Il giardino dei sentieri che si biforcano, questa è l’immagine che, così come viene evocata da un racconto di Jorge Luis Borges, ritorna alla mente pensando a tanti nostri cammini formativi.
Giardini senza dubbio molto ricchi e anche lussureggianti nei quali, però, i sentieri della teologia e quelli delle scienze umane spesso si sfiorano soltanto senza un vero incontro.
È per questo che l’uscita del libro di Raffaela Barbon – psicologa-psicoterapeuta, docente all’IFREP di Mestre nonché al Couseling Pastorale di Bologna e già membro della Scuola Nazionale per formatori all’evangelizzazione e alla catechesi di Siusi – va felicemente salutata.
«In fondo – come peraltro sottolinea nella postfazione fratel Enzo Biemmi – è a questo a cui mira il percorso proposto dall’autrice: accompagnarci ad una progressiva guarigione… Da cosa? Da ogni forma di schizofrenia, di separazione tra la testa e le emozioni, tra la materia e lo spirito, tra il corpo e l’anima».
In effetti, il sentiero raffigurato nella copertina (significativamente a forma di profilo umano) al contrario del racconto di Borges, è “uno” e – così come suggerisce il titolo – ci invita ad attraversare il grande giardino della formazione e anche “della vita”, “con-passo sicuro”. Ed è proprio dentro a questa dimensione unificante che le parole con le quali il titolo “gioca” vanno lette.
Dapprima, la sua assonanza con compasso – strumento che riesce a tracciare un cerchio preciso solo se la sua punta rimane fissa al centro – rimanda alla necessità di percorsi che siano centrati sulle realtà più profonde e vere delle persone.
D’altro canto, se la parola passo indica il dinamismo del procedere formativo, il prefisso con non può non richiamare alla ricchezza del suo aspetto relazionale che, nell’intenzione dell’autrice, non si esaurisce nella necessità di incontrarsi e di incontrare, ma anche – grazie alla sua ventennale esperienza di formatrice presso il Seminario dei Frati Minori Conventuali di Padova – all’urgenza di integrare l’aspetto psicologico con la spiritualità cristiana, proprio come il sottotitolo richiama: formarsi alla vita relazionale e spirituale.
Da qui un percorso scandito da quattro tappe che, se, da una parte, sono pensate dentro un cammino progressivo, dall’altra, in base alle specifiche necessità formative del lettore, possono anche essere approcciate separatamente.
La prima sezione, consapevoli, mira alla costruzione di una base sicura su cui appoggiare i propri passi, mentre la seconda, uomini e donne emotivi, richiama alla necessità di rimanere collegati alle proprie emozioni. Se relazionali intende approfondire la dimensione interpersonale dell’esistenza umana, la sezione conclusiva, adulti, vuole offrire stimoli e riflessioni sulle due dimensioni caratterizzanti l’adultità: la generatività e la riflessività-narrante.
Il percorso è arricchito sia dai numerosi spunti teorici e spirituali che l’autrice dissemina negli undici capitoli del libro, sia da esercitazioni operative inserite a conclusione di ognuna delle quattro parti. In questo modo il lettore è invogliato ad attingerne con creatività al fine di proporre percorsi laboratoriali mirati ad attivare Esperienze circolari affinché – citando De Gregori – la formazione sia sempre più un andare per la vita «a passo d’uomo».
Raffaella Barbon, Con-passo sicuro. Formarsi alla vita relazionale e spirituale, Prefazione di Antonio Ramina, Postfazione di Enzo Biemmi e Rinaldo Paganelli, collana «Vie formative», Messaggero, Padova 2022, pp. 288, € 28,00.