«E vedo in te, o amico, l’ansia di voler comprendere la mentalità dei lontani, lo sforzo per superare certe forme cristallizzate, onde fornire, su un piano d’intesa, l’abbraccio fraterno nel nome di quella cattolicità che è in ogni anima buona. […] Il mondo dei lontani è refrattario, indifferente; non crede e, quel che è peggio, non si occupa di credere. Uno strato arido pietroso come quello del cappellaccio nell’agro romano s’è steso sulla terra. Occorre una bonifica integrale, a incominciare dal dissodamento» (p. 42).
Con queste parole don Floro Mandelli si rivolgeva a don Primo con vera amicizia, ma scafato realismo venato di pessimismo pastorale, in un articolo dal titolo “Lettera aperta a don primo Mazzolari” comparso sul settimanale diocesano di Cremona La Vita Cattolica il 28 gennaio 1938. E di certo esprimeva l’animo in parte ammirato e in gran parte sconcertato per l’opera e gli scritti del discusso confratello.
Don Mazzolari vi risponderà sullo stesso settimanale con un articolo dal titolo “A un caro prete di campagna”, in data 11 febbraio 1938. Dato alle stampe come articolo nel n. 3 di maggio-giugno 1938 sulla rivista Segni dei tempi: rassegna di scienze morali, pp. 58-81, fu pubblicato nello stesso anno come volumetto a sé stante e contenente anche un articolo del 1937 «Un “lontano” si confessa».
Del 13 febbraio 1938 è invece l’articolo di don Primo “Finestre sull’eterno”, uscito su Il Nuovo Cittadino di Genova e su L’Italia il 14 luglio 1938, per onorare la figura della scrittrice veneta Paola Bianchetti Drigo morta all’inizio dell’anno.
Il volume curato da Bruno Bignami raccoglie i quattro articoli.
In effetti, due visioni opposte animavano la cura pastorale dei due amici sacerdoti, Mandelli e Mazzolari. Nella sua risposta al confratello, Mazzolari parla del problema dei lontani, di come il parroco lo avverta, della domanda su quanti siano, chi siano e dove siano. La riflessione si spinge a interrogarsi sul come siano andati lontano, con un invito a non voler catalogare ad ogni costo le persone, cercando invece il loro animo, «l’animo di colui che va lontano».
Mazzolari si domanda come si possa parlare ai lontani, guardandoli con affetto fin da lontano come il padre del figliol prodigo, respiciens a longe. Non certo con animo duro e offeso, ma chiamando tutti “amico” come ha fatto Gesù perfino col traditore Giuda.
Bisogna conservare o conquistare? si domanda Mazzolari, che dedica il volumetto “Alle anime sofferenti e audaci”. Senza abbandonare il gregge “al sicuro” nella Chiesa e nelle pratiche tradizionali della fede e della pietà, occorre essere coraggiosi, aprirsi al dialogo con le persone che vivono per tanti motivi – educazione, convinzione, pigrizia mentale – in un modo lontano da quello della Chiesa, non raggiungibile dalle prediche o dalla “cannonate” dei documenti ecclesiastici.
Duplice il lavoro e duplice il metodo, osserva don Primo: la “perseveranza” con le persone che già credono, la “penetrazione o ricristianizzazione” con le persone lontane dalla Chiesa. Bisogna dialogare con i singoli e con i gruppi, amare e farsi amare, lasciar parlare le persone e ascoltarle, accettarle con il loro mondo di convinzioni e di valori. La grazia di Dio, la sofferenza e la preghiera opererà il resto.
In ogni caso, comunque, il campo vasto dei lontani non è il campo del nemico, ma quello del regno che viene…
Sono pagine di una nitidezza spirituale e pastorale – impreziosite da citazioni letterarie che mostrano l’intelligenza e l’apertura mentale di don Mazzolari – che fanno già presentire appieno le voci che si leveranno venticinque anni dopo nel concilio Vaticano II. Inaugureranno la stagione ecclesiale nuova dell’aggiornamento, della distinzione fra errore ed errante, dell’amore per l’uomo così com’è, dell’azione testimoniale di una Chiesa “in uscita” (così si esprimerà papa Francesco), esperta di umanità, una Chiesa nel mondo e non opposta ad esso muro contro muro. L’uomo è sempre, anche se spesso inconsapevolmente, in ricerca del senso ultimo del suo camminare e del suo vivere sotto il sole.
Primo Mazzolari, I lontani. Motivi di un apostolato avventuroso. Edizione critica a cura di Bruno Bignami (Collana Don Primo Mazzolari diretta da Giorgio Vecchio a cura della Fondazione don Primo Mazzolari s.n.), EDB, Bologna 2020, pp.120, € 11,00, ISBN 978-88-10-10959-5