L’affissione in alcune zone di Roma di «manifesti anonimi di contestazione a Papa Francesco e al suo operato» diventa l’occasione per affermare «con forza la stima e la gratitudine per il servizio che il Santo Padre sta assicurando alla Chiesa universale». Così la Presidenza della CEI in una Nota nella quale si esprime «in particolare» l’appoggio all’«impegno con il quale sta sostenendo il cammino di riforma della Chiesa per renderla sempre più conforme al Vangelo e ai segni del nostro tempo». Di seguito, il testo integrale della Nota (www.chiesacattolica.it).
A fronte di chi nello scorso fine settimana ha affisso in varie zone di Roma manifesti anonimi di contestazione a Papa Francesco e al suo operato, la risposta migliore sarebbe probabilmente il silenzio.
Nel contempo, è difficile anche non reagire alla denigrazione del Successore di Pietro, colpito in maniera volgare nella forma come nei contenuti. Per questo, come Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana, non soltanto rinnoviamo al Santo Padre la comunione e l’affetto delle nostre Chiese, ma affermiamo con forza la stima e la gratitudine per il servizio che sta assicurando alla Chiesa universale. In particolare, appoggiamo l’impegno con il quale ne sta sostenendo il cammino di riforma per renderla – secondo le sue stesse parole – sempre più conforme al Vangelo e ai segni del nostro tempo.
Con questa comunanza di spirito, gli assicuriamo la preghiera e la vicinanza di tutte le nostre Comunità ecclesiali.
La Presidenza della CEI
Guida ai perplessi
Dal falso Trilussa al confronto con l’imperatore, Donald Trump. È ciò che distingue i manifesti anti-Francesco apparsi a Roma dal messaggio del pontefice al Super Bowl, la finale del campionato di football americano a Houston (Texas, USA). Tutti fra il 4 e il 5 febbraio. I cartelloni romani uniscono la pochezza della comunicazione e la vecchiezza del mezzo all’incomprensibilità per quasi tutti gli utenti. Trasmettono un risentimento privo di qualità. Le immagini hanno fatto un giro nel mondo, ma solo come esempio di piccole polemiche romane. All’opposto la comunicazione per l’evento sportivo americano unisce la platea dell’evento sportivo più seguito negli Stati Uniti all’uso di una lingua dei “poveri” (lo spagnolo) con i contenuti di un messaggio che scandisce in pochi secondi il tema della pace, dell’amicizia, della solidarietà. Esattamente il contrario di quanto il nuovo presidente USA, Trump, va teorizzando e cercando di imporre nel paese. Se all’inizio del ‘900 il manifesto cartaceo aveva il senso della freschezza della comunicazione e della sua originalità, a distanza di un secolo il messaggio-video ha tutta la forza del simbolico nella comunicazione immateriale. La distanza formale dei mezzi è pari solo a quella delle loro qualità. (L. Pr.)