Non si può ignorare la diffusione e la risonanza mediatica del volume “Sodoma” di Frédéric Martel (Feltrinelli, Milano 2019, pp. 560, € 24,00).
Avevo accettato di darne un resoconto per Settimana news, dopo tre giorni di letture; ho letto con interesse la cronaca letteraria di Guillaume Goubert, caporedattore di La Croix, pubblicata il 21 febbraio.
Questa cronaca è eccellente e smonta, con chiarezza, la tesi “autoreferenziale” usata da Frédéric Martel riferita alla Chiesa per sottolinearne i silenzi e i compromessi, ma che si ritorce anche contro l’atteggiamento o la militanza gay dell’autore, presente in tutta la sua inchiesta e che priva di ogni carattere oggettivo o scientifico un’opera impressionante per la sua ampiezza.
Il lavoro infatti è ampio e il risultato “strapieno” di informazioni, di tesi, di profili, ma anche di valutazioni appena accennate e di sottintesi troppo frequenti che finiscono per creare impressioni di fastidio, di disgusto, di stanchezza. Troppo è troppo, a forza di insinuazioni si rischia l’indigestione.
Le tesi però sono da accogliere e da prendere sul serio. Ne sottolineo alcune:
– L’omosessualità dei responsabili della Chiesa implica spesso un atteggiamento omofobo le cui cause sono molteplici e produce una specie di omertà del club interno alla gerarchia e ai preti che porta a un duplice atteggiamento che manifesta, da una parte, una condanna pubblica e, dall’altra, una tolleranza “in sé” nei circoli ecclesiastici.
– Questo “in sé” favorisce dei bisogni finanziari importanti per proteggersi o soddisfarsi e porta ad una complicità con le forze reazionarie della società. Ci si può perfino domandare se queste forze reazionarie non giochino su queste ambiguità per “mantenere” questi prelati così compromessi.
– Le aperture della morale sessuale della Chiesa, non solo sull’omosessualità, ne risultano bloccate o sostenute da prelati minori e facilmente sospettati di compiacenza con il movimento gay.
– La lotta contro gli abusi sessuali e la pedofilia non deve essere ostacolata da queste omertà omosessuali.
Se l’opera è carica, nei vari sensi del termine, è anche carica positivamente di una salutare inquietudine. Questa Chiesa potrà riformarsi? Questa Curia, che costituisce un anello problematico intorno a papa Francesco, gli impedirà di governare con l’audacia necessaria per fare fronte alle sfide attuali?
Ora, tra le sfide, oltre i nodi climatici, economici e migratori, si dovranno aggiungere il posto della donna nel servizio della Chiesa, gli abusi sessuali e un nuovo approccio alla sessualità e al suo riconoscimento nella Chiesa.
Il quadro sovraccarico tracciato da Frédéric Martel può sembrare eccessivo, ma, come tutte le caricature, ha un suo significato. C’è l’urgenza di riformare il governo della Chiesa e l’accesso alle cariche per il ministero. Perché ciò che il mondo aspetta è che noi annunciamo il Vangelo, un Vangelo che fonda una generosa speranza per domani. Noi assistiamo ad una subdola rinascita del Male nelle nostre società che si sognavano democratiche e liberali e che si scoprono, invece, fragili e incerte. Il Vangelo è atteso in termini di giustizia e di rispetto per i più piccoli.
Hugues Derycke è prete della Missione di Francia, 25 febbraio 2019
Concordo con l’autore di questo articolo.
Però sottolineo: 1. si tratta in ogni caso di una operazione commerciale il che svaluta abbastanza il tutto; 2. alla fine prevale un senso di disgusto: è troppo, in diversi passaggi (vedi Stazione Termini) siamo alla pornografia di chiacchiere senza una prova; 3. qualche ‘vera’ domanda andrebbe fatta, del tipo: e allora come se ne esce? oppure chiedere ai vari personaggi dalla doppia vita come si sentono nella loro doppia vita? – e invece non c’è traccia…; 4. ci sono aspetti francamente eccessivi e falsi (descrizione portiere colloquio con padre Lombardi) che andrebbero denunciati come calunnie vere e proprie. Operazione troppo commerciale per arrivare da qualche parte, con buona pace dell’editore italiano che alla fine si rivela interessato al soldo e molto poco alla promozione culturale.