Un poker di film

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maria regina di scozia

Un poker di film diversi ma tutti di forte impatto. Parliamo delle uscite in sala da giovedì 17 gennaio, proposte nella rubrica di cinema del SIR e della Commissione nazionale valutazione film CEI. Quattro titoli che accontentano un po’ tutta la platea: il film biografico sullo sfondo della Shoah La douleur di Emmanuel Finkiel, il dramma storico tutto al femminile Maria Regina di Scozia della regista teatrale Josie Rourke, la favola educational di taglio ecologico Mia e il leone bianco di Gilles de Maistre e il thriller d’autore Glass firmato M. Night Shyamalan.

La douleur

La scrittrice francese Marguerite Duras ha vissuto in prima persona gli orrori del nazismo e la notte buia dell’umanità, la Shoah: ha visto, impotente, deportare a Dachau il marito Robert Antelme. Questa tragedia e l’attesa di un ritorno apparentemente impossibile hanno dato luogo a un libro di memorie Il dolore pubblicato nel 1985. Ora arriva nelle sale l’adattamento cinematografico La douleur di Emmanuel Finkiel con Mélanie Thierry: l’opera trasmette un dolore straziante e di acuta intensità per la protagonista, che vive la mancanza del marito e assiste al propagarsi dell’olocausto; il regista tratteggia l’animo disperso di un individuo vittima di un tempo di abusi e privazioni. La riflessione trova il punto culminante quando Marguerite se la prende con se stessa per essere ancora viva e quando dubita dell’esistenza del marito, scambiando la sua attesa per una brutta favola. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.

Maria Regina di Scozia

La regista teatrale Josie Rourke esordisce al cinema con una pagina storica di forte intensità, Maria Regina di Scozia, racconto tratto dal biografo inglese John Guy. Si tratta del conflitto tra Maria Stuart e Elisabetta I, delle tensioni tra scozzesi e inglesi, così come tra cattolici e protestanti nel clima della Riforma. Protagoniste sono Saoirse Ronan e Margot Robbie, già pluripremiate nella loro giovane carriera. A dominare sullo schermo, oltre alla performance delle interpreti, è la suggestiva ricostruzione storica e la cura della messa in scena, tra scenografia e costumi: un’esattezza formale che spinge il racconto anche nei punti in cui è più debole, rendendolo appassionante e godibile. Bene la regia della Rourke, che governa una macchina non facile, riuscendo a imporsi con originalità e vigore. Dal punto di vista pastorale, il film è complesso, problematico e adatto ad approfondimenti sulla storia inglese ed europea.

Mia e il leone bianco

È un film a misura di bambini e famiglie, con tono educational e un’attenzione all’ambiente e al creato, Mia e il leone bianco del regista francese Gilles de Maistre, presentato alla 13a Festa del Cinema di Roma. Ispirato a una storia vera, il racconto propone l’amicizia difficile tra la preadolescente Mia, finita dall’Inghilterra in Sudafrica al seguito dei genitori, e un cucciolo di leone bianco, Charlie. Il leone fa scordare a Mia la nostalgia di casa e le sue paure, schiudendole spensieratezza e amore per la natura. Il tempo passa, i due crescono e nascono ovviamente dei problemi, perché Charlie ha bisogno del suo ambiente. Mia farà di tutto, nonostante le resistenze degli adulti, per aiutare l’amico. Ben strutturato, il racconto corre lungo la via di una positività forse prevedibile, ma capace di toccare il cuore dei più piccoli, trasmettendo importanti insegnamenti su convivenza e reciproco rispetto tra uomini e animali; non mancano sguardi problematici sulla corruzione del denaro e lo sfruttamento del territorio. Il film è consigliabile, semplice e adatto senza dubbio per dibattiti.

Glass

Anche questa volta ci ha sorpreso il regista M. Night Shyamalan, maestro del thriller psicologico contemporaneo, che ha conquistato il successo con Il sesto senso nel 1999. Arriva infatti nelle sale il film Glass, che inaspettatamente ricollega due film precedenti: Unbreakable del 2000 con Bruce Willis e Split del 2016 con James McAvoy. Ritroviamo entrambi gli interpreti appunto in Glass che esplora la mente e i turbamenti di esseri umani con potenzialità superiori, che rischiano però di deragliare in pericolosa follia. Film giocato tutto sulla tensione, terreno narrativo prediletto dal regista, che ritroviamo in gran forma, capace di reggere il timone di una storia scivolosa senza mai perdere di credibilità o di compattezza narrativa. Un film per un pubblico adulto, complesso e problematico.

Agenzia SIR, 17 gennaio 2019.

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