Qual è stato il ruolo delle donne nella Resistenza? Cosa ha significato per loro quel periodo di lotta ed emancipazione personale? E cosa hanno ottenuto subito dopo la fine della guerra? Attraverso un montaggio suggestivo di materiali d’archivio ed estrapolando un filo narrativo dalle interviste a venti partigiane realizzate negli ultimi quarant’anni dall’Archivio nazionale cinematografico della Resistenza di Torino, emerge una precisa visione di quel periodo, dove la lotta era vista come ricerca di libertà individuale e dove si richiedeva parità nel lavoro e nella famiglia…
Comincia con un nastro che gira su un vecchio registratore a bobine, Libere, e con una voce femminile che ricorda «l’ingresso dei carri armati tedeschi in piazza Castello», a Torino. Poi, subito dopo, le immagini di morte e distruzione, i bombardamenti aerei, i corpi senza vita di soldati, civili, bambini. Da quei cadaveri, dalle azioni degli squadristi fascisti, dalla bolsa retorica dei discorsi del duce, dalle case bruciate dai nazisti nasce in giovani donne coraggiose la spinta a diventare partigiane. Donne combattenti, soprattutto “staffette”, portatrici di ordini e messaggi da un posto di collegamento ad un altro, ma anche «dell’esplosivo paracadutato dagli inglesi», facendosi «25 km in bicicletta, con dieci detonatori a viaggio sul sellino». Paura, tanta. Ma non al punto di mollare tutto.
Il bel documentario di Rossella Schillaci, da tempo impegnata sul fronte delle migrazioni e delle identità culturali, ha il pregio di condensare nelle testimonianze vocali, senza mostrare chi sta parlando, il ricordo indelebile di una stagione dolorosa della vita italiana ma ricca di slanci, fermenti, desideri, lasciando allo spettatore il compito di “corredare” spiegazioni, ricostruzioni, vicende attraverso un ampio repertorio di materiali (registrazioni audio, fotografie, negativi, cinegiornali, microfilm, trascrizioni, pubblicistica, volantini, relazioni, tessere).
Le voci originali delle attiviste piemontesi incrociano le speranze di ieri e le delusioni di oggi. In questo senso, Libere racconta una Resistenza parallela: non solo la lotta di liberazione dal nazifascismo, ma anche la faticosa emancipazione femminile da una società di stampo ottocentesco. Dunque, i Gruppi di difesa della donna (70 mila persone unite nell’alto ideale della democrazia) e le prese di posizione per la parità di salario, massaie, operaie, contadine «di ogni fede religiosa e tendenza politica» alleate nel loro «bisogno di pane, pace e libertà». Quella libertà, conquistata mettendo a rischio la propria vita, quasi “annullata”, finita la guerra, dal ritorno forzato alla dimensione privata.
- LIBERE
- Regia: Rossella Schillaci
- Nazionalità: Italia, 2017
- Durata: 75′