Se nel nostro mondo il clima è sempre più a rischio e ci sono segni palesi dello scioglimento dei ghiacciai (non solo quelli artici ma quelli di casa nostra, e dobbiamo dolerci per coloro che ci hanno rimesso la vita) l’arte cinematografica riflette su un mondo che verrà, in cui l’apocalisse è già accaduta, anche più volte, e l’uomo è chiamato ad un nuovo inizio.
Una delle provocazioni più recenti al riguardo è Lost in Space, uscito sulla piattaforma di streaming Netflix dal 2018 al 2021 in tre stagioni. Il continuo peggioramento delle condizioni di vita del nostro pianeta, porta gli esseri a fuggire la catastrofe realizzando il viaggio tra le stelle. La destinazione del folto gruppo di colonizzatori sarà un pianeta del sistema Alpha Centauri.
Storie di famiglia
L’astronave madre raccoglie in sé tante navette spaziali, abitata ciascuna da un nucleo familiare. Le vicende della serie si concentrano sulla famiglia Robinson. Mamma e papà (Maureen e John) e figli (Judy, Penny e Will) affronteranno i pericoli dello spazio e faranno crescere il loro legame contro prove di ogni tipo.
Il compito sponsale e genitoriale è arduo. Il rapporto tra Maureen e John è ferito da diversi malintesi vissuti prima di partire dalla Terra. Solo «in orbita», costretti dalla precarietà delle situazioni e dal necessario aiuto reciproco, ritroveranno l’intesa che li farà guide per il nuovo mondo ai tre figli.
Sorelle non si nasce, ma si diventa. Judy e Penny vivono una forte competizione. Nascono delle invidie tra Judy, quasi una bambina prodigio, figlia solo di Maureen e non di John che la adotta, e Penny figlia biologica di entrambi, assillata dal complesso di inferiorità rispetto alle caratteristiche di intelligenza della sorella acquisita. Saranno le parole dei genitori a permettere alle due figlie di vedere reciprocamente le loro ricchezze nascoste.
Molto credibile è anche il personaggio più piccolo della famiglia, Will. Le sue problematiche e capacità evolvono nel corso della serie e passano dallo stato fanciullesco a quello adolescenziale, mostrando come i primi fiaschi che avevano messo in pericolo la vita degli altri membri, siano solo un lontano ricordo al lavoro compiuto in favore di tutta la comunità colonizzatrice, in particolare intessendo un rapporto amicale con il robot alieno (buono), chiave per continuare il viaggio fino al nuovo mondo.
La natura e la donna
Le avventure della famiglia spaziale, che non mancano mai di suspense e originalità, mostrano un contatto stretto ma rispettoso verso la natura grazie a scenari spettacolari che rendono molto credibili gli esopianeti visitati.
Ci piace sottolineare, infine, come il ruolo dalla donna sia centrale. Il capo della famiglia è sicuramente Maureen, che sprona i ragazzi ad essere autonomi e intraprendenti; pianifica i salvataggi trasformando la navicella spaziale in uno scafo che solca i mari del mondo ricoperto d’acqua, e arriva a salvaguardare l’unità della famiglia dettando i passi dell’ammutinamento dall’astronave madre Resolute per il bene di tutto l’equipaggio.
Il marito John rischia di rimanere in secondo piano, adeguandosi ai piani della moglie, ma non mancano i suoi momenti topici come il salvataggio di Maureen dal «freddo cosmico» quando è letteralmente sbattuta fuori dalla Resolute per le angherie del comandante, provvista solo della tuta spaziale.
La salvezza dai figli
L’altra categoria celebrata è quella dei bambini e degli adolescenti. Possiamo leggerci un tentativo di rovesciare lo stereotipo classico della famiglia patriarcale (in cui il potere decisivo era nelle mani degli uomini adulti) a favore di un riequilibrio dei compiti e della dignità di tutti i membri. I nuovi «figli della tecnologia» hanno dunque veramente qualcosa da insegnare ai grandi… senza disdegnare però di apprendere la loro sapienza antica!
Le scene che ci fanno pensare sono i salvataggi che compiono i figli verso i genitori. Emblematica la scena in cui Judy dispiega tutto il suo potenziale salvando il padre finito nel fondo di un pozzo. A rischio della vita, affronta l’attacco imminente di raptor alieni (stile Jurassic Park), ritrovando il coraggio nei ricordi dell’infanzia, quando il genitore adottivo la faceva sentire sicura con la sua presenza, facendole vincere la paura di cadere dalla bicicletta.
La terza (ed ultima stagione) ci conferma la formula vincente della famiglia che sopravvive all’apocalisse: la lotta contro i robot alieni (e la loro cattiva programmazione) si conclude a favore degli umani grazie al lavoro di squadra e all’umanità manifestata da ciascuno. Viene così salvata la colonia di Alfa Centauri dall’invasione robotica, e i Robinson trovano tregua dopo aver vagato anni per nello spazio all’interno di una navicella spaziale: finalmente le famiglie possono ritrovarsi a festeggiare davanti ad una tavola (non in orbita) con cibo non sigillato!