Il tempo di Avvento può donarci in particolare alcuni regali. L’attesa di un Dio che viene sempre più profondamente con il suo amore, i suoi doni spirituali e umani. La fiducia, la speranza, il vigilare sulle vie di Dio e l’abbandonarsi quotidiano, sempre più profondo a lui. Il riconoscersi creature con tanti doni e infinitamente bisognose di Dio, piccoli, fiduciosi nella sua totale misericordia. Ma tutto ciò e altro ancora può correre il rischio di venire considerato come scontato, già tutto conosciuto.
Può stimolare una salutare riflessione rilevare il fatto che Gesù sia stato riconosciuto come il Messia già da neonato, oltre che da Maria e Giuseppe, anche da Elisabetta parente di Maria, dai vecchi Simeone e Anna, dai pastori, dai magi, mentre alcuni capi e notabili religiosi non lo riconobbero mai, nonostante tutto.
La presenza di Maria
Negli ultimi secoli, nei quali si sono manifestate difficoltà e oscurità di ogni genere, possiamo domandarci con attenzione se Dio non sia venuto attraverso Maria a prenderci per mano, per aiutarci a trovare gradualmente il bandolo della matassa di tante problematiche.
Dal 1830, con le apparizioni a suor Caterina Labouré, Maria sembra indicarci con sempre nuove sfumature il suo cuore immacolato docile all’opera di Dio e il cuore di suo figlio Gesù. Basti osservare che gli ultimi due concili, Vaticano I e Vaticano II, sono stati preceduti ciascuno dalla proclamazione di un dogma mariano. Dogma che può apparire aver in qualche modo indicato la via al successivo concilio. Il fondarsi sempre più approfonditamente sulla fede donata da Cristo e l’assunzione di tutta l’umanità dell’uomo in Cristo. Diversi santi si sono ispirati, tra l’altro, a queste varie apparizioni mariane. Massimiliano Maria Kolbe ha parlato di un’era dell’Immacolata. E papa Benedetto XVI ha chiesto a Maria, a Fatima, nel maggio 2010, di affrettare la promessa vittoria del suo cuore immacolato entro il centenario della prima apparizione (13 maggio 1917).
Entrare gradualmente nella salvezza
Siamo chiamati a meditare, con attenzione, sul lasciarci portare dalla luce serena, delicata come una colomba (cf. Gv 1,32), che Dio infonde gradualmente nel nostro cuore, specie se cerchiamo di accoglierla. Gradualmente, come e grazie all’agnello Gesù (cf. Gv 1,36), docile e umile (cf. Mt 11,29).
Siamo dunque chiamati a riflettere sul cuore non spiritualistico, razionalistico, ma divino e umano di Cristo. Sul concreto discernere del Gesù dei vangeli. Potendo scoprire tanti particolari del suo amarci, del suo manifestarsi delicato, a misura del graduale cammino di ciascuno. Spunti che potevano sfuggire ad una visione più centrata su una spiritualità meno incarnata, generica, o su un razionalismo variamente astratto, schematico. Il lasciarci portare con semplicità dallo Spirito di Cristo, può aprire sempre più profondamente nuovi varchi non solo nella nostra anima ma anche nella nostra umanità, nella nostra mentalità. Lasciandoci dunque anche spiazzare, stupire, come i profeti e gli altri piccoli dell’Antico e del Nuovo Testamento. Anche quelli contemporanei al Gesù terreno.
Sentirsi amati da Dio
Avvento è dunque attesa della sempre nuova venuta di Cristo, che ci rivela sempre più il suo amore meraviglioso, totalmente misericordioso, che comprende e accompagna, con discrezione, il cammino personalissimo di ciascuno verso la pienezza di vita. E comprende i bisogni di ciascuno. Il cuore divino e umano di Cristo è la chiave di ogni cosa.
Possiamo scoprire che la gente può essere molto più vicina a Dio di quanto possa apparire ad uno sguardo astratto, moralista. Siamo tendenzialmente portati nello sguardo di Gesù. Pensiamo, per esempio, a come egli vedeva i samaritani, considerati allora variamente eretici: “Ecco, io vi dico: Levate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura” (Gv 4,35). E così, cercando di comprendere la vita reale delle persone, i loro bisogni reali, spirituali e umani, si possono aprire vie feconde, diverse a seconda di ogni situazione, per avvicinare o riavvicinare queste persone alle loro comunità parrocchiali. Come al tempo di Gesù, la stragrande maggioranza della gente è subito contenta di sentirsi amata, compresa, aiutata a trovare le autentiche, umane, vie del suo cammino. Compresa nei suoi bisogni.
Può stimolare riflessioni il rilevare che il primo giorno dopo la chiusura dell’anno della misericordia, avviandoci all’Avvento e al centenario di Fatima, ricorreva la memoria della Presentazione della Beata Vergine Maria. La memoria dell’abbandonarsi del suo cuore nel cuore di Dio.