La Bibbia secondo Borges

di:

Ravasi, la Bibbia secondo Borges

Il presidente del Pontificio consiglio per la cultura e della Pontificia commissione di archeologia sacra, lettore instancabile e critico acuto, introduce il lettore in un brevissimo assaggio della religiosità del “teologo ateo” Jorge Luis Borges (Buenos Aires 24/8/1899-Ginevra 14/6/1986).

Letterato fecondo, pur non avendo mai ricevuto il premio Nobel, ha inciso e tuttora scava nell’animo di tanti lettori per la sua straordinaria capacità di trapassare i vari campi dell’espressione artistica con le sue immagini, i suoi paradossi, le sue storie.

Rivisitando l’approccio di Borges ai testi Biblici, Ravasi ricorda come egli fosse affascinato da Giobbe, Qohelet e i Vangeli. Aveva una stima immensa per La divina commedia e pensava che i tre libri archetipici del mondo fossero L’Iliade l’Odissea e la Bibbia.

Ateo dichiarato, Borges fu sempre sensibile ai testi religiosi, alla figura di Gesù come anche alle altre espressioni religiose. La ricerca di Borges «era una ricerca certamente implicita ma forse più intensa di quella di molti vedenti apolidi e incolori. La sua era un’inquietudine profonda, celata sotto la scorza di un dettato compassato e venato di distacco e di ironia» (pp. 44-45).

Egli ama rovesciare espressioni e apoftegmi evangelici, trovando il volto di Cristo nel volto dell’uomo, vedendolo crocifisso non in mezzo ai due ladroni, ma come terzo, a lato, l’ultimo. «Forse un tratto del volto crocifisso si cela in ogni specchio; forse il volto morì, si cancellò, affinché Dio sia tutto in tutti» (p. 47). «Nelle crepe Dio è celato e attende… Dio mio sognatore, continua a sognarmi» – invoca Borges. Egli «costantemente oscilla tra assenza e presenza, tra credenza e incredulità, tra sogno e verità» (p. 29).

La Bibbia gli ha offerto una specie di «lessico tematico, simbolico, metaforico, archetipico e persino stilistico-retorico» (p. 34). Percepisce che Dio ha una visione d’insieme che lo supera, ma non riesce ad abbandonarvisi con la fede di Giobbe. Comunque, alla fine sarà il volto di Cristo quello che gli uomini incontreranno: «Quando il Giudizio risuonerà nelle trombe ultime… la contemplazione di quel volto immediato, incessante, intatto, incorruttibile, sarà per i reprobi l’Inferno, per gli eletti il Paradiso» (Dell’Inferno e del Cielo) (p. 53).

Gianfranco Ravasi, La Bibbia secondo Borges. Letteratura e testi sacri (Lampi s.n.), EDB, Bologna 2017, pp. 72, € 7,00. 9788810567654
Cf. l’estratto dal volume presentato da SettimanaNews il 14.10.2017.

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