Questioni di bruciante attualità strutturano il libro di Kurt Appel, docente all’Università di Vienna.
Per esempio: come pensare oggi Dio, visto che egli è sempre un Dio del tempo? E visto che nella teologia contemporanea prevale il pensiero di un Dio troppo astratto, senza storia, messo fuori dalla spazio pubblico e incapace di una memoria delle vittime della storia. Un Dio così non esiste, semplicemente.
Poi la questione del tempo, questo grande enigma per il pensiero e per la scienza. Viviamo in una società crono-fobica, che ha ridotto il tempo alla sua quantificazione, con ripercussioni negative sulle forme della convivenza civile e restringendo e occultando l’accesso alle qualità del vivere.
Appel riflette sul legame inscindibile di tempo e soggetto: noi oggi, grazie alla scienza, pensiamo agevolmente in termini di milioni di anni, ma non sembriamo altrettanto sensibili al fatto che, dentro tali concezioni, l’uomo e la vita rischiano di diventare un semplice, piccolissimo e quindi insignificante frammento episodico. Il tempo senza vita, dice Appel, non esiste. Una concezione su base cronologica che pone prima l’universo, poi la vita e quindi il suo conclusivo e inesorabile epilogo entropico è, anche filosoficamente, tutta da rivedere e da ridiscutere.
In tempi di realtà virtuale sempre più pervasiva e di evanescenza in seno allo stesso cristianesimo di un serio approccio alle questioni più profonde, non ultima quella della risurrezione, questo libro di Kurt Appel apre nuovi tracciati di pensiero.
Kurt Appel, Tempo e Dio. Aperture contemporanee a partire da Hegel e Schelling, Postfazione di Pierangelo Sequeri, collana Biblioteca di teologia contemporanea 187, Queriniana, Brescia 2018, pp. 237, € 28,00