A Gesù che ha sconfitto «la solitudine più grande», quella della morte, l’autore di questa Via crucis, l’arcivescovo di Bologna, Matteo Maria Zuppi, chiede, in forma di preghiera, che «nessuno sia lasciato solo».
Quattordici le stazioni di questa Via crucis. Numero usuale, ma alquanto diverso l’intero impianto. Se alcune stazioni si rifanno allo schema classico (La condanna di Gesù, Il Cireneo, La Veronica, Gesù crocifisso, Gesù muore in croce…), altre sono “nuove” a cominciare dalla prima “Gesù dona se stesso nell’ultima cena”, continuando con “Gesù nell’orto degli ulivi”, Gesù arrestato, Gesù tradito da Pietro…
Lo svolgimento di questa Via crucis prevede, dopo il “Ti adoriamo, o Cristo…”, un brano biblico ricavato dai Vangeli (eccetto l’8ª stazione che riprende un testo di Isaia), una riflessione, un’invocazione (celebrante/assemblea) ricavata da un salmo e, infine, la preghiera pronunciata dal celebrante.
In ognuna delle 14 stazioni viene menzionato il tema della solitudine, filo conduttore di tutte le brevi meditazioni. Nelle cinque pagine introduttive, mons. Zuppi spiega il perché del tema prescelto. Egli costata che «il mondo è pieno di solitudine», che «viviamo spesso come isole», che il nostro io è fatto «non per stare solo», che «intorno a noi c’è tanta gente sola», che «nella debolezza la solitudine diventa un peso terribile». L’antidoto è aprire il cuore, proporre accoglienza e amicizia, diventare famiglia di persone che si vogliono bene. Il modello è Gesù, capace di amore incondizionato verso tutti.
Matteo Maria Zuppi, Mai più soli. Via crucis, EDB, Bologna 2019, pp. 40, € 2,80. 9788810710968