Gacomo Lorusso, già direttore dell’Istituto teologico pugliese “Regina Apuliae” di Molfetta (BA), incorporato nella Facoltà teologica pugliese, nel quale è docente di esegesi biblica, pubblica quelli che evidentemente sono i testi preparati per il suo insegnamento sull’importante tema della risurrezione. L’andamento del testo infatti è didattico, sintetico, persino scarno a tratti, puntando sull’essenziale.
Il c. I (pp. 7-36) è dedicato allo studio della risurrezione nei Vangeli. Lorusso studia dapprima il tema della “storicità” dei testi del NT, che appaiono credibili se accostati con i criteri messi a punto ormai da vari decenni dalla metodologia del NT. La storia è sempre interpretata e le comunità cristiana fin dai primi momenti raccolsero memorie orali e scritte vagliate dalle comunità, non anarchiche, che esprimevano la loro at-testazione testimoniale e credente della persona di Gesù e della sua risurrezione.
La persona di Gesù, la sua messianicità e la sua divinità sono studiate da Lorusso all’interno dei parametri offerti dal pensiero giudaico-anticotestamentario e dal contesto culturale-religioso greco-romano.
La risurrezione rende ragione della divinità di Gesù, e le prime comunità ne danno una testimonianza sobria, credibile, fondata su testimoni oculari e trasmessa in modo indipendente dai quattro evangelisti, che seguono tutti più o meno lo stesso schema narrativo, pur con elementi teologici e di coerenza narrativa propri.
Lorusso analizza i racconti di “risurrezione” (meglio chiamarli di “rivivificazione”) riportati nei vangeli sinottici e nel Vangelo di Giovanni (con qualche pagina dedicata agli Atti degli Apostoli).
Nel c. II (pp. 37-92) l’autore esamina la risurrezione di Gesù nella testimonianza dei racconti pasquali, tratteggiandone gli aspetti fondamentali (terminologia, personaggi presenti, azione di Gesù, “incontri” pasquali, tomba vuota, vesti nella tomba, soggetti destinatari delle apparizioni – o “incontri”, meglio detto –, elementi di sconcerto, testimonianza delle donne, finale breve di Marco ritenuta da Lorusso «improbabile»).
Le sorprese dei racconti pasquali sono date dall’assenza di citazioni dell’AT, dalla presentazione di Gesù non come essere sfolgorante, ma persona con cui è possibile avere un contatto concreto, in continuità-discontinuità col Gesù esperimentato nella vita pubblica. Si analizzano concordanze e differenze fra le varie testimonianze evangeliche, passando poi distintamente in rassegna i resoconti di Marco (il n. 1.2 di p. 66 doveva essere il n. 2), di Matteo, di Luca e di Giovanni.
Lorusso identifica dodici motivi di credibilità dei racconti pasquali dei Vangeli: presenza di Maria di Magdala, sepolcro vuoto e vesti lasciate ordinatamente, carattere inaspettato degli eventi, preminenza di Pietro, annuncio che trova resistenza, il Risorto come oggetto di esperienza sensibile, insistenza sulla “corporeità” del Risorto, compimento delle Scritture fatto notare dal Risorto, i Dodici come testimoni privilegiati, frequentazione di Gesù risorto per un certo tempo, risuscitamento del corpo “al terzo giorno” e non alla fine dei tempi, messianicità spirituale e universale) (pp. 89-90).
Il c. III (pp. 93-108) analizza più sinteticamente la testimonianza di Paolo circa la risurrezione così come è espressa nelle sue lettere: è un fatto presentato prevalentemente come evento futuro, ma tuttavia già sperimentabile anticipatamente nella vita battesimale, specie in Efesini e Colossesi (NB a p. 100: se Col 2,12 dice che siamo già risorti, r. 9, non si può prima dire alla r. 1 che la risurrezione è una speranza, r.1…). I riferimenti alla risurrezione rintracciabili nelle lettere paoline sono talvolta labili e questa sembra essere la parte meno ricca del lavoro di Lorusso.
Il c. IV (pp. 109-162) assume un tenore di tutt’altro livello, ponendosi come un’approfondita analisi esegetica di 1Cor 15: struttura, annuncio della risurrezione e testimoni, conseguenze della negazione della risurrezione di Cristo e risurrezione dei morti, altre conseguenze della negazione della risurrezione, transizione/esortazione parenetica, il corpo pneumatico dei risorti, la trasformazione. Un paragrafo è dedicato al tema dell’immortalità dell’anima.
Lungo tutto il testo Lorusso cita un centinaio di volte il testo di Wright sulla risurrezione (TO 2006). La bibliografia essenziale è riportata nelle pp. 163-165.
Alcune osservazioni personali: a p. 32 r 5 leggi Gv 12,23-24; p. 55 r -12 leggi soggetti destinatari (cf. p. 56 a metà); di Bruce B. Metzger, A Textual Commentary on the Greek New Testament (citato per il problema della “finale breve” di Marco, ora c’è Stuttgart 21994; il Semahot 8,1 di p. 77 r -8 mi è incomprensibile; a p. 78 nota 135 si deve intendere che il verbo “adorare” è usato per il farsi beffe da parte dei soldati; a p. 80 r 1 per Mt 28,17 la traduzione CEI parla giustamente di «Essi dubitarono», non del dubbio solo di alcuni; pp. 85ss: Gv 1–12 è il “libro dei segni” e in questi capitoli i segni, per la maggioranza degli studiosi, sono sette e comprendono anche la traversata sulle acque in Gv 6,12-21, mentre la croce, la risurrezione e le apparizioni/incontri pasquali possono essere dei segni; è condivisibile però il fatto di vedere questi ultimi tre eventi come il senso definitivo dei primi sette e “previsti” teologicamente e narrativamente dall’evangelista).
Un lavoro pregevole, pensato per l’insegnamento agli studenti di teologia ma utile a tanti per la preziosa sintesi di dati approntata, per l’analisi della “storicità” degli eventi pasquali e l’attendibilità storica dei racconti evangelici che ne sono testimonianza sobria, sorvegliata, ancorché credente e tesa a suscitare la fede del lettore. Ricca, infine, l’analisi esegetica di 1Cor 15, capitolo decisivo per il tema esaminato e tentativo ardito e ricco di Paolo su un tema decisivo per la fede cristiana.
Giacomo Lorusso, Risurrezione. La testimonianza di Vangeli e delle lettera paoline, Collana «Studi biblici», EDB, Bologna 2018, pp. 176, € 18,00, 9788810410394