Dal 13 marzo 2013 papa Francesco ha investito le sue energie di rinnovamento ecclesiale al servizio della Chiesa cattolica. Il patrimonio magisteriale e pastorale prodotto è ormai di grande spessore: 2 bolle di indizione, 3 encicliche, 7 esortazioni apostoliche, centinaia di lettere e discorsi, 41 messaggi, 76 lettere apostoliche, 8 motu proprio, migliaia di omelie, oltre 300 interviste, 28 viaggi in Italia, 42 in altri Paesi del mondo.
Un deposito di indicazioni, di decisioni e di suggestioni che suggerisce lo sforzo da parte nostra di indicare le linee di forza e le direzioni più insistite del pontificato di papa Bergoglio. Dopo undici anni si può abbozzare un bilancio, certo non definitivo, ma attendibile. È un esercizio che va fatto proprio in presenza di una significativa resistenza che non ha solo le caratteristiche del tradizionalismo anticonciliare.
Quali elementi per il futuro ecclesiale si sono depositati in questi undici anni di pontificato? Quali i punti critici che possono essere evidenziati? Quali sono le resistenze che possono mettere in questione le spinte più innovative?
A tali domande cerchiamo di rispondere il 25-26 ottobre prossimo nel secondo incontro che SettimanaNews organizza per collaboratori, amici e lettori.
Due i fuochi iniziali della nostra riflessione: storico e teologico. Francesco ha definitivamente abbandonato l’impianto della cristianità. Sia nella sua forma classica, la convivenza e subalternità dei due poteri (civile ed ecclesiale), sia nella sua forma più recente, attestata nei documenti del Vaticano II, che afferma insieme l’autonomia della politica e la custodia da parte della Chiesa degli indirizzi morali fondamentali della convivenza civile. L’approccio teologico ci permetterà di ricostruire l’itinerario con cui Francesco ha inteso in questi anni applicare gli indirizzi conciliari, rilanciando la necessità dell’annuncio. Con le parole della Evangelii gaudium (n. 27):
«Sogno una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l’evangelizzazione del mondo attuale, più che per l’autopreservazione. La riforma delle strutture, che esige la conversione pastorale, si può intendere solo in questo senso: fare in modo che esse diventino tutte più missionarie, che la pastorale ordinaria in tutte le sue istanze sia più espansiva e aperta, che ponga gli agenti pastorali in costante atteggiamento di “uscita” e favorisca così la risposta positiva di tutti coloro ai quali Gesù offre la sua amicizia».
Sulla base del quadro così delineato chiameremo a intervenire collaboratori e amici su singoli aspetti e prospettive che caratterizzano il ministero di papa Bergoglio e l’oggi ecclesiale. Fra questi alcuni elementi più «interni», come la questione femminile e l’attenzione alla pastorale parrocchiale. E altri più «esterni», come uno sguardo sul suo pontificato a partire dal Medio Oriente, dall’Asia e dall’Europa. Lasciando lo spazio per gli interventi dei presenti insieme ai quali vorremmo definire meglio un quadro d’insieme.
SettimanaNews immagina l’evento come spazio per un ascolto dei suoi lettori e un confronto diretto fra la redazione, che giorno dopo giorno alimenta la rivista, e tutti coloro che la leggono e l’utilizzano per il loro cammino di informazione e approfondimento.
- Per il programma e tutte le informazioni scarica il Pieghevole
- Scarica il Modulo iscrizione da compilare
Speriamo solo che col prossimo papa non ci siano inutili e dannose “personalizzazioni” per cui in cui in questi anni abbiamo sentito molti dire : io non credo nella Chiesa ma mi piace papa Francesco ,oppure al contrario con questo papa Francesco mi sono allontanato dalla Chiesa. Rimettiamo la fede in Gesù al centro. I papi politici lasciano il tempo che trovano. Oggi vanno di moda certe opinioni , ma domani andrà di moda il contrario. La dottrina cristiano è la Verità perenne non la moda del momento.
È stato il papa più importante dei miei 50 anni. Non lo faranno santo e non starà lí 30 anni ma resta il papa che ha davvero tirato fuori cose nuove e cose vecchie e non solo cose vecchie.
La figura del papa ha preso secondo me ultimamente una assurdo ” culto della personalita’ ” che non e’ nello spirito realmente cattolico. La Chiesa cattolica non si basa sulla figura carismatica o meno del papa, ma sulla fede in Gesu’ ,sulla Tradizion. Chi di noi sa chi furono i papi del 1600 e 1700 ? La loro personalita’ umana non contava. Se si fa del papa un idolo , la cosa piu’ importante della Chiesa cattolica ,e’ assolutamente sbagliato e portera’ alla rovina. Non possiamo pensare di avere sempre papi ” Superman” .
‘Ultimamente ‘ è un eufemismo: se si legge qualcosa scritto sotto Pio XII si può avere l’idea che il Pontefice sia il nuovo messia!
O leggiamo il ritornello di ‘Bianco Padre ‘, vecchio inno dell’AC
Bianco Padre che da Roma,
ci sei meta luce e guida
in ciascun di noi confida,
su noi tutti puoi contar.
Siamo arditi della fede,
Siamo araldi della Croce,
al tuo cenno alla tua voce,
un esercito all’altar.
Credo che un pontefice di questo calibro sia necessario per destare le coscienze e fare comprendere quanto sia necessario ritornare ad essere cattolici dopo anni di autentico relativismo. Personalmente in questo pontificato ho visto una chiesa allo sbando, confusa e piegata al potere del mondo dove Cristo, la dogmatica, la tradizione apostolica e liturgica sono visti come elementi scomodi e d’ intralcio alla ” fratellanza universale” che tanto piace ai mainstream .
Un profeta, papa Francesco. Un uomo di Dio che sta lavorando con tutto se stesso al rinnovamento della struttura gerarchica della Chiesa. Chiesa in uscita e ospedale da campo….. Qui c’è tutto. La corresponsabilità dei laici e la cura di ogni situazione difficile, in primis le guerre e le divisioni tra gli uomini e le donne nel mondo intero. E la dignità di ogni creatura. Continuiamo a pregare per la sua grande missione
E’ difficile dire se dopo Francesco ci sarà Francesco II o no e la storia degli ultimi papi dimostra che può accadere tutto. Per fare alcuni esempi Giovanni XXIII è stato in discontuinità con Pio XII come è accaduto con Benedetto XVI e Francesco, mentre c’è stata continuità tra Giovanni XXIII e Paolo VI e tra Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Molto dipenderà non solo semplicemente dalle nomine cardinalizie future ma soprattutto dalle riforme in corso e non acora consolidate. Il cantiere del Sinodo è un esempio concreto, perchè se Papa Francesco tergiverserà sulle scelte per rendere a tutti i livelli la Chiesa più sinodale, il pericolo di avere un Papa tiepido sulla sinodalità è molto alto. La Costituzione Lumen gentium rimane un documento profetico e fodamentale da attuare, ma la gerarchia fa molta fatica a metabolizzarlo.
Interessante iniziativa! Sarà registrata e magari successivamente sarà possibile sentire gli interventi su qualche piattaforma (YouTube per esempio)? Mi sembra comunque presto per tirare le fila di un pontificato che attraversa il suo menomenti più critico a causa del Sinodo (vedi cosa sta succedendo in Germania).
Mah, in teoria se andasse come i papati precedenti è possibile che Francesco venga dimenticato in fretta da qualche ribaltone in conclave. Perché no, in termini puramente secolari. In termini ecclesiali anche lui verrà compreso con i tempi dello Spirito che non sono né quelli degli adulatori opportunisti né quelli degli oppositori un pò meschini.
Penso che l’attuale papa, nel bene e nel male, difficilmente potrà essere dimenticato in fretta. Egli sta lavorando alacremente alla composizione del conclave che eleggerà il suo successore. Avremo probabilmente un Francesco II meno pasticcione dell’attuale, più sofisticato intellettualmente, meno esplicito nel desiderio di demolire il passato e, quasi certamente, non sudamericano. Vero è che un conclave scelto da Pio XII elesse Giovanni XXIII: tutto è possibile. In ogni caso lo Spirito Santo molti papi li dona alla Chiesa, altri li permette e alcuni li infligge. So che la citazione è verosimilmente apocrifa ma è lo stesso veramente carina.
Ho fatto fatica ad abituarmi a lui, per motivi più caratteriali (Ratzinger era timido e intellettuale e mi piaceva per questo) che di posizionamento ecclesiale ma riconosco che il suo pontificato è stato in qualche modo necessario.
I papi passano e non sono le biblioteche di documenti da loro prodotti a fare la differenza, essa è data dagli insegnamenti di Gesù spesso ignorati e disattesi dal clericalismo di ritorno. I cattolici non sono attrezzati nella conoscenza del vangelo quanto nelle quisquilie vaticane ed ecclesiastiche. Dassie Maurizio