Ottant’anni a settembre, vescovo emerito di Strasburgo, città crocevia di culture, già docente all’Istitut Catholique di Parigi, dal 1992 al 1997 membro della Commissione teologica internazionale e oggi del Pontificio consiglio per la cultura (anche collaboratore di diverse riviste tra cui Concilium di Queriniana), Joseph Doré, teologo fondamentale, ha deciso di rispondere ad una sfida che era stata l’oggetto del convegno dei teologi europei riuniti a Bressanone nell’estate di tre anni fa: la ricerca di un linguaggio più evangelico per parlare di Dio alle persone.
Un proposito che, se ha attraversato i secoli, dagli evangelisti ai teologi e ai predicatori, oggi rappresenta una delle caratteristiche richieste a quella Chiesa «in uscita» voluta da papa Francesco. E in questa linea Doré punta in alto: non solo spiegare Gesù, ma spiegarlo «a tutti». Abbandonando così le dispute teologiche, l’autore – uno dei più autorevoli teologi francesi contemporanei – con uno stile che svela le sue riconosciute capacità didattiche, guida il lettore in un viaggio che riassume anni di lavoro di storici e teologi sulla figura di Gesù nell’intento di condurli all’incontro con una persona in grado di cambiare la vita.
A chi potrebbe obiettare che la sua identità e “professione” potrebbe fare di lui «un partigiano o un propagandista», risponde già nell’Ouverture: «La concezione che io ho della mia responsabilità, in quanto credente, in quanto teologo e in quanto pastore, mi ha sempre impedito di cedere ad ogni forma di proselitismo, e a maggior ragione di clericalismo, qualunque sia il senso che si dà a queste parole». Per Doré, infatti, una testimonianza proposta in maniera responsabile è tutt’altra cosa da un’iniziativa di «adescamento»: il discorso procede allora con riflessioni che si propongono, non si impongono, privilegiando delle risposte a domande immaginarie, e tuttavia verosimili e pure frequenti. Cosa sappiamo di Gesù e della sua esistenza? Quali sono le fonti di queste conoscenze? Che cosa sta sotto l’idea di miracolo? In che senso va inteso l’amore del prossimo che Gesù propugnava? Come si spiega quell’incrollabile fede nella sua risurrezione?
«Il passo dalla religione alla morale è facile – scrive Dorè –, si può dire che, secondo Gesù, la morale culmina nel legame che egli ha radicalmente stabilito tra la causa di Dio e quella dell’uomo, di ogni uomo»: è «la misericordia che deve andare prima di tutto a coloro che sono i più trascurati: i malati e gli esclusi dichiarati impuri, le donne (persino di “malavita”!) e i bambini sempre».
E, nelle ultime battute, il teologo svela che, in fin dei conti, spiegare Gesù significa comprendere meglio l’esistenza umana, dare un senso alla propria vita.
Il libro non è, allora, la metodologia di «un teologo moderno o postmoderno», bensì la ricerca di un credente che intende parlare di Gesù per aiutare a comprendere la vita di ciascuno.
Joseph Doré, Gesù spiegato a tutti, Queriniana, Brescia 2016, pp. 160, € 13,50.