Insegnare religione ai bambini autistici

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I Disturbi dello Spettro dell’Autismo (Autism Spectrum Disorder, ASD) toccano la scuola e la società in modo sempre più significativo, sollecitando interrogativi relativi all’inclusione. Le diagnosi sono in progressivo aumento: coinvolgono circa l’1% della popolazione e colpiscono un bambino su 77 tra i sette e i nove anni (dati dell’Istituto superiore di sanità relativi all’anno 2022).

Il lavoro di Martina Fagherazzi – Insegnamento della religione e autismi. Orientamenti pedagogici e didattici per la scuola dell’infanzia e primaria – si propone di indagare i riferimenti pedagogici e didattici per l’insegnamento della religione cattolica (IRC) a bambini con ASD, facendone un momento di reale inclusione e crescita per il singolo e la classe. Il lavoro può risultare utile anche per tutte le altre figure educative coinvolte nel processo di crescita di bambini con ASD.

La pubblicazione, che ha la prefazione della neuropsichiatra infantile Cosima Damiana D’Urso, esce nella collana digitale open access Triveneto Theology Press della Facoltà teologica del Triveneto, quarto volume della sezione Education. È promossa dall’Istituto superiore di Scienze religiose “Giovanni Paolo I” di Belluno-Feltre, Treviso, Vittorio Veneto e realizzata con il contributo della Fondazione Feder Piazza Onlus. È scaricabile gratuitamente, in formato pdf, a questo indirizzo.

Oggi sempre più spesso si parla di autismi, utilizzando il plurale, per porre l’accento sull’estrema complessità e variabilità del disturbo che provoca una difficoltà diffusa e generalizzata di comunicazione e interazione sociale in chi ne è affetto – spiega la professoressa D’Urso nella prefazione. Gli alunni con disturbo dello spettro autistico necessitano di un supporto adeguato a comunicare e ad esprimere i propri bisogni e risorse.

La scuola è chiamata quotidianamente a sfide educative sempre più complesse e nuove, per poter operare una vera inclusione e raggiungere così ogni studente, secondo le sue specificità; l’insegnante, figura centrale di questo processo, deve perciò acquisire competenze specifiche per creare ambienti accoglienti, flessibili e stimolanti.

Trovare una nuova modalità all’insegnamento della religione cattolica, che favorisca la partecipazione dell’alunno autistico, è quanto si propone Martina Fagherazzi nel suo libro.

«Gli insegnanti di religione cattolica spesso si trovano a lavorare con bambini con difficoltà del neurosviluppo in totale autonomia, senza il supporto di un docente di sostegno in classe e di materiali di riferimento specifici. La tipologia di contenuti da insegnare, inoltre, non sempre risulta facilmente adattabile alle caratteristiche sintomatologiche di tali disturbi, poiché richiede buone capacità di astrazione e di comprensione del linguaggio figurato e simbolico, abilità deficitarie negli alunni con ASD».

Con l’obiettivo di dare dei principi base di riferimento con i quali orientarsi durante l’attività didattica, l’autrice innanzitutto analizza le caratteristiche dei disturbi dello spettro dell’autismo.

Successivamente, affronta il tema dell’inclusione scolastica e approfondisce alcune strategie e pratiche pedagogiche efficaci per la didattica con bambini con disabilità, tenendo conto anche delle raccomandazioni fornite dal Ministero dell’Istruzione. Infine, fornisce raccomandazioni e linee-guida per l’insegnamento della religione cattolica in casi di autismo nelle scuole dell’infanzia e primaria.

«Ci si è limitati a questa fascia di età perché la diagnosi e l’intervento precoce sul bambino possono dare i miglioramenti più significativi nel futuro sviluppo scolastico e sociale della persona. È utile tenere conto, però, che il percorso di inclusione non termina nella prima età scolare e che strategie e metodi nuovi vanno individuati o adattati anche per le età preadolescenziale e adolescenziale nei successivi ordini scolastici».

L’autrice fa inoltre osservare che spesso i bambini con ASD frequenta­no altri “luoghi di vita cristiana” come, ad esempio, la catechesi o i gruppi di associazionismo cattolico.

«In queste realtà non sempre è possibile avere una formazione specifica su tali tipologie di disturbo e adotta­re, di conseguenza, delle strategie educative inclusive nei confronti dei bambini. Per tale motivo, pur essendo la ricerca rivolta prevalentemen­te all’ambito scolastico, si sottolinea l’importanza della condivisione e della diffusione di tali principi in tutti gli ambienti di vita dei bambini e si auspica un coinvolgimento sempre più partecipato della comunità a queste tematiche».

L’Irc si può proporre come uno spazio dentro il quale mettere in atto il dialogo, autentico e costruttivo, un tempo significativo per sperimentare l’inclusione.

«I bambini con ASD – conclude – possono quindi vivere nell’ora di religione un reale momento di accoglienza, crescita e partecipazione attive potendosi, essi stessi, sperimentare ed esprimere relativamente alle domande più profonde e autentiche dell’uomo e per scoprire, a modo loro, il significato della trascendenza».

L’autrice, Martina Fagherazzi, dopo la laurea in Tecnica della riabilitazione psichiatrica presso l’Università di Verona, ha conseguito la Licenza in Scienze religiose all’Istituto superiore di Scienze religiose di Treviso. Ha lavorato come docente di religione cattolica presso le scuole secondarie di primo e secondo grado di Belluno e si è occupa­ta di Disturbi dello Spettro dell’Autismo in libera professione. Attualmente esercita la professione di Tecnico della riabilitazione psichiatrica presso l’ULSS1.

 

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