Nel contesto di una devastante guerra che ancora si sta combattendo in Ucraina, tra cristiani di diverse tradizioni e confessioni, la casa editrice Zikkaron propone, quasi come un segno di radicale contraddizione, la traduzione italiana di un testo importante e meditato di Pax Christi International sulla «nonviolenza di Gesù» e dunque «sull’operare la pace secondo i vangeli»[1].
Il volume, introdotto da contributi in forte sintonia di Matteo Maria Zuppi e di Giovanni Ricchiuti, presidente di Pax Christi Italia, contiene pure un intervento di ampio respiro di Fabrizio Mandreoli, che delinea il contesto di possibile rilettura dei testi evangelici a partire dalle urgenze del nostro tempo e una nota di approfondimento di Michele Zanardi, che offre una sintesi chiara e accurata delle diverse fasi della ricerca sul Gesù della storia.
Un testo semplice e profondo
Se c’è una motivazione fondamentale per segnalarlo è proprio in virtù della sua «semplicità» (e tutti sappiamo quanto difficile sia scrivere con «semplicità» e «profondità»). Frutto di un lungo lavoro seminariale, coordinato da Catholic Nonviolence Initiative, il testo condensa in sette percorsi «la via della pace» di Gesù di Nazareth: il prevenire, l’intervenire, il resistere, il riconciliare, il difendere, il costruire, il vivere.
Sette verbi che costituiscono l’orizzonte in cui si colloca il pensare e l’operare di Gesù di Nazareth, nel contesto fortemente conflittuale della società del suo tempo.
Ne esce un ritratto complesso, approfondito e talora inedito dell’agire di Gesù di Nazareth, del suo radicamento interiore e della traiettoria così profondamente umana della sua esistenza. E ne emerge una sollecitazione fortemente impegnativa e coinvolgente tanto per chi vive una relazione di fede con Gesù il Cristo, quanto per chi ne coglie soprattutto l’ispirazione sapienziale.
Sintesi di un lungo cammino
Da circa un secolo – rileva Fabrizio Mandreoli citando gli studi di Daniele Menozzi – è in atto un percorso, pur accidentato e incerto di «delegittimazione radicale della guerra e dei mezzi bellici violenti come strumento lecito o giusto per la risoluzione dei conflitti nazionali e internazionali». Lo stesso Concilio, pur con le sue incertezze e contraddizioni, ha contribuito a tale maturazione negli ultimi sessant’anni.
Vengono in mente non solo le grandi (e contrastate) intuizioni e testimonianze di Mazzolari, Dossetti, La Pira, Balducci, Turoldo, Milani, Bettazzi, Tonino Bello, ma anche la fatica intellettuale di chi, negli ultimi decenni ha scavato nei testi biblici per cogliervi i tratti della «via della pace». Penso a Rinaldo Fabris, ad Armido Rizzi, a Bernard Haering, a Carlo Maria Martini, a Josè Antonio Pagola, a Jon Sobrino, a Ignacio Ellacuria e ad altri ancora.
Il testo proposto in questo volume costituisce una approfondita sintesi di questo diffuso lavoro che ha coinvolto tanti in un’avventura a un tempo intellettuale ed esistenziale e ne raccoglie gli esiti, presentandoli in un linguaggio consono alla sensibilità e alla cultura di oggi (grazie all’attenta traduzione di Michele Zanardi e Annalia Leone).
Una paideia per la pace
Non si può non consigliare la lettura attenta di questo testo a quanti hanno una responsabilità educativa tanto nelle scuole, quanto in ambienti come parrocchie, gruppi giovanili, movimenti. Nelle scuole sarebbe una scossa salutare dinanzi alla diffusa e presuntuosa superficialità con cui spesso viene proposto l’orizzonte della nonviolenza, ritenuto un ingenuo utopismo per anime belle, estranee alla durezza della storia.
Nelle parrocchie e negli ambienti di educazione cristiana l’alibi è spesso il retaggio di una cristologia «docetica», che stancamente ispira tanta predicazione: se Gesù era Dio poteva permettersi di «amare i nemici», di «porgere l’altra guancia», di «perdonare settanta volte sette», ma a noi umani… Una cristologia che Jon Sobrino definirebbe «nociva» e che attende da troppo tempo di essere rivisitata[2].
Il testo sulla «nonviolenza di Gesù» si pone all’interno di quel movimento nelle cristologie attuali che Sobrino definisce «il ritorno a Gesù di Nazaret» e si pone come significativo stimolo ad approfondirle perché ispirino più autentiche prassi evangeliche.
Pax Christi International, La nonviolenza di Gesù. Operare la pace secondo i vangeli, a cura di Fabrizio Mandreoli e Michele Zanardi, Zikkaron, Bologna 2023, pp. 128, euro 12,00.
[1] https://www.zikkaron.com/prodotto/nonviolenza-di-gesu/
[2] Si veda http://www.settimananews.it/teologia/cristologia-in-carcere-opportunita-anche-per-la-teologia/
Buongiorno, le solite utopie senza capo né coda. Gesù mai ha parlato di pace sulla terra essendo governata dal principe di questo mondo. Tutti gli autori da voi citati sono i soliti modernisti che stravolgono la persona di Cristo stesso. L elogio più grande Gesù lo fa proprio al centurione romano uomo avvezzo alla guerra. Poi basta vedere cosa è diventata la gerarchia attuale per dimostrare l utopia della pace. Un Bergoglio divisore in casa sua. L unica alternativa è quella di convertire tutti battezzandoli al cristianesimo allora qualcosa di meglio si otterrebbe. Grazie