Il 13 dicembre 1927 iniziava a operare l’Agenzia Fides, da 90 anni al servizio della missione attraverso un prezioso lavoro informativo. Adeguandosi ai cambiamenti del mondo della comunicazione, fedele alla sua mission originaria, continua a raccontare il cammino della Chiesa nel mondo, dando notizia di popoli, situazioni e comunità spesso ignorate dai circuiti mediatici internazionali. Questo breve profilo storico dell’agenzia, a firma di Stefano Lodigiani, è apparso sul sito di approfondimenti e analisi Omnis Terra, curato dalla stessa Agenzia Fides.
Quasi un secolo fa, in quella che viene considerata la magna charta dell’attività missionaria nell’epoca contemporanea, la Lettera apostolica Maximum illud (30 novembre 1919) di Papa Benedetto XV «sull’attività svolta dai missionari nel mondo», si leggeva tra l’altro: «Ci recano gran dispiacere certe Riviste di Missioni, sorte in questi ultimi tempi, nelle quali più che lo zelo di estendere il regno di Dio, appare evidente il desiderio di allargare l’influenza del proprio paese: e stupisce che da esse non trapeli nessuna preoccupazione del grave pericolo di alienare in tal modo l’animo dei pagani dalla santa religione. Non così il missionario cattolico, degno di questo nome. Non dimenticando mai che non è un inviato della sua patria, ma di Cristo, egli si comporta in modo che ognuno può indubbiamente riconoscere in lui un ministro di quella religione che, abbracciando tutti gli uomini che adorano Dio in spirito e verità, non è straniera a nessuna nazione…».
A pochi mesi dalla fine del primo conflitto mondiale era forte la preoccupazione per le missioni estere, mentre i paesi europei uscivano dalla guerra con l’economia in crisi e l’industria bellica da riconvertire in civile. La presenza missionaria nelle colonie era spesso percepita come presenza straniera al servizio di interessi di nazioni, gruppi o individui, e tale prospettiva era in parte alimentata anche da «certe Riviste di Missioni», come lamentava Benedetto XV.
In questo contesto, pochi anni dopo, il Consiglio superiore generale della Pontificia opera della Propagazione della fede, nella sua riunione del 4 aprile 1927, decideva la nascita dell’Agenzia Fides, la prima agenzia missionaria della Chiesa e tra le prime agenzie di informazione al mondo. Dovranno passare più di trent’anni perché il Concilio Vaticano II affermi con chiarezza il contributo dei mezzi di comunicazione sociale «a estendere e a consolidare il Regno di Dio» (Inter mirifica, 2). «Perché tutti e singoli i fedeli conoscano adeguatamente la condizione attuale della Chiesa nel mondo e giunga loro la voce delle moltitudini che gridano: «Aiutateci», bisogna offrir loro dei ragguagli di carattere missionario con l’ausilio anche dei mezzi di comunicazione sociale: sentiranno così come cosa propria l’attività missionaria, apriranno il cuore di fronte alle necessità tanto vaste e profonde degli uomini e potranno venir loro in aiuto. È necessario altresì coordinare queste notizie e cooperare con gli organismi nazionali e internazionali» (Ad gentes, 36).
Il 5 giugno 1927, il cardinale prefetto della Sacra congregazione de Propaganda Fide, card. Guglielmo Van Rossum, informava i superiori delle missioni e degli ordini religiosi della nascita dell’Agenzia Fides. Nello statuto si enunciava che compito dell’agenzia era fornire «notizie di attualità tali da tornare utili non solo alla pubblicazione degli annali e delle riviste missionarie, ma anche alla stampa non propriamente missionaria di tutti i Paesi». L’agenzia era chiamata a pubblicare «studi sulle condizioni attuali delle missioni e sugli argomenti religiosi e sociali delle missioni stesse». Nelle indicazioni per i corrispondenti si elencavano dettagliatamente tali argomenti.
Il 13 dicembre 1927 ebbe quindi inizio il servizio dell’Agenzia Fides alla causa dell’evangelizzazione. L’agenzia divenne centro di raccolta, di produzione e di diffusione di materiale informativo sul mondo missionario, attraverso notizie e fotografie di attualità, studi sulle condizioni sociali e ambientali delle missioni, oltre che naturalmente sull’opera di annuncio del Vangelo, tutto materiale inviato da una rete di missionari che fungevano da corrispondenti, incaricati dai rispettivi superiori.
Alle prime edizioni stampate in lingua inglese, francese e polacca (quest’ultima per un breve periodo) degli inizi, seguirono quelle in lingua italiana (1929), spagnola (1930) e tedesca (1932). In tempi più recenti è nato il sito internet (1998) e si sono aggiunte le edizioni on line in lingua cinese (1998), portoghese (2002) e araba (2008). Queste ultime due sono state attualmente sospese in vista di una revisione e riorganizzazione del servizio. Dal 2009 è stata sospesa la pubblicazione cartacea delle notizie dell’Agenzia, che è unicamente on line in tutte le sue lingue. L’Archivio fotografico, interrotto nel 1970, comprende circa 10.000 fotografie, attualmente custodite nell’Archivio storico di Propaganda Fide, che costituiscono un patrimonio missionario inestimabile, soprattutto nella sua parte più antica, documentando in modo unico la storia delle missioni cattoliche.
Secondo una ricerca del Centro comunicazioni sociali della Pontificia università urbaniana, «nel 1939 si notava già che centinaia di quotidiani accoglievano quanto veniva redatto dall’agenzia… Prima della seconda guerra mondiale, si potevano numerare ben 2.000 giornali, periodici e centri di informazione di 45 paesi che dipendevano da Fides per le loro pubblicazioni. Le informazioni su Chiese e società rilanciate da Fides, hanno suscitato aiuti concreti (donazioni e sussidi) a diverse Chiese di missione».
Le vicende della seconda guerra mondiale e le conseguenze del post conflitto hanno rallentato la crescita di Fides per diversi motivi tra cui l’interruzione del servizio postale e della pubblicazione di giornali e periodici, le difficoltà incontrate dai corrispondenti, la priorità di altri aspetti legati alla ricostruzione. Tuttavia l’agenzia ha proseguito il suo servizio, con la redazione e l’invio di notizie settimanali.
Negli anni Novanta venne deciso il rilancio dell’Agenzia Fides che, pur avendo un passato glorioso, non registrava più un forte impatto sui media. Ai sacerdoti missionari che avevano costituito in gran parte l’organico dell’agenzia si sono sostituiti gradualmente redattori e traduttori laici, i temi affrontati si sono moltiplicati come anche le fonti di informazione, l’uso di Internet ha consentito maggiore tempestività nella redazione e nell’invio delle notizie, sono stati allacciati contatti con altri organi di informazione, con giornalisti, con gli istituti missionari non solo italiani, con il mondo del volontariato e i movimenti, con le realtà ecclesiali locali nella loro variegata articolazione. Si è così andata ampliando notevolmente la platea dei lettori di Fides.
La rivoluzione nel mondo delle comunicazioni generata da Internet è avanzata a ritmo incalzante negli ultimi tempi, favorendo su larga scala la diffusione delle reti sociali che fanno ormai parte della vita quotidiana, soprattutto dei giovani. Si parla ormai di un «sesto continente», il continente digitale, anche se non bisogna dimenticare che ad una metà del pianeta connessa ad Internet, corrisponde l’altra metà che non può accedervi.
La diffusione degli strumenti e delle tecnologie di comunicazione ha portato ad un impressionante volume di informazioni che rimbalzano quasi in tempo reale da una parte all’altra dei cinque continenti e che vengono bruciate rapidamente, mentre i meccanismi di informazione tradizionali sono saltati: chiunque può scrivere, riprendere, fotografare e mettere in rete la sua produzione condividendola con milioni di persone.
I rischi sono tanti, solo alcuni individuati, oltre a quello paradossale dell’incomunicabilità tra le persone nell’epoca degli strumenti di comunicazione. Un enorme quantitativo di informazioni viene consumato nel giro di pochi minuti, determinando una progressiva incapacità di approfondimento di temi e situazioni, aspetto particolarmente rilevante per il mondo missionario, e ancor meno della verifica delle fonti. I media influenzano il clima sociale e culturale in cui vive gran parte della popolazione mondiale, diventando a volte amplificatori di campagne di odio e discriminazione, né vanno sottovalutati i rischi della concentrazione dell’informazione nelle mani di pochi.
Il panorama delle sfide poste oggi dal mondo dei media è vasto e complesso, continuamente in aggiornamento, mentre sempre valida risulta l’affermazione di Inter mirifica: «La Chiesa riconosce che questi strumenti se bene adoperati, offrono al genere umano grandi vantaggi, perché contribuiscono efficacemente a sollevare e ad arricchire lo spirito, nonché a diffondere e a consolidare il regno di Dio. Ma essa sa pure che l’uomo può adoperarli contro i disegni del Creatore e volgerli a propria rovina» (Inter mirifica, 2).
In occasione dei 50 anni dell’Agenzia Fides, il 3 dicembre 1977, l’allora prefetto di Propaganda Fide, il card. Agnelo Rossi, disse: «La Fides è stata senza dubbio l’organo di stampa che ha reso il più vasto e qualificato servizio missionario di informazione e di animazione per tutta la Chiesa». Trascorsi 40 anni da quell’evento, nella consapevolezza che «la missione di Cristo redentore, affidata alla Chiesa, è ancora ben lontana dal suo compimento», anzi «tale missione è ancora agli inizi e dobbiamo impegnarci con tutte le forze al suo servizio» (Redemptoris missio, 1), l’Agenzia Fides non può che rinnovare il suo impegno in questo «servizio missionario».
L’attualità di tale compito, in un contesto dove si manifesta più marcatamente la multiculturalità e la multireligiosità, dove il mondo dell’informazione è profondamente mutato e spesso soggetto a interessi particolari, l’Agenzia Fides deve raccogliere la sfida e continuare a raccontare speranze, problemi, attese del mondo, a dare notizia di situazioni e scenari ignorati dal circuito mediatico internazionale senza ricercare affannosamente lo scoop, ad essere voce di Paesi e Chiese trascurate dai network, a saper cogliere gli orizzonti della missione ad gentes e i nuovi areopaghi in cui far risuonare il Vangelo di Cristo.