Lo scorso 11 febbraio 2020, papa Francesco ha scritto a mons. Joseph Marino, presidente della Pontificia Accademia Ecclesiastica, una lettera nella quale chiede di integrare nei curriculum di formazione per i sacerdoti candidati al servizio diplomatico della Santa Sede un anno di impegno missionario presso una diocesi delle Chiese particolari, al fine di formarli allo zelo apostolico per andare nei territori di confine, al di fuori della propria diocesi di origine. La riprendiamo dal bollettino della Sala stampa vaticana.
Caro fratello,
a conclusione dei lavori della recente Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi per la Regione Pan-Amazzonica, ho manifestato il desiderio che i sacerdoti che si preparano al Servizio diplomatico della Santa Sede dedichino un anno della loro formazione all’impegno missionario presso una Diocesi.
Sono convinto che una tale esperienza potrà essere utile a tutti i giovani che si preparano o iniziano il servizio sacerdotale, ma in modo particolare a coloro che in futuro saranno chiamati a collaborare con i Rappresentanti Pontifici e, in seguito, potranno diventare a loro volta Inviati della Santa Sede presso le Nazioni e le Chiese particolari.
Infatti, come ho già avuto modo di ricordare alla comunità di codesta Pontificia Accademia Ecclesiastica: «La missione che un giorno sarete chiamati a svolgere vi porterà in tutte le parti del mondo. In Europa bisognosa di svegliarsi; in Africa, assetata di riconciliazione; in America Latina, affamata di nutrimento e interiorità; in America del Nord, intenta a riscoprire le radici di un’identità che non si definisce a partire dalla esclusione; in Asia e Oceania, sfidate dalla capacità di fermentare in diaspora e dialogare con la vastità di culture ancestrali» (25 giugno 2015).
Per affrontare positivamente queste crescenti sfide per la Chiesa e per il mondo, occorre che i futuri diplomatici della Santa Sede acquisiscano, oltre alla solida formazione sacerdotale e pastorale, e a quella specifica offerta da codesta Accademia, anche una personale esperienza di missione al di fuori della propria Diocesi d’origine, condividendo con le Chiese missionarie un periodo di cammino insieme alla loro comunità, partecipando alla loro quotidiana attività evangelizzatrice.
Mi rivolgo dunque a te, caro Fratello, che hai recentemente assunto l’incarico di Presidente della Pontificia Accademia Ecclesiastica, chiedendoti di attuare questo mio desiderio di arricchire il curriculum della formazione accademica con un anno dedicato interamente al servizio missionario presso le Chiese particolari sparse nel mondo. Tale nuova esperienza entrerà in vigore a cominciare dai nuovi alunni che inizieranno la loro formazione nel prossimo anno accademico 2020/2021.
Allo scopo di elaborare in modo più approfondito e avviare bene tale progetto, occorrerà innanzitutto una stretta collaborazione con la Segreteria di Stato e, più precisamente, con la Sezione per il Personale di Ruolo diplomatico della Santa Sede, nonché con i Rappresentanti Pontifici, i quali certamente non mancheranno di prestare un valido aiuto nell’individuare le Chiese particolari pronte ad accogliere gli alunni e nel seguire da vicino tale loro esperienza.
Sono certo che, superate le iniziali preoccupazioni, che potrebbero sorgere di fronte a questo nuovo stile di formazione per i futuri diplomatici della Santa Sede, l’esperienza missionaria che si vuole promuovere tornerà utile non soltanto ai giovani accademici, ma anche alle singole Chiese con cui questi collaboreranno e, me lo auguro, susciterà in altri sacerdoti della Chiesa universale il desiderio di rendersi disponibili a svolgere un periodo di servizio missionario fuori della propria Diocesi.
In conclusione, affidando alla Vergine Maria, Madre della Chiesa, questa nuova modalità della formazione dei futuri collaboratori nel Servizio diplomatico della Santa Sede, invio con affetto a te, caro Fratello e all’intera comunità della Pontificia Accademia Ecclesiastica un cordiale saluto e la mia Benedizione Apostolica, chiedendovi per favore di ricordarmi nelle vostre preghiere.
Dal Vaticano, 11 febbraio 2020.
Francesco