Nota di accompagnamento del Documento finale
della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi
del Santo Padre Francesco
Nei diversi momenti del cammino del Sinodo da me avviato nell’ottobre 2021 ci siamo messi in ascolto di ciò che in questo tempo lo Spirito Santo dice alle Chiese.
Il Documento finale della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi raccoglie i frutti di un cammino scandito dall’ascolto del Popolo di Dio e dal discernimento dei Pastori. Lasciandosi illuminare dallo Spirito Santo, la Chiesa tutta è stata chiamata a leggere la propria esperienza e a identificare i passi da compiere per vivere la comunione, realizzare la partecipazione e promuovere la missione che Gesù Cristo le ha affidato. Il percorso sinodale, avviato nelle Chiese locali, ha attraversato poi le fasi nazionale e continentale, per giungere alla celebrazione dell’Assemblea del Sinodo dei Vescovi nelle due sessioni di ottobre 2023 e ottobre 2024. Ora il cammino prosegue nelle Chiese locali e nei loro raggruppamenti, facendo tesoro del Documento finale che il 26 ottobre scorso è stato votato e approvato dall’Assemblea in tutte le sue parti. Anch’io l’ho approvato e, firmandolo, ne ho disposto la pubblicazione, unendomi al “noi” dell’Assemblea che, attraverso il Documento finale, si rivolge al santo Popolo fedele di Dio.
Riconoscendo il valore del cammino sinodale compiuto, consegno ora alla Chiesa tutta le indicazioni contenute nel Documento finale, come restituzione di quanto maturato nel corso di questi anni, attraverso l’ascolto e il discernimento, e come autorevole orientamento per la sua vita e la sua missione.
Il Documento finale partecipa del Magistero ordinario del Successore di Pietro (cfr. EC 18 § 1; CCC 892) e come tale chiedo che venga accolto. Esso rappresenta una forma di esercizio dell’insegnamento autentico del Vescovo di Roma che ha dei tratti di novità ma che in effetti corrisponde a ciò che ho avuto modo di precisare il 17 ottobre 2015, quando ho affermato che la sinodalità è la cornice interpretativa adeguata per comprendere il ministero gerarchico.
Approvando il Documento, il 26 ottobre scorso, ho detto che esso «non è strettamente normativo» e che «la sua applicazione avrà bisogno di diverse mediazioni». Questo non significa che non impegni fin da ora le Chiese a fare scelte coerenti con quanto in esso è indicato. Le Chiese locali e i raggruppamenti di Chiese sono ora chiamati a dare attuazione, nei diversi contesti, alle autorevoli indicazioni contenute nel Documento, attraverso i processi di discernimento e di decisione previsti dal diritto e dal Documento stesso. Ho anche aggiunto che «c’è bisogno di tempo per giungere a scelte che coinvolgono la Chiesa tutta»: questo vale in particolare per i temi affidati ai dieci gruppi di studio, ai quali altri potranno aggiungersi, in vista delle necessarie decisioni. La conclusione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi non pone fine al processo sinodale.
Riprendo qui con convinzione quanto ho indicato al termine dell’articolato cammino sinodale che ha portato alla promulgazione di Amoris laetitia (19 marzo 2016): «non tutte le discussioni dottrinali, morali o pastorali devono essere risolte con interventi del magistero. Naturalmente, nella Chiesa è necessaria una unità di dottrina e di prassi, ma ciò non impedisce che esistano diversi modi di interpretare alcuni aspetti della dottrina o alcune conseguenze che da essa derivano. Questo succederà fino a quando lo Spirito ci farà giungere alla verità completa (cf. Gv 16,13), cioè quando ci introdurrà perfettamente nel mistero di Cristo e potremo vedere tutto con il suo sguardo. Inoltre, in ogni paese o regione si possono cercare soluzioni più inculturate, attente alle tradizioni e alle sfide locali» (AL 3).
Il Documento finale contiene indicazioni che, alla luce dei suoi orientamenti di fondo, già ora possono essere recepite nelle Chiese locali e nei raggruppamenti di Chiese, tenendo conto dei diversi contesti, di quello che già si è fatto e di quello che resta da fare per apprendere e sviluppare sempre meglio lo stile proprio della Chiesa sinodale missionaria.
In molti casi si tratta di dare effettiva attuazione a ciò che è già previsto dal diritto vigente, latino e orientale. In altri casi si potrà procedere, attraverso un discernimento sinodale e nel quadro delle possibilità indicate dal Documento finale, all’attivazione creativa di forme nuove di ministerialità e di azione missionaria, sperimentando e sottoponendo a verifica le esperienze. Nella relazione prevista per la visita ad limina ciascun vescovo avrà cura di riferire quali scelte sono state fatte nella Chiesa locale a lui affidata in rapporto a ciò che è indicato nel Documento finale, quali difficoltà si sono incontrate, quali sono stati i frutti.
Il compito di accompagnare la «fase attuativa» del cammino sinodale, sulla base degli orientamenti offerti dal Documento finale, è affidato alla Segreteria Generale del Sinodo insieme ai Dicasteri della Curia Romana (cfr. EC 19-21).
Il cammino sinodale della Chiesa Cattolica, animato anche dal desiderio di proseguire il cammino verso l’unità piena e visibile dei cristiani, «ha bisogno che le parole condivise siano accompagnate dai fatti» (Saluto finale alla XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, 26 ottobre 2024). Lo Spirito Santo, dono del Risorto, sostenga e orienti la Chiesa tutta in questo cammino. Egli, che è armonia, continui a far ringiovanire la Chiesa con la forza del Vangelo, la rinnovi e la conduca alla perfetta unione con il suo Sposo (cfr. LG 4). Poiché lo Spirito e la sposa dicono al Signore Gesù: «Vieni» (cf. Ap 22,17).
24 novembre 2024, Solennità di N.S.G.C. Re dell’Universo
Francesco
Il documento pontificio del 24 novembre 2024 dà ufficialità a quanto il Papa aveva detto a voce alla conclusione del Sinodo universale. Ora si apre il tempo della presa d’atto, non solo di quanto il Sinodo ha elaborato, ma anche dell’attuazione delle sue prescrizioni e dei suoi inviti. Tutto ciò non sarà così immediato, come invece auspica quest’ultimo documento, perché è proprio dell’esperienza sinodale procedere per ascolto ampio e per successivi discernimenti. Se poi si vogliono conservare sia dottrina che prassi comuni, il passaggio alle Chiese locali e ai loro raggruppamenti dovrà prevedere un ulteriore ritorno a Roma per una regimentazione e un’approvazione di quanto le periferie hanno deciso. Altrimenti si sarà corso invano, perché l’unità nella diversità resta un principio fondamentale per le relazioni ecumeniche, ma attualmente ancora non lo è all’interno della compagine cattolica.
Importante nota di accompagnamento di Papa Francesco al documento finale del Sinodo. Forse per fugare qualche è stata redatta la nota. Il documento finale approvato è in linea di continuità con l’intera Costituzione Lumen gentium, ma allo stesso tempo non essendo normativo necessita di norme adeguate laddove le norme dicono il contrario o non sono prescrittive.