattamento, ma offrono poche abilità nel campo della gestione dei conflitti e nell’esercizio della leadership.
Sul versante lavorativo si scopre che i Neet, naturalmente, risultano la categoria del mondo giovanile con il percorso maggiormente bloccato nelle scelte di transizione alla vita adulta, ma anche che il mondo dei social è assolutamente sottoutilizzato rispetto alle possibilità che offre nel campo della ricerca lavorativa.
Progetti e valori
Infine, sul piano dell’autonomia rispetto alla propria famiglia di origine e circa la volontà di costituirne una propria, i dati mostrano come per aspettative e progettualità i giovani italiani non si distinguono in modo rilevante dai coetanei degli altri paesi europei; quello che li differenzia è il divario tra ciò che vorrebbero fare e quello che realmente riescono a realizzare, a causa delle difficoltà lavorative e di un contesto territoriale meno favorevole in termini di welfare e opportunità: i giovani, pertanto, dimostrano di non vivere solo di disincanto e di scelte al ribasso dettate da pura convenienza, come spesso credono gli adulti, ma di conservare un ricco bagaglio di riferimenti valoriali.
Lo dimostra anche la seconda parte del report dedicata ad alcuni approfondimenti: la questione della Brexit, allargando, in maniera comparata il raggio della ricerca ad alcuni paesi europei, quella del rapporto con il web e l’interessante studio di alcuni comportamenti a rischio messi in relazione con norme sociali, tipo di rapporto con i genitori e dimensione morale.
L’Europa rappresenta ancora una grande occasione, anche se quella desiderata dai giovani è ancora in gran parte da costruire: l’allargamento di prospettive si spinge al di là di asfittiche alchimie istituzionali, prospettando un saldo riferimento alle culture dei singoli paesi, ma anche una reale attenzione allo scambio profondo tra i popoli, un’Europa politicamente più forte verso l’esterno e socialmente più solida all’interno.
Web, principi morali, norme sociali
Anche il modo di porsi nei confronti del web ci parla di un mondo giovanile molto più avveduto di quello che spesso viene dipinto: c’è consapevolezza rispetto ai rischi e a tutte quelle situazioni che rendono i social non sempre affidabili. Molti hanno imparano a diventare più cauti rispetto alle possibilità di espressione e condivisione sui social e molti, in definitiva, chiedono lo sviluppo di veri e propri codici di comportamento.
Larga parte dei giovani dimostra, infine, di possedere principi morali e attenzione verso le norme sociali: lo sviluppo della dimensione morale e la qualità della relazione con i genitori sono in rapporto tra loro e dimostrano di avere una funzione protettiva relativamente ai comportamenti a rischio e alla loro frequenza.
L’ultima pennellata sul mondo degli adolescenti, fascia di età precedente a quella normalmente coperta dal Rapporto Giovani, aiuta a comprendere come il contesto relazionale vissuto a scuola, se messo in relazione positiva con quello famigliare, è ancora in grado di aiutare i nostri ragazzi a ridurre le fragilità e a proiettarsi verso il tempo della giovinezza con maggiore carica progettuale.
Chi davvero voglia smettere di guardare ai giovani come ad un problema, forse può iniziare proprio dalla lettura di questo Rapporto per superare qualche pregiudizio e vincere forme inutili e banali di precomprensione della realtà.
Istituto Giuseppe Toniolo, La condizione giovanile in Italia. Rapporto giovani 2017, Il Mulino, Bologna 2017.