Il card. Basil Hume, figlio di un noto medico scozzese, non cattolico, e di madre francese, si era fatto benedettino, prendendo il nome di Basilio nel 1945. Laureato in storia ad Oxford, prese la licenza in teologia a Friburgo. Insegnò lingue moderne e storia nel celebre collegio benedettino di Ampleforth. Divenuto abate nel 1963, si dedicò ai rapporti con la Chiesa ortodossa, approfondì lo studio sulla Riforma anglicana e strinse amicizia con Coggan, futuro arcivescovo anglicano di Canterbury. Arcivescovo di Westminster (Londra) nel marzo del 1976, fu creato cardinale lo stesso anno da Paolo VI. Una delle personalità di spicco della Chiesa del XX secolo.
Lo incontrai a Londra il 19 luglio 1985. Gli posi la domanda sul posto delle donne nella Chiesa. La risposta: «Alla donna va dato un ruolo nella Chiesa. Bisogna dare delle responsabilità alle donne nella Chiesa. La Chiesa si è pronunciata al riguardo e io accetto l’autorità papale sul no all’ordinazione delle donne al sacerdozio, ma penso che, al di fuori dell’ordinazione al sacerdozio, possa esistere per lei un ruolo molto importante. È una questione sulla quale la Chiesa deve riflettere». Perché tanta resistenza nel conferire il diaconato alle donne? La risposta: «Penso che nel documento vaticano, dove si parla delle ordinazioni delle donne, si possa trovare la possibilità di conferire il diaconato alle donne. Ma non ho ancora bene riflettuto al riguardo. Sarei ben felice se la Chiesa si decidesse per il diaconato alle donne, perché di fatto esercitano il diaconato, fanno un servizio nella Chiesa. Allora perché non dare loro il diaconato? Tanto più che il diaconato non è più in ordine al sacerdozio. Non vedo la ragione per cui le donne non possano essere ordinate diaconesse».
Era il 1985. E chi diceva questo era il mitico cardinale Hume, favorevole già da allora al conferimento del sacerdozio agli uomini sposati, appoggiando il card. Pellegrino di Torino, che, per essersi espresso in questo modo, ebbe da soffrire moltissimo da parte della curia romana. Ne sono passati di anni. Finalmente papa Francesco riapre la questione del diaconato femminile, in netto contrasto con il card. Müller prefetto della Congregazione per la dottrina delle fede, che condusse studi sull’argomento, concludendo che non se ne deve neppure parlare.