Nell’incontro con gli imprenditori del 27 febbraio papa Francesco, ricordando lo slogan «fare insieme» e il tema della responsabilità sociale dell’azienda, ha detto «Fare insieme vuol dire infatti impostare il lavoro non sul genio solitario di un individuo, ma sulla collaborazione di molti. Significa, in altri termini, fare rete per valorizzare i doni di tutti, senza però trascurare l’unicità irripetibile di ciascuno. Al centro di ogni impresa vi sia dunque l’uomo: non quello astratto, ideale, teorico, ma quello concreto, con i suoi sogni, le sue necessità, le sue speranze, le sue fatiche». Temi e riferimenti che un precursore della questione sociale come p. Dehon esprimeva così, secondo il linguaggio del tempo, in un articolo del luglio 1894: «I padroni hanno dei diritti: gli operai devono fornire loro un lavoro coscienzioso e una obbedienza rispettosa. Ma hanno anche numerosi doveri… Il principio da cui derivano tali doveri è l’autorità dell’imprenditore in se stessa. È il capo della famiglia operaia, come il padre lo è per la famiglia naturale. Tale autorità è costruita sul diritto naturale, ed è specificata dal contratto di lavoro. L’imprenditore è per questo una autorità sociale. Può e deve vegliare su tutti gli interessi di coloro che le circostanze e un libero contratto hanno posto sotto la sua direzione».