
Angelica Molen (con il fratello Spiridon) durante la distribuzione dell’eucaristia
Giovedì Santo, 2 maggio 2024, Angelica Molen è stata ordinata diacono ad Harare, in Zimbabwe. La Chiesa ortodossa dello Zimbabwe fa parte del Patriarcato greco-ortodosso di Alessandria e di tutta l’Africa (cf. su SettimanaNews anche le reazioni nel mondo ortodsso).
Con l’approvazione e il sostegno del Sinodo alessandrino e di Sua Beatitudine il Patriarca Theodoros, Sua Eminenza il Metropolita Serafim dello Zimbabwe (Kykotis) ha imposto le mani sulla diaconessa Angelica nella Parrocchia della Missione di San Nektarios a Waterfall. È stata per me una benedizione e un onore assistere e celebrare l’ordinazione insieme a mia figlia maggiore e unirmi alle grida di “Axia!” (“È degna!” o, in Shona, “Akakodzera!”). In questa sede, desidero offrire alcuni dettagli dell’ordinazione uniti alle mie riflessioni.
Preparazione e ministero della diaconessa Angelica
La diaconessa Angelica è un membro rispettato, centrale e amato della comunità ortodossa della parrocchia della Missione di San Nektarios e ha svolto il ministero diaconale (non sacramentale, previsto dall’ordinamento ortodosso – ndt) per oltre un decennio prima di questa ordinazione.
Si è avvicinata per la prima volta alla Chiesa ortodossa con un’amica all’età di undici anni e, poco dopo, tutta la sua famiglia si è convertita. Fin dalla tenera età, la diaconessa Angelica è stata profondamente coinvolta nella cura pastorale degli abitanti di San Nektarios. Ha supervisionato molte iniziative, tra cui l’organizzazione e il mantenimento di un programma di allevamento che fornisce polli e uova ai membri bisognosi della comunità, la supervisione e l’insegnamento della catechesi, l’organizzazione di gruppi di madri e la rappresentanza della Chiesa ortodossa dello Zimbabwe a eventi riguardanti l’ecologia e l’ecumenismo (tra cui il Consiglio Mondiale delle Chiese e il Faith Leaders Environmental Advocacy Training).
Sta studiando per conseguire una laurea in Geografia e Studi ambientali presso l’Università dello Zimbabwe. Prima dell’ordinazione, ha seguito un cammino di formazione e di preparazione con preghiere e istruzioni formali da parte del Metropolita Serafim.
L’ordinazione
L’ordinazione ha avuto luogo il 2 maggio 2024, presso la parrocchia della Missione di San Nektarios. San Nektarios è una parrocchia in crescita con più di 200 anime, di cui più della metà sono bambini. La proprietà della parrocchia comprende una chiesa, una scuola, un ufficio e una cucina, nonché un ampio parco giochi e spazi per i bambini.
All’ordinazione hanno partecipato uomini, donne e bambini – gli uomini non erano molti perché la liturgia mattutina era in conflitto con la giornata lavorativa.
La liturgia è iniziata con il coro nella parte anteriore della chiesa, accanto all’ambone dei lettori. Per tutta la durata della funzione, i bambini si sono avvicinati alla parte anteriore, per appoggiarsi e tenersi per mano con le loro madri nel coro. I bambini di tutta la chiesa ridevano, cantavano e si muovevano durante la funzione. Questi sono i rumori melliflui di una parrocchia vibrante. Quella mattina hanno servito sia i chierichetti che le chierichette.
Poco prima della Divina Liturgia del 2 maggio, il Metropolita Serafim ha tonsurato la diaconessa Angelica come lettrice e suddiacono, subito dopo ha avuto luogo l’ordinazione vera e propria durante la Liturgia all’altare.
Per la liturgia di ordinazione è stato usato il rito per i diaconi tratto dal Service Book of the Holy Orthodox-Catholic Apostolic Church pubblicato dall’Arcidiocesi Cristiana Ortodossa Antiochiana del Nord America nel 1983, basato sulla traduzione di Isabel Florence Hapgood del 1906 di fonti prevalentemente slave.
Questo libro liturgico in inglese è ampiamente utilizzato nelle giurisdizioni ortodosse degli Stati Uniti. Il Metropolita Serafim ha scelto di utilizzare questo rito invece di un rito esistente per l’ordinazione di una diaconessa del mondo antico (ad esempio, il Codice Barberini Gr. 336), perché questo è il rito usato oggi per i diaconi – si è trattato di una scelta naturale.
Gli unici cambiamenti apportati sono stati i pronomi maschili pronunciati al femminile e l’aggiunta di un riferimento a Santa Febe (la donna della Lettera di Paolo ai Romani che la Chiesa intende come prototipo dell’ufficio di diaconessa).
Durante la Divina Liturgia del 2 maggio Angelica ha letto le preghiere diaconali, il Vangelo e ha distribuito la comunione ai fedeli – a uomini, donne e bambini: tutti ruoli liturgici condivisi con il diacono. In realtà, ha partecipato a queste azioni liturgiche insieme a suo fratello, il diacono Spiridon, recentemente ordinato.
Avendo trascorso un po’ di tempo con la diaconessa Angelica prima dell’ordinazione, l’ho trovata umile e di poche parole, quindi mi sono chiesta come si sarebbe espressa in chiesa. Quando è arrivato il momento di leggere le preghiere diaconali, la sua bella voce ha risuonato forte, chiara e vera.
La diaconessa Angelica indossava gli stessi paramenti di un diacono, modificati per adattarsi alla sua statura più piccola. Al termine della Divina Liturgia, il Metropolita Serafim ha parlato dell’importanza del ministero della diaconessa Angelica e ha sottolineato che deve essere un esempio retto per tutti, vivendo la vita alla luce di Cristo.
Ha invitato tutti a venire avanti e a congratularsi con la nuova diaconessa. Il senso di eccitazione contenuta che era cresciuto durante l’ordinazione ora esplodeva; le donne di San Nektarios cantavano, ballavano, battevano le mani e urlavano mentre tutti si accalcavano intorno alla diaconessa Angelica con affetto, orgoglio e affermazione.
Non dimenticherò mai il giubilo collettivo e puro di quel momento. La diaconessa Angelica è stata molto richiesta dopo la funzione. Ogni amico e familiare, in ogni possibile combinazione, voleva farsi fotografare con lei. Poi è stato servito un pasto e tutti si sono sparpagliati nel cortile della chiesa tenendo in grembo piatti di verdure, fagioli e riso.
Poiché la diaconessa Angelica è la prima diaconessa del nostro tempo, il metropolita Serafim l’ha elevata al rango di “arcidiacono” il 4 maggio nella parrocchia di Panagia di Kykkos, alla periferia di Harare, utilizzando le relative preghiere del Libro delle funzioni liturgiche della Santa Chiesa apostolica ortodossa-cattolica. Le è stato dato il nome “Phoebe” in onore della santa del primo secolo, e quindi ha il titolo di “Arcidiacono Angelica-Phoebe”, ma sembra che sarà chiamata “Diaconessa Phoebe” o “Sorella Phoebe”.
Dopo le preghiere per la sua elevazione, ha assistito il Metropolita Serafim nel battesimo dei bambini della parrocchia, un ruolo tradizionale della diaconessa del mondo antico. In questa parrocchia la diaconessa Angelica è stata trattata con rispetto e ammirazione, e ancora una volta molti hanno desiderato farsi fotografare con lei.
Processo di re-istituzione
L’ordinazione della diaconessa Angelica è stata il culmine degli sforzi compiuti a livello mondiale per rinnovare l’antico ordine delle diaconesse nella Chiesa ortodossa, sostenuti da sforzi specifici all’interno del Patriarcato di Alessandria. Numerose prove testimoniano la presenza della diaconessa nel mondo antico, tra cui le Scritture, il diritto canonico, la corrispondenza, gli epiteti archeologici e i riti di ordinazione.
L’ufficio della diaconessa nell’Oriente cristiano è caduto in disuso alla fine dell’epoca bizantina per una serie di ragioni; così come quello del diacono, che è diventato poco più che un assistente liturgico.
La Chiesa ortodossa in tutto il mondo chiede da anni il ripristino delle diaconesse, anche attraverso la Consultazione inter-ortodossa di Rodi del 1988 e le dichiarazioni del Patriarcato ecumenico del 2020 (cf. Per la vita del mondo: Verso un’etica sociale per la Chiesa ortodossa, §29 e §82).
Si sono tenute molte conferenze ed eventi dedicati alla re-istituzione del ministero ordinato diaconale da parte delle donne, tra cui quelli promossi da un’associazione senza scopo di lucro costituita nel 2013 per la formazione e la promozione del ministero di diaconessa (il St. Phoebe Center for the Deaconess, di cui sono attualmente presidente).
Il Santo Sinodo di Alessandria ha seguito un coerente processo di discernimento sul ripristino di questo ministero ordinato, ispirato dai numerosi appelli per le diaconesse, tra cui la Consultazione di Rodi.
Nel 2016 il Sinodo ha votato all’unanimità di iniziare il processo, in parte motivato dall’affermazione, nei documenti del Santo e Grande Concilio di Creta del 2016, della capacità delle Chiese ortodosse autocefale o locali (come il Patriarcato di Alessandria) di servire i bisogni locali. Si tratta di un punto importante: poiché l’ufficio di diaconessa fa parte della tradizione ortodossa, non è mai stato vietato e non è una questione dottrinale ma piuttosto pastorale, rientra quindi nelle competenze di una Chiesa ortodossa locale ordinare diaconesse in base alle esigenze della propria comunità.
Inizialmente, e sotto la minaccia di conseguenze finanziarie per la Chiesa ortodossa in Africa, le donne sono state consacrate (non ordinate) dal Patriarca Theodoros II nella Repubblica Democratica del Congo nel 2017 e altrove. Questo è stato visto come un compromesso, dato che il ministero storico stesso era chiaramente un ruolo ordinato. L’ordinazione della diaconessa Angelica è avvenuta con l’esplicita benedizione del Patriarca Theodoros II e con il pieno sostegno del clero e dei fedeli della Missione San Nektarios, nonché con la fede e la fiducia del Metropolita Serafim.
Poiché l’ordinazione della diaconessa Angelica è la prima, probabilmente spingerà il clero in Africa a prendere in considerazione la standardizzazione della selezione e della formazione delle future diaconesse. Ci sono già piani per ordinare altre donne al diaconato ad Harare, per servire a San Nektarios e nelle missioni vicine.
Significato di San Nektarios e del Giovedì Santo
Il significato del luogo e del giorno erano chiari. San Nektarios di Egina, in Grecia, ordinò due suore come diaconesse all’inizio del XX secolo e il Metropolita Serafim ha detto che questo è stato un esempio importante per lui.
La Divina Liturgia del Giovedì Santo commemora l’istituzione della Santa Eucaristia. Il Giovedì Santo è anche il giorno di due consacrazioni: quella del Crisma, l’olio utilizzato per il sacramento della crismazione dei nuovi membri della Chiesa ortodossa; e quella del Sacramento Riservato, l’Eucaristia destinata durante l’anno alla comunione degli ammalati o delle persone che non possono muoversi da casa.
Con questi collegamenti, l’ordinazione della diaconessa Angelica il Giovedì Santo sottolinea l’integrale lavoro sacramentale ed eucaristico del diaconato. Forse un giorno ci sarà una commemorazione festiva di questo evento: così come ogni anno commemoriamo il restauro delle icone nella prima domenica della Grande Quaresima, forse verrà designato un giorno per commemorare la re-istituzione del ministero ordinato di diaconessa.
Il futuro del movimento per l’ordinazione delle donne al diaconato
La diaconessa Angelica continuerà naturalmente i ministeri in cui è già impegnata: catechesi, allevamento di polli ecc. Continuerà anche il suo ministero a favore dell’ambiente e supervisionerà le iniziative ecologiche per la rete di parrocchie dello Zimbabwe. Ha detto: “La Terra è un dono sacro di Dio. Dobbiamo proteggerla dai danni e vivere in armonia con le piante, gli animali e tutti gli esseri viventi”. Angelica porterà avanti questi progetti con il sostegno e l’autorità della Chiesa – e con i legami sacramentali che le permetteranno di vivere più pienamente la sua diaconia.
Che effetto avrà la sua ordinazione su altre Chiese dell’Africa o sulla Chiesa ortodossa nel mondo? Resta da vedere, ma con il coraggio del metropolita Serafim e del Patriarcato di Alessandria è stato stabilito un significativo e forte precedente. Non solo è stata ordinata una diaconessa, ma il processo è avvenuto in modo impeccabile. L’ordinazione della diaconessa Angelica offre un solido precedente di buon ordinamento ecclesiastico, che altri vescovi in Africa possono emulare, così come altri sinodi ortodossi in tutto il mondo dovranno considerare.
Un vescovo americano mi ha detto di recente che “qualcuno deve rompere il ghiaccio” – intendendo che se un sinodo si fa carico del peso di essere il primo ad agire su questo tema, altri sinodi potrebbero seguirlo e lo farebbero. Il ghiaccio è stato rotto in Zimbabwe!
La mia preghiera è che altri sinodi trovino il coraggio e la volontà di ordinare diaconesse nelle loro Chiese locali. Il metropolita Serafim ha parlato di una “rinascita della tradizione apostolica dell’istituzione delle diaconesse nel ministero missionario della nostra Chiesa – nessuno può fermarla perché ha come fonte lo stesso Spirito Santo che ha guarito i malati e ritrovato i dispersi”.
Un altro precedente importante è che la diaconessa Angelica ha trentatre anni, è sposata e ha due figli. Le diaconesse nel mondo antico erano generalmente (ma non sempre) non sposate e di età superiore, e ci sono canoni che stabiliscono che la diaconessa dovrebbe avere più di quarant’anni o, in alcuni casi, sessanta. Questi e altri canoni relativi all’età dell’ordinazione sono sempre stati intesi come linee-guida; i canoni stabiliscono, infatti, anche che gli uomini dovrebbero avere almeno trent’anni per essere ordinati sacerdoti – anche se abbondano esempi di sacerdoti più giovani.
Interrogato sulla questione dell’età, il Metropolita Serafim ha sottolineato che l’ordinazione non riguarda tanto la lettera della legge quanto lo spirito; la diaconessa Angelica ha già un ministero diaconale ed è ritenuta spiritualmente preparata e adatta all’ordinazione, quindi la Chiesa dovrebbe ordinarla ora piuttosto che aspettare che compia quarant’anni. Mi rallegro di questa precisazione, perché c’è chi desidera vedere diaconesse nella Chiesa ortodossa, ma ritiene che debbano essere solo donne anziane e possibilmente solo donne monastiche. Molte delle donne che svolgono un lavoro diaconale simile in altre parti del mondo sono anche più giovani e spesso hanno una famiglia. È ragionevole ordinare queste donne, piuttosto che aspettare un’età arbitraria.
Come si è detto, la diaconessa Angelica è stata ordinata con le stesse preghiere previste per un diacono, e sta già servendo liturgicamente con le stesse funzioni dei suoi colleghi maschi. Anche in questo caso, non c’è una cancellazione del genere: ci si aspetta che la diaconessa Angelica porti le sue prospettive e i suoi doni femminili in questo ministero, e va notato che la cultura dello Zimbabwe è fortemente legata al genere. La sua dignità di donna viene onorata attraverso l’ordinazione, non compromessa.
Mi viene in mente una storia che mi è stata raccontata di recente sull’ingresso delle donne nelle forze di polizia nel Regno Unito. Quando alle poliziotte fu permesso di rispondere alle stesse chiamate degli uomini, divenne subito evidente che le poliziotte erano più efficaci degli uomini in certe situazioni. Le donne poliziotto sono state in grado, ad esempio, di ridurre la violenza domestica, producendo risultati migliori per tutte le persone coinvolte. Oggi, a livello internazionale, è considerata una buona pratica quella di inviare, quando possibile, una poliziotta nelle chiamate per violenza domestica.
Il fatto che le donne abbiano una capacità speciale di assistere la violenza domestica è diventato chiaro solo quando alle poliziotte sono state assegnate le stesse mansioni degli uomini. Nel caso della diaconessa Angelica, ella avrà gli stessi ruoli liturgici di un diacono, ma il suo ministero pastorale, che è profondamente legato al suo ruolo liturgico, si svolgerà in modo diverso perché è una donna.
Reazioni
Come si può immaginare, le reazioni all’indomani dell’ordinazione della diaconessa Angelica sono state diverse. La maggior parte delle reazioni sono positive, se non addirittura di gioia; nei giorni successivi all’ordinazione, ho ricevuto note da tutto il mondo di persone che celebravano lo Spirito Santo all’opera e proclamavano un rinnovamento della speranza.
Un ritornello comune è stato che le persone (donne e uomini) hanno pianto quando hanno sentito la notizia. Per molti cristiani ortodossi questa notizia è fonte di gioia, ma anche di sollievo; sollievo, perché la nostra comunità sta finalmente rinsavendo. Altri ortodossi sembrano sorpresi ma interessati; ci sono ancora molte persone che non conoscono la storia dell’ordine delle diaconesse o le possibilità per le diaconesse oggi.
Ci sono anche gli oppositori. Molti di loro sono aggressivi e acidi. Questo è spiacevole, ma non sorprendente e l’unica cosa da fare è pregare per le loro anime. Alcuni sono più rispettosi, ma diffondono informazioni e opinioni del tutto errate, come ad esempio la falsa affermazione che le donne non sono mai state “ordinate” al diaconato nel mondo antico, ma solo “consacrate”. Il fatto che le diaconesse fossero ordinate è stato chiaramente stabilito da studiosi come Valerie Karras e il compianto Evangelos Theodorou.
Un’altra falsa affermazione è che il movimento per le diaconesse nel mondo è motivato dalle preoccupazioni del femminismo secolare. Sebbene sia indubbio che i cambiamenti culturali della nostra epoca portino alla Chiesa domande sul ruolo delle donne, il movimento per le diaconesse proviene da fedeli cristiani ortodossi, donne e uomini, che desiderano costruire un futuro migliore per la Chiesa ortodossa e vedono la speranza nella possibilità di rinnovare l’intero ordine del diaconato – donne e uomini, affinché la Chiesa possa servire il suo popolo e il mondo.
Osservazioni personali
Uno dei doni più grandi del mio soggiorno in Zimbabwe è stata una nuova prospettiva sugli antagonismi presenti nelle Chiese. Con la diaconessa Angelica e i suoi collaboratori c’è una chiara concentrazione sul ministero della Chiesa: quando hai visto i figli dei tuoi vicini morire di colera, le chiacchiere su internet non sono così importanti. Quando il tuo paese è in forte sofferenza per il cambiamento climatico ed è decimato dalla siccità, la tua attenzione è giustamente rivolta altrove rispetto ai guerrieri della tastiera. La diaconessa Angelica e i membri della comunità di San Nektarios sanno che hanno di meglio da fare con il loro tempo che prestare attenzione agli oppositori. Lo sappiamo anche noi!
La sera dopo l’ordinazione, mia figlia Annie e io, con i volti doloranti per aver sorriso tutto il giorno, abbiamo faticato a esprimere a parole i nostri pensieri e sentimenti riguardo all’ordinazione. Per me è stato uno dei giorni più gioiosi della mia vita, compreso il mio matrimonio, la nascita dei miei figli e di mio nipote. Abbiamo raccontato di aver ascoltato la diaconessa Angelica leggere il Vangelo e di averla vista distribuire l’Eucaristia.
Nessuno di noi aveva mai assistito prima a una liturgia in cui una donna leggeva il Vangelo in chiesa o distribuiva la comunione. Annie ha detto che c’era come la sensazione che qualcosa che mancava fosse finalmente al posto giusto. Entrambe eravamo d’accordo sul fatto che, per la prima volta, stavamo vivendo la Chiesa nella sua pienezza.
- Pubblicato sul sito della rivista Public Orthodoxy (originale ingelese, qui). Carrie Frederick Frost è docente di teologia e scienze religiose, ed è direttrice del St. Phoebe Center per il Diaconato delle donne.
Bellissimo tutto, il fatto in sè, la presentazione e il commento. MI pare valga molto di più che tante discussioni cattoliche in base a principi più che a vissuti. Vengono così eliminate le polemiche. Grazie!