«Stăniloae è certamente il più grande teologo ortodosso del XX secolo». Così scriveva Olivier Clément (1921-2009), francese, egli stesso teologo ortodosso di grande valore. Altri ritengono Stăniloae «un’autorità importante della teologia ortodossa del XX secolo», «la colonna della teologia ortodossa contemporanea».
Lo stesso giudizio lo troviamo ribadito nel libro La visione ecumenica di padre Dumitru Stăniloae – Aspetti esistenziali, teologici ed ecclesiali, scritto a due mani, da Daniele Cogoni, presbitero cattolico, docente di teologia, e da Anca Mariana Nechita, romena, sposa e madre, laurea in economia e ingegneria, impegnata su vari fronti a servizio della Chiesa Ortodossa. Essi definiscono Stăniloae «uno dei più grandi teologi cristiani del XX secolo» e «un “gigante” della teologia del XX secolo».
Ma chi è Dumitru Stăniloae? Autore fecondo di libri e articoli, studioso degli scritti dei Padri della Chiesa e del monachesimo orientale, per lunghi anni docente di teologia nella sua patria, la Romania, egli è pressoché sconosciuto in Italia, perché nemmeno una delle sue opere scritte in romeno (il 98%) è stata tradotta nella nostra lingua.
Stăniloae nasce nel 1903 a Vlădeni, un villaggio di montagna della Transilvania, ultimo di cinque figli. La prima guerra mondiale rallenta il corso dei suoi studi. Nel 1927 si laurea in teologia. Nel 1929 inizia la sua attività didattica come professore di teologia fondamentale presso l’Accademia Teologica “Andrei Șaguna” di Sibiu. L’anno successivo si sposa con Maria che gli darà un figlio, morto poco dopo la nascita, e due figlie. Nel 1931 è diacono e, l’anno successivo, sacerdote. Dell’Accademia teologica diventerà rettore dal 1936 al 1946.
Dal 1958 al 1963 conosce l’esperienza del carcere «per aver complottato contro lo statuto degli operai in Romania». È il tempo in cui il comunismo impone la sua opprimente dittatura.
Stăniloae muore il 4 ottobre 1993, a pochi giorni dal 90° compleanno.
Non si capirebbe lo spessore della sua teologia se si dimenticasse la sua traduzione in romeno dell’intera Filocalia (parola che significa “amore della bellezza”), testo greco che raccoglie estratti e opere della patristica orientale. L’intera opera, da lui tradotta e commentata, è stata pubblicata in 12 volumi. Daniele Cogoni l’ha definita «un’opera di ineccepibile rilevanza spirituale e culturale».
Sull’influsso che questi testi hanno avuto sul teologo Stăniloae è lui stesso a parlarne: «Ho scoperto negli scritti dei Santi Padri della Chiesa che è possibile incontrare veramente Dio, in modo reale, nella preghiera. E poi l’ho sentito dirmi: “osa capire che Io, Dio, ti amo”… Ho capito che l’amore è comunione con Dio e con chi ti sta accanto e che, senza questa comunione, il mondo non è altro che tristezza, vergogna, desolazione, massacri».
E, in un’intervista concessa a Francesco Strazzari, dichiarava: «Furono i Santi Padri a rivelarmi la profondità dell’autentica comprensione di Dio e il calore della vita in Lui… Mi sono fatto la convinzione che vi è unità organica fra il pensiero patristico e il pensiero che deve rispondere ai problemi d’oggi. Davvero il pensiero dei Padri è immortale».
Queste parole sono la migliore introduzione per capire la sua teologia. Essa non solo doveva soffermarsi sulla contemplazione del mistero che è Dio ma anche rispondere ai bisogni spirituali dell’uomo del nostro tempo.
In questo modo – scrive Anca Mariana Nechita – la teologia di Stăniloae «è una teologia testimoniale, vivente, filocalica, unica, di esperienza dell’amore…, una teologia viva, dinamica, fresca, una teologia conoscitiva che porta alla deificazione»…, «un modo di parlare di Dio in grado di appassionare i cuori». Convinzione ribadita dal patriarca Daniel, secondo il quale la teologia di Stăniloae «non è descrittiva, distaccata, ma partecipativa, come fosse un invito al dialogo con Dio».
«L’opera di padre Stăniloae – prosegue l’autrice romena – si sviluppa intorno all’argomento sublime della divinizzazione» dell’uomo, che consiste nella risposta «alla chiamata che gli è stata rivolta fin dall’inizio, quella di rimanere “uomo” per natura e “dio” per grazia». Tutti gli scritti di padre Stăniloae – conclude Anna Mariana – ci fanno intuire che il loro autore è «un uomo plasmato dall’Amore», «un mistico».
Ma non possiamo fermarci qui nel recensire il libro. C’è un altro aspetto avvincente della vita e delle opere del teologo romeno: la sua apertura ecumenica. Scrive sempre Anna Mariana: «Il grande desiderio di padre Dumitru Stăniloae, coltivato sin dalla giovinezza e mantenuto vivo in tutta la sua esistenza, fu quello di porre la ragionevolezza occidentale al servizio della fede cristiana orientale, così da operare una nuova sintesi culturale e teologica all’interno della tradizione romena e ortodossa». È soprattutto Daniele Cogoni che sviluppa questo aspetto nella seconda parte del libro.
Alcuni metropoliti romeni, terminato il primo conflitto mondiale, compresero l’importanza di inviare alcuni giovani teologi, fra cui Dumitru Stăniloae, presso i maggiori centri teologici europei al fine di promuovere una formazione multiculturale.
La padronanza del greco antico e moderno, del tedesco, del francese e del russo gli facilitarono l’accostamento diretto alle opere dei teologi occidentali. Nel libro Dio è amore, scritto nel 1971, egli cita ripetutamente teologi cattolici e protestanti come Küng, Tillich, Barth, Altizer, Rahner, von Balthasar… Constatando che il pensiero patristico è “polifonico”, nessuna meraviglia – scrive Stăniloae – che anche il pensiero teologico contemporaneo sia “polifonico”, teso a raggiungere «un’unità differenziata all’interno del cammino ecumenico delle Chiese», a partire dal comune riferimento ai Padri.
In prigionia intensificò la sua sensibilità ecumenica, vivendo assieme a credenti ortodossi, cattolici, greco-cattolici e protestanti. Appena liberato scrisse che il movimento ecumenico «è nato dentro l’irrequietezza e l’insoddisfazione della coscienza cristiana contemporanea…, è sorto da un sentimento di colpa». Anticipando il decreto conciliare Unitatis redintegratio, definì il movimento ecumenico «opera di Dio».
Il suo non è stato un ecumenismo “a tavolino”, ma un dialogo ricco di relazioni interpersonali, due fra tutte: la profonda stima e amicizia con Jürgen Moltmann e con Tomáš Špidlík.
Una delle parole maggiormente usate da Stăniloae è “sobornicità”, accompagnata dall’aggettivo “aperta”. Possiamo tradurre la parola “sobornicità” con “sinodalità” oppure con “comunione”. Essa esprime un forte anelito: una comunione non solo tra le Chiese ma fra tutti gli uomini, «l’unità universale dell’umanità, il disegno della ricapitolazione dell’umanità». E questo perché il Figlio di Dio «è diventato una specie di “ipostasi capo” di tutta l’umanità». Un suo biografo scrive che Stăniloae ha intuito che «esiste una unità ontologica tra gli uomini attraverso Gesù Cristo, un’unità che si manifesta nella storia, hic et nunc».
Alla luce di tutto questo, è doveroso definire Stăniloae un autentico “teologo ecumenico”, un teologo dal respiro universale. Purtroppo assai poco conosciuto in ambito occidentale.
Questo libro, scritto sia in italiano sia in romeno, si propone di dare al lettore una prima, sostanziosa presentazione della sua persona, della sua spiritualità e della sua teologia.
Daniele Cogoni – Anca Mariana Nechita, La visione ecumenica di padre Dumitru Stăniloae − Aspetti esistenziali, teologici ed ecclesiali, Cittadella, Assisi 2024, pp. 355, € 19,00
The book of Daniele Cogoni and Anca Mariana Nechita is a special work,
because it is a bilingual, Italian-Romanian edition, the result of the work
of two authors, one Italian and the other Romanian, published in special
graphic conditions, at a prestigious publishing house in Italy: Citadella
Publisher from Assisi and enjoying the enlightening foreword of Father
university professor Dr. Cristinel Ioja, Dean of the Faculty of Orthodox
Theology “Ilarion V. Felea” in Arad. The book, dedicated to Father
Dumitru Stăniloae, the greatest Romanian Orthodox theologian of all time,
has a very exciting title because it refers to “The Ecumenical Vision of
Father Dumitru Stăniloae. Existential, theological and ecclesial aspects”,
it is known that the great Orthodox theologians of the last century had
different views on ecumenism.
Il libro di Daniele Cogoni e Anca Mariana Nechita è un’opera straordinaria perché è un’edizione bilingue, italiano-romeno, frutto del lavoro di due autori, uno catolico italiano e l’altra romena ortodossa, pubblicata in un’edizione speciale. di due autori, uno italiano e l’altro romeno, pubblicato in condizioni grafiche particolari, presso una prestigiosa casa editrice italiana: Cittadella di Assisi. Gode dell’illuminante prefazione di Padre universitario Dott. Cristinel Ioja, decano della Facoltà di Teologia Ortodossa “Ilarion V. Felea” di Arad. Il libro e dedicato a padre Dumitru Stăniloae, il più grande teologo ortodosso rumeno di tutti i tempi.
Un speciale ringraziamento per la interessante e documentata presentazione del libro su padre Dumitru Stăniloae!