Il volume raccoglie le dodici lezioni, trascritte dal dehoniano p. Giuliano Stenico, che il prof. don Pasquale Basta (nato a Venosa il 13 dicembre 1969) – sacerdote della diocesi di Venosa, docente di Teologia Biblica alla Pontificia Università Urbaniana e professore invitato di Ermeneutica al Pontificio Istituto Biblico – ha tenuto a Camaldoli nell’ambito della 37ª edizione del Convegno annuale organizzato dalla rivista biblica dehoniana di Bologna Parola Spirito Vita (25-29 giugno 2018).
Nell’Introduzione generale (pp. 5-23) Basta ricostruisce l’insieme del rapporto di Paolo con la città e con la comunità da lui fondata nell’anno 52 d.C.
Delineata la situazione socio-economica-religiosa del luogo – una città con due porti, con popolazione ampiamente caratterizzata dagli strati sociali più bassi quali gli operatori marittimi, gli schiavi, dalla presenza di una varietà impressionante di culti orientali e greco-romani, da un tempio che sull’Acrocorinto ospitava la prostituzione sacra –, egli traccia un’introduzione retorico-letteraria alla lettera che Paolo scrive alla comunità da Efeso a metà degli anni 50.
Per comprendere correttamente le lettere paoline è molto importante riconoscere la strutturazione retorico-letteraria degli scritti, che contengono anche le caratteristiche dell’epistolografia coeva, con i loro principali snodi strutturanti. Nella terminologia latina alcune di essi sono: exordium (con il prescriptum), propositio principalis, propositio(nes) secundaria(e), probatio, narratio, digressio, confutatio, vilificatio, peroratio, postscriptum.
Nel volume si ritrovano i contenuti delle lezioni, ma non si può percepire evidentemente la cortesia e l’amabilità dell’autore che abbiamo potuto godere a Camaldoli.
Nella sua lettera Paolo risponde alle domande postegli per iscritto dalla comunità e fattegli pervenire da una delegazione ufficiale a Efeso – che lo ragguaglia ulteriormente a voce su altre questioni – e conseguite in seguito alle informazioni offertegli dai familiari/dipendenti di Cloe giunti a Efeso per lavoro.
Non sembra possibile individuare una tesi principale (o propositio generalis) di tutta le lettera, neppure 1,18 che pone al centro la sapienza paradossale della croce di Cristo. Lo potrebbe essere al massimo di 1Cor 1-4.
Nella Chiesa di Corinto vi è una grande ricchezza di doni e di vivacità di vita spirituale – che Paolo riconosce con gioia –, ma esistono anche numerosi problemi di relazioni interpersonali.
Alcuni di essi sono l’emersione di un culto della personalità degli apostoli che finiva per dividere la comunità in frazioni e chiesuole partitiche, la sovraesposizione di carismi ricevuti con la preferenza per i più eclatanti quali la glossolalia, i rapporti non sempre equilibrati e corretti con la cultura greco-romana circostante che mette in difficoltà i discepoli di Gesù per quel che riguarda la consumazione di cibi e l’impostazione riguardante la vita matrimoniale e familiare (con fenomeni di dissolutezza morale grave), lo svolgimento non sempre corretto e ordinato delle assemblee comunitarie e del pasto eucaristico nell’accoglienza reciproca fra ricchi e poveri.
La vita cristiana
Paolo propone sempre delle risposte “alte” anche a questioni pratiche. La sua è una teologia che nasce non a tavolino, dalla cattedra, ma dal vivo dell’esperienza dell’azione missionaria e pastorale.
Individuate nella croce di Cristo e nel battesimo le caratteristiche fondanti della vita cristiana, a partire dalla vita trinitaria Paolo cerca di far costruire alla sua comunità in difficoltà una vita dominata in modo decisivo dalla carità. Questa è la linea portante per l’edificazione della vita familiare, della strutturazione pacifica della comunità, della regolamentazione circa l’assunzione di carni rimanenti dai sacrifici pagani, lo svolgimento ordinato delle assemblee comunitarie, l’esplicazione corretta dei propri carismi col dare la precedenza alla carità, alla profezia e a ciò che «è costruttivo/edifica/oikodomeō-oikodomē». Paolo è attento al fatto che alcuni comportamenti di legittima libertà cristiana possono essere mal compresi dall’ambiente circostante, facendo apparire la comunità come un ambiente tendenzialmente sovversivo della società.
È evidente che, nell’argomentazione paolina, sono importanti i fondamenti teologici da lui ricercati ed espressi. Paolo non propone mai soluzioni moralistiche o di pura esortazione paternalistica. Sono dati teologici, cristologici, pneumatologici ed ecclesiologici. Il punto di partenza è sempre alto e illuminante ancor oggi, cioè il radicamento biblico dell’argomentazione. La Bibbia è il primo ambito nel quale cercare luce e direttive d’azione, alla luce dell’agire dell’amore paradossale di tutta la Trinità nei confronti degli uomini.
E chiaro che anche Paolo – come tutti gli autori dell’AT e del NT – è condizionato dalla cultura del suo tempo nel dedurre dal dato biblico e trinitario le argomentazioni esegetico-morali con cui rispondere ai problemi comunitari. Il peso e il valore delle argomentazioni cambiano quando dal fondamento biblico-teologico si passa all’argomentazione pastorale, disciplinare, di convenienza culturale o addirittura – quando Paolo non sa più a quale argomento rifarsi – a quella della sua autorità apostolica e della consuetudine ecclesiale.
Paolo è un gigante nella fede e nell’azione pastorale missionaria, spesso mal compreso perché mal studiato! L’ampio spettro dei quesiti da lui affrontati in 1Cor, e soprattutto le radici biblico-teologiche del suo ragionamento e della sua prassi pastorale, ne fanno un modello insuperato ancor oggi. Questo rimanda al coraggio e al vigore missionario, al dialogo aperto con l’ambiente socio-culturale di inserimento, alla vita spirituale impregnata di carità apostolica che lo animava. Solo questo può far sì che le Chiese siano ancora oggi edificate anche nelle difficoltà e siano testimoni di una serena vita alternativa a quella proposta dalla massificazione edonistica e consumistica della società odierna, fabbricatrice impietosa persino di scarti umani. La Chiesa di Paolo vuol offrire invece il lievito genuino per una vita cristiana e sociale segnata dalla “carità” ecclesiale e civile.
Pasquale Basta, Prima lettera ai Corinzi. Edificare nelle difficoltà, (Biblica s.n.), EDB, Bologna 2020, pp. 192, € 20,00, ISBN 978-88-10-22189-1