Non è certo facile leggere e interpretare, soprattutto oggi, l’universo giovanile: troppe sono le variabili in gioco e la rapidità dei cambiamenti, tanto che persino i professionisti delle indagini – tenuto conto dei tempi tecnici di realizzazione – faticano a produrre una fotografia dell’esistente che abbia validità nel quotidiano.
Ciò non significa peraltro abbandonare ogni tentativo, anzi. Uno dei prodotti appena giunto in libreria è frutto di un sondaggio – basato su 150 interviste a giovani di età compresa tra i 19-21 e 27-29 anni per un’indagine demoscopica svolta dall’Istituto Toniolo dell’Università Cattolica di Milano – e curato dall’ex presidente dell’Azione Cattolica Paola Bignardi in collaborazione con la sociologa Rita Bichi.
Sono esperienze definite «a tutto campo» dove emerge tutto l’articolato mondo dell’esperienza di fede dei giovani, colta in particolare, almeno ad una prima lettura, nella sua pressoché infinita problematicità. Ma il consiglio delle autrici è quello di astenersi dal rischio dell’esprimere un giudizio paternalistico (che talvolta ingabbia in schemi precostituiti) e ancor più dalla volontà di far seguire un’immediata ricaduta pastorale. I giovani sfuggono a ogni pretesa di omologazione e ciascuno si presenta nella sua unicità: meglio accostarsi ad una realtà che ha le facce di un poliedro individuando via via le modalità di approccio che sappiamo già in partenza caratterizzate soprattutto da una capacità di ascolto silenzioso e mai escludente.
Non per nulla il testo rivela che papa Francesco è «la figura che più in assoluto è in sintonia con le giovani generazioni al di là di scelte religiose e politiche». Un religioso che ha operato un’autentica rivoluzione nella modalità comunicativa anche nei confronti del mondo giovanile: mutato il linguaggio e il modo di dialogare con ragazzi e ragazze i quali – emerge con chiarezza nel sondaggio – «ne apprezzano lo stile, il rifiuto di determinati segni di privilegio, le parole di misericordia, la vicinanza alle persone, l’attenzione ai poveri, ai malati e ai sofferenti».
Si tratta di una modalità paterna sì, ma sincera e disarmante, di dialogare con i più giovani (pensiamo solo alle espressioni utilizzate in occasione del recente Giubileo dei ragazzi) destinato a fare scuola nelle parrocchie e all’interno dei gruppi giovanili, pena un rifiuto netto all’ascolto di qualsiasi parola in direzione diversa.
Il testo raccoglie anche contributi che aiutano una lettura e indicano qualche coordinata per l’azione: si tratta di psicologi, sociologi, pedagogisti laici cui si affiancano alcuni responsabili della pastorale di oggi, da mons. Luca Bressan, vicario episcopale a Milano, a don Giordano Goccini, incaricato per la pastorale giovanile nella diocesi di Reggio Emilia-Guastalla, a mons. Claudio Stercal, ordinario di teologia spirituale presso la Facoltà teologica di Milano.
Rita Bichi, P. Bignardi (a cura di), Dio a modo mio. Giovani e fede in Italia, Vita e Pensiero, Milano 2016, pp. 194, € 18,00.