«Sempre col papa fino alla morte, che bella sorte sarà per me»: così cantavamo generazioni fa con convinzione e entusiasmo (tempi di Pio XII). Era una delle espressioni, sia pure un po’ ingenua, della fede cattolica nel forte primato del papa, uno dei nostri dogmi più cari e indiscutibili.
Ma questo non fu mai discusso? Come se ne pensava nei primi secoli della Chiesa? Era proprio chiaro per tutti e come lo si concepì e visse nelle epoche successive? Specialmente, come lo pensarono e trattarono le Chiese orientali cattoliche e ortodosse? E come possiamo trattarne adesso, dopo il Vaticano II e i suoi grandi papi? A questo complesso problema è dedicato il volume di un grande competente veneto: il prof. don Giorgio Fedalto.
Pur non nascondendo, anzi prediligendo la sua fede in san Pietro e nei suoi successori romani (e ciò ne rende talvolta la lettura poco trasparente ed esposta a qualche pregiudizio), l’autore affronta quella problematica in metodo diacronico, ossia studiando la fede verso Pietro e verso la Chiesa romana periodo per periodo storico: dalla vita di Gesù al periodo pre e postcostantiniano in Occidente (in particolare in Ireneo) e in Oriente (per esempio, nell’Africa di Tertulliano, di Cipriano, di Agostino e in Eurebio ecc.); nel periodo successo all’invasione islamica e allo sviluppo delle teorie imperiali in alleanza o in rotta di collisione col papato di Gregorio VII, di Innocenzo III e di altri papi; in particolar modo, nel periodo che vide un sempre più palese contrasto tra Roma e Bisanzio-Costantinopoli (forse la parte più interessante del libro), per passare, infine, all’epoca moderna e attuale.
Dalla storia così complessa e variegata l’autore deduce linee e prospettive per il dialogo già avviato ma ancora in difficile corso tra Chiesa catto-romana e Chiese orientali ortodosse.
Il libro si legge quasi d’un fiato, per l’interesse circa il tema e per la ricchezza di dati, testi, riflessioni, proposte. Si capisce ancora di più, se ce ne fosse bisogno, la svolta operata specialmente dal Vaticano II e dai suoi grandi papi da Giovanni XXIII a papa Benedetto. Manca, e stupisce un po’, salvo mia svista, qualsiasi accenno a papa Francesco: perché? Forse perché l’effettiva redazione del volume, frutto anche di anni di scuola passata, precedette il 2017 della sua effettiva pubblicazione?
Comunque, un lavoro benemerito, a mio giudizio, e da leggere con attenzione. Potrebbe diventare un bel servizio concreto al cammino ecumenico delle nostre Chiese sorelle, oltre che uno stimolo a rileggere in modo più corretto la figura evangelica di Pietro e quella dei suoi successori: basterebbe ricordare che nel Vangelo non sta scritto che «a te Pietro – e ai tuoi successori – darò le chiavi…»; e, comunque, chi furono pensati nella storia come successori di Pietro? I vescovi di Gerusalemme, di Antiochia, di Alessandria o quello di Roma e di Bisanzio, o tutto il collegio apostolico ed episcopale?
Il libro di Fedalto conduce anche a questa coraggiosa e intrigante domanda, e a scoprire certe differenti risposte sul rapporto papa-Chiesa (per esempio: quella di Pio IX e quella del Vaticano II: quasi assolutista la prima, più ecclesiale e tradizionale la seconda).
Giorgio Fedalto, San Pietro e la Chiesa di Roma. Temi ecumenici con l’Ortodossia, ed. Mazziana, Verona 2017, pp. 224, € 15.50.