“Perché cercate tra i morti colui che è vivo?” Lc 24, 5)
Nell’annuncio pasquale che ascolteremo si gioca il senso della nostra vita e il fondamento della nostra speranza. Lo fanno capire le nove letture che sono come la sintesi di tutta la storia della salvezza: dalla creazione del mondo alla risurrezione di Cristo; e sono il riassunto del cammino dell’uomo, il dramma della vita e della morte. Il dramma di una Parola di Dio che chiama a realizzare un progetto che si scontra con il vuoto, con la mancanza di significato di tante esperienze della nostra vita.
Non c’è dubbio però che la vita che Dio ha creato è una vita che vive nella fragilità, che si esprime nella provvisorietà e fa parte del ritmo biologico il cammino del nascere, del crescere e del morire. Allora l’ultima parola deve averla la morte? Quella morte che ingoia noi e ingoierà tutte le creature viventi?
Il dramma della storia della salvezza afferma che la vita che Dio ha creato rimane: Dio non vuole la morte ma la vita delle sue creature.
Allora il problema è il come è possibile agganciare la nostra povera esistenza alla vita eterna e incorruttibile di Dio: c’è una strada che conduce a lui, alla vita senza fine? Le letture della veglia pasquale rispondono a questo interrogativo. A cominciare dalla storia di Abramo. Alla fine del racconto Isacco e Abramo vivono. Perché vivono? Dice il racconto: perché Dio provvede. Le vite di Abramo e Isacco sono povere, ma sono nelle mani di Dio. È così in tutte le Scritture.
Quando Dio entra liberamente per amore nell’esistenza dell’uomo, questi diventa capace di comportarsi da Figlio di Dio, e allora il suo destino è la vita e non la morte, è la pienezza della speranza.
Questo è l’annuncio pasquale: un uomo ha vinto la morte perché Dio era in lui. Gesù di Nazaret è entrato nella morte, l’ha subita, ne ha conosciuto tutta l’angoscia e la sofferenza, eppure lui è il vincitore. È morto per amore, ha trasformato la vita in dono, e la morte è diventata il sigillo di una vita donata, la pienezza di un amore per gli altri. Li c’è il mistero della vita
La Pasqua vuole annunciare questo: noi abbiamo una povera vita, ma può essere agganciata alla vita eterna di Dio, percorrendo il cammino che ha percorso Gesù di Nazaret: il cammino dell’amore, della giustizia, della santità e del dono di sè. Quando della nostra vita non rimarrà più niente che non sia donato e offerto, allora si compirà il mistero della Pasqua del Signore, mistero di risurrezione.
Questo è il messaggio pasquale: la vita ha vinto la morte in Gesù di Nazaret, ma la vittoria di Gesù è una caparra per la vittoria di tutti gli uomini, perché questo era il progetto di Dio.
La Pasqua ci permette di fare un cammino di libertà: ci libera da tutte le nostre paure; ci permette un itinerario di speranza dentro alla nostra vita, anzi addirittura attraverso l’esperienza del fallimento e della morte, perché quello che è avvenuto in Cristo si compie in ciascuno di noi.