Kristeva: l’esperienza del perdono

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copertinaIl giorno dell’espiazione ‒ il decimo giorno del settimo mese, secondo quanto si legge in uno specifico passaggio del libro del Levitico ‒ è chiamato giorno del grande perdono. L’esperienza ebraica del perdono è una considerevole, nonché senza eguali, presa di coscienza del posto dell’uomo all’interno dell’ebraismo: non si tratta infatti di una mera esperienza personale, bensì di una sorta di risurrezione nel grembo dell’intera comunità del popolo di Israele, un ritorno all’essere che implica delle condizioni più che precise: bisogna chiedere perdono a chi si è offeso, leso o ferito, egli deve accettare la richiesta, perdonare, ovverosia ricoprire l’offesa, la lesione o la ferita con una parola che la plachi e che plachi anche colui che è venuto a chiedere perdono. Solo a quel punto Dio può perdonare a sua volta. Queste condizioni non sono semplici a realizzarsi, come del resto non lo sono né il perdono né una promessa, legati dal fatto che modificano il tempo, e indagati anche da Hannah Arendt, che nelle ultime fasi della sua speculazione riprende anche il criticismo kantiano…

Julia Kristeva è una studiosa di origine bulgara ma di lingua francese, poiché nella terra di Voltaire è emigrata dopo aver avuto i propri natali a Silven nel 1941, la quale, in questo agilissimo ma altrettanto denso volumetto, ricchissimo di spunti di riflessione e caratterizzato da un significativo apparato critico, analizza, riflettendo sulla Bibbia e la teologia, anche attraverso gli strumenti della linguistica e della psicanalisi ‒ nell’occasione di una conferenza in omaggio a Vladimir Jankélévitch, filosofo scomparso trentatré anni fa che ha insegnato sia a Praga che in Francia, nato da una famiglia di ebrei russi, uno fra i pochissimi docenti a partecipare al Maggio francese del Sessantotto nonché ideatore della filosofia dell’istante di ispirazione bergsoniana –, molti temi. Che ruotano tutti intorno alla civilizzazione e ai suoi mali, la crisi della politica, la crescita del populismo, l’affermazione di culti identitari (rischio che si pensava definitivamente superato, specie dopo la Shoah) e la tensione verso la morte che coinvolge molti giovani, irretiti dalla radicalizzazione, descrivendo così compiutamente lo spirito del nostro martoriato tempo.

Julia Kristeva, La Notte della giustizia all’alba del perdono, Traduzione e introduzione di Cristiana Dobner, EDB, Bologna 2018, pp. 64, € 7,00. Recensione apparsa su Mangialibri.

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