Una delle questioni etiche del nostro tempo, se non la questione per eccellenza, è quella che si riferisce alla differenza sessuale. Dinanzi a una cultura che tende a rimuoverla, o quanto meno a relativizzarla sempre di più, occorre che la teologia morale impieghi le sue migliori energie per pensare in profondità tale differenza. È il compito assegnato in questo tempo al tradizionale trattato sulla morale sessuale, profondamente rivisto dopo il concilio Vaticano II, ma che a tutt’oggi sconta difficoltà non di poco conto.
Aristide Fumagalli, docente di teologia morale a Milano, recepisce in modo intelligente e argomentato la sfida con un volume accolto nella prestigiosa collana «Biblioteca di teologia contemporanea» della Queriniana. L’amore sessuale. Fondamenti e criteri teologico-morali intende proporre una riflessione fondamentale, in cui emergono i criteri di fondo di una valutazione etica basata sulla natura più profonda dell’agire sessuale. La tesi di fondo è che «la relazione tra uomo e donna è il luogo privilegiato e la forma paradigmatica per indagare l’agire sessuale, alla volta di meglio scorgere e decifrare l’enigma antropologico e il mistero teologico in esso racchiusi e dischiusi» (p. 395). Questo implica il fatto che ogni questione di etica sessuale specifica deve essere riportata a tale paradigma originario in cui l’amore sessuale – vale a dire personale e relazionale – trova la sua espressione autentica. Naturalmente esiste anche una sessualità al di fuori della relazione sponsale uomo-donna: si pensi non solo ai rapporti omosessuali ma anche al sesso virtuale, ad esempio. Ma tali questioni non sono trattate nel testo di Fumagalli, che intende essere un testo di «teologia morale sessuale fondamentale» e che rimanda perciò, per le sempre più numerose e complesse questioni particolari, a trattazioni specifiche. Ma con l’avvertenza che tali questioni vengano analizzate con un metodo solido e convincente.
Il metodo proposto è quello utilizzato nel volume e che struttura anche la scansione delle diverse parti. Anzitutto la ricerca dei fondamenti antropologici che, a partire da una fenomenologia dell’amore sessuale, si pone in ascolto dei dati della sessuologia scientifica per approdare quindi a una prospettiva più globale, che potrebbe definirsi di antropologia relazionale. È questa la prima parte del trattato (pp. 13-107), suddivisa per l’appunto in «Fenomenologia sessuale», «Sessuologia scientifica», «Antropologia sessuale». In secondo luogo, la teologia morale è radicata nella rivelazione attestata dalla Scrittura e recepita e trasmessa dalla tradizione e dal magistero. Ecco allora la seconda parte dedicata ai «Fondamenti biblici» (pp. 109-182) e la terza parte ai «Fondamenti storico-teologici» (pp. 183-357). Già solo la vastità di queste due parti rende il volume particolarmente appetibile per una ricostruzione affidabile della tradizione biblico-teologica. Si giunge così alla proposta di una «Criteriologia morale» (pp. 359-391). Essa è concretamente traducibile in quattro vettori, che definiscono quello che l’autore chiama «il quadrifoglio della morale sessuale»: vivere per l’altro/a (la donazione reciproca fra uomo e donna); con tutto sé stessi (nella totalità corporea e spirituale della persona); nel mondo ambiente (in interazione con la società); lungo la storia (in un cammino di progressione).
È a partire da questi criteri che si può interpretare e valutare l’agire sessuale che, come opportunamente nota Fumagalli nelle prime righe, non è altro dall’agire umano. In effetti, ogni agire è essenzialmente relazionale e l’agire sessuale implica l’alterità-in-relazione. Torniamo così alla tesi di fondo di questo pregevole volume, adatto non solo agli studenti di teologia che ne apprezzeranno la sintesi e la chiarezza, ma anche agli addetti ai lavori che ne ammireranno il rigore e l’equilibrio: «Una relazione interpersonale sussiste laddove vi siano due persone, l’una e l’altra differenti, laddove cioè vi sia alterità personale. Qualora la relazione interpersonale sia considerata sotto il suo specifico profilo sessuale, l’alterità personale trova la sua più evidente manifestazione nella differenza sessuale delle persone. L’alterità personale non si risolve nella differenza sessuale e, tuttavia, trova in essa il suo paradigma più immediato e universale. In effetti, la differenza di sesso è implicata non solo nella definizione della più diffusa identità etero-sessuale, ma anche in quella di tutte le altre identità minoritarie, omo-, bi-, trans-sessuali e persino in quella dell’eventuale identità a-sessuale. La differenza con le persone di differente sesso e la somiglianza con quelle dello stesso sesso è la grammatica binaria che, pur variamente intesa e assunta, permette al soggetto di riconoscere la propria identità sessuata e definire le proprie relazioni sessuali» (p. 9).
Stefano Zamboni, sacerdote dehoniano, è docente di Teologia morale all’Accademia Alfonsiana e alla Facoltà teologica Marianum di Roma. Tra le sue pubblicazioni: «Chiamati a seguire l’Agnello». Il martirio, compimento della vita morale (EDB 2007); Libertà. Provocazioni bibliche (Paoline 2009); Ritrovarsi donandosi. Alcune idee chiave della teologia di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI (con R. Tremblay, Lateran University Press 2012).