La prima cosa che colpisce leggendo il volume della teologa Segoloni Ruta – dottore in teologia dogmatica e docente ad Assisi – è il taglio femminile e «materno» delle sue riflessioni. Il libro, fra l’altro, è dedicato ai suoi quattro figli…
L’autrice apre le sue riflessioni con un capitoletto dedicato all’amore e alle sue varie connotazioni bibliche (paterno, materno, di alleanza, di misericordia, di tenerezza viscerale ecc.). Quasi un commento a Misericordiae vultus di papa Francesco.
Il resto del libro ripercorre la figura di Maria di Nazaret in tutte le sue apparizioni nei testi evangelici (specialmente lucani, quindi). Dall’annunciazione, al «dialogo» con Giuseppe sul da farsi (non è scritto, ma deve esserci stato…), alla visitazione, al parto di Gesù, al suo primo segno di indipendenza, alla vita quotidiana a Nazaret, alla vita pubblica del figlio in cui, secondo Giovanni, a Cana «provoca» il primo «segno» di Gesù non come favore personale ma perché egli inizi la sua missione…
I vangeli vedono Maria protagonista anche nella descrizione della nuova famiglia spirituale dei discepoli di Gesù. La sua vicenda si conclude sotto la croce (in modo dettagliato nel Vangelo di Giovanni), e nella preghiera allo Spirito al Cenacolo, insieme ad altre donne, agli apostoli, ai fratelli di Gesù.
L’autrice scrive con penna lieve le proprie riflessioni che, pur attingendo ai risultati odierni dell’esegesi, sono intrise dall’insistenza sul dato relazionale, affettivo, sull’apertura alla volontà di Dio che non toglie nulla alla femminilità e alla maternità del dire e del fare di Maria.
Gesù arriva alla pienezza della sua maturità guardando il volto di Maria e di Giuseppe, sostenuto dalla loro benevolenza, intessuto delle relazioni che ha potuto creare con libertà e creatività.
Maria, lentamente, da ragazza ebrea attenta alla voce di Dio, diventa discepola del suo figlio, per poi diventare «madre» del gruppo dei suoi discepoli, la Chiesa nascente nella forza dello Spirito.
L’autrice segue col movimento dell’intelligenza e della sensibilità femminile tutti i movimenti del cuore e del grembo di Maria che, aprendosi alla grazia «impegnativa» del Padre, diventa grembo nel quale può apparire nel mondo, col suo «contrarsi», il «contrarsi» delle viscere materne dell’amore divino.
Maria compare ben partecipe della nuova famiglia di Gesù, essendo protagonista dell’ascolto della Parola e della sua messa in pratica nella fede. La sua gioia sfrenata di ragazza, la sua «spudoratezza» nel portare avanti una situazione di gravidanza che aveva tutti i crismi per attirare sospetti, giudizi ingenerosi, punizioni esemplari, la accompagna, nella sua maturazione, diventando letizia di cuore materno. I suoi pensieri saranno sempre per il figlio, sospesi fra preoccupazione, gioia, sostegno, lacrime, fierezza…
Giusta la notizia fondamentale circa la verginità di Maria, la sua situazione di partenza. Lungi dall’essere una condizione ottimale, essa era vista come tempo di povertà, piccolezza, privazione (se non addirittura maledizione da parte di Dio se la cosa si protraeva troppo nel tempo…). Ecco come si spiega la gioia che esplode nel Magnificat, che loda il rovesciamento dei potenti e l’esaltazione dei «poveri», la grandezza delle opere potentemente «paradossali» di Dio verso Maria e verso l’intero popolo di Israele.
Un bel volume, che si legge con piacere, assaporando con sensibilità femminile ciò che gli eventi della vita possono far provare ad una ragazza-donna-madre, fin nel grembo che si apre alla chiamata a diventare la madre del Messia, del Figlio di Dio. A p. 52, r. 7 leggasi «mostrò»; a p. 142, r. 3, come già altrove, è meglio leggere con la traduzione CEI 2008: «Come avverrà questo?».
Simona Segoloni Ruta, L’amore viscerale. Maria di Nazaret e il grembo di Dio, collana «Itinerari», EDB, Bologna 2017, pp. 192, € 18,00.