Era l’8 giugno del 1991 quando sei giovani donne vennero consacrate nella cattedrale di Como dal vescovo Alessandro Maggiolini. Era nato anche nella diocesi lariana l’Ordo Virginum.
La loro formazioni era iniziata anni prima, sotto la guida di don Oscar Cantoni, ora vescovo di Crema, mentre pastore della diocesi era Teresio Ferraroni.
Il piccolo seme diede frutto se, dopo quella prima consacrazione, ne seguirono altre cinque. Significativo il fatto che alcune consacrate, su proposta del vescovo, andarono a vivere in piccole comunità in vari centri della diocesi, prestando il loro servizio pastorale in varie forme, mentre alcune vivevano la loro consacrazione in famiglia.
La loro vocazione si caratterizza essenzialmente per la verginità donata a Cristo sposo (sponsalità), è vissuta nel mondo (secolarità), a servizio della Chiesa locale (diocesanità), secondo i doni che ognuna possiede (originalità e responsabilità personale). Ognuna di loro elabora una propria regola di vita che confronta con il proprio direttore spirituale e che verifica periodicamente con il vescovo.
Ogni vergine consacrata si mantiene con il proprio lavoro, mentre si impegna a condurre uno stile di vita sobrio.
È sorprendente la tipologia lavorativa di queste donne: insegnanti, impiegate, dirigenti di comunità, ostetriche, infermiere, assistenti sociali, collaboratrici domestiche… Oltre a garantire un’autonomia economica, il lavoro diventa per loro un luogo di testimonianza e di annuncio.
Normalmente il loro servizio si svolge nella Chiesa locale (parrocchie, diocesi) in ambiti e modalità concordate con il direttore spirituale e con il vescovo.
Il decreto vescovile che approvava lo statuto dell’Associazione “SS. Felice e Abbondio” (così si chiamava l’Ordo Virginum nella Chiesa di Como) è scaduto nel 2007 e il nuovo vescovo, Diego Coletti, non lo ha rinnovato, impegnando però le consacrate in una rilettura della loro esperienza in riferimento ad altre esperienze diocesane e alla luce dei documenti magisteriali della Chiesa universale.
La loro riflessione è stata raccolta in un documento nel quale vengono delineate l’identità, la vita e la formazione delle consacrate nella Chiesa di Como.
Attualmente sono due le giovani in cammino di verifica vocazionale verso l’Ordo Virginum.
È innegabile che, dopo un promettente avvio, ci sia stato un rallentamento. Scrive un gruppo di loro in un’intervista rilasciata al periodico diocesano Il Settimanale dell’11 giugno 2016: «Come Ordo Virginum diocesano potremmo pensare che, dopo un’abbondante fioritura, viviamo un tempo di stasi, di scarsa risposta alla continua chiamata del Signore a sceglierlo e a servirlo con questa particolare vocazione». Le intervistate si rendono conto che, agli occhi del mondo, alcune vocazioni – come la loro – «possono sembrare “superate”, perché chiedono fedeltà, dono di sé, disponibilità, gratuità… dimensioni della persona che non sembrano essere così di moda», ma il proposito rimane invariato: «La nostra vocazione vuole testimoniare che la vita è bella solo se liberamente donata per amore».