Papa Francesco ha lasciato Lussemburgo e Belgio con un messaggio chiarissimo contro gli abusi e contro l’aborto. Domenica all’Angelus ha dato lui stesso la notizia: «Al mio rientro a Roma avvierò il processo di beatificazione di re Baldovino: che il suo esempio di uomo di fede illumini i governanti. Chiedo che i vescovi belgi si impegnino per portare avanti questa causa». Il sovrano – come è noto – nel 1992 abdicò per 36 ore per non dover firmare la legge sulla legalizzazione dell’aborto.
Contro gli abusi
Papa Francesco ha incontrato alcune vittime di abusi e ha accompagnato il gesto con un messaggio forte e chiaro, nell’omelia della messa della domenica. «Li ho sentiti, ho sentito la loro sofferenza di abusati e lo ripeto qui: nella Chiesa c’è posto per tutti, tutti, tutti ma tutti saremo giudicati e non c’è posto per l’abuso, non c’è posto per la copertura dell’abuso. Chiedo a tutti: non coprite gli abusi! Chiedo ai vescovi: non coprite gli abusi! Condannare gli abusatori e aiutarli a guarire da questa malattia dell’abuso. Il male non si nasconde: il male va portato allo scoperto, che si sappia, come hanno fatto alcuni abusati e con coraggio. Che si sappia. E che sia giudicato l’abusatore. Che sia giudicato l’abusatore, sia laica, laico, prete o vescovo: che sia giudicato».
Ai sacerdoti, ai vescovi, a consacrati e consacrate, ai laici, ha ricordato che la Chiesa si basa sulla testimonianza e sulla misericordia, che devono essere le chiavi di una rinnovata opera di evangelizzazione. «Vorrei ricordare un’opera di Magritte, vostro illustre pittore, che si intitola L’atto di fede. Rappresenta una porta chiusa dall’interno, che però è sfondata al centro, è aperta sul cielo. È uno squarcio, che ci invita ad andare oltre, a volgere lo sguardo in avanti e in alto, a non chiuderci mai in noi stessi, mai in noi stessi. Questa è un’immagine che vi lascio, come simbolo di una Chiesa che non chiude mai le porte – per favore, non chiude mai le porte! –, che a tutti offre un’apertura sull’infinito, che sa guardare oltre. Questa è la Chiesa che evangelizza, vive la gioia del Vangelo, pratica la misericordia».
In Lussemburgo, giovedì 26 settembre, ha fornito un esempio del ruolo che può avere la Chiesa in una società secolarizzata. «La Chiesa, in una società secolarizzata, evolve, matura, cresce. Non si ripiega su sé stessa, triste, rassegnata, risentita, no; accetta piuttosto la sfida, nella fedeltà ai valori di sempre, di riscoprire e rivalorizzare in modo nuovo le vie di evangelizzazione, passando sempre più da un semplice approccio di cura pastorale a quello di annuncio missionario – e ci vuole coraggio. E per fare questo è pronta ad evolvere: ad esempio, nella condivisione di responsabilità e ministeri, camminando insieme come Comunità che annuncia e facendo della sinodalità un modo duraturo di relazionarsi tra i suoi membri».
Immigrati, donne, aborto
I temi dello sviluppo umano integrale, sono stati sviluppati nei discorsi al Corpo diplomatico e alle autorità, prima in Lussemburgo e poi in Belgio.
Il Lussemburgo è «un modello» di accoglienza, ha detto il papa, in quanto paese fondato sulla presenza e sul lavoro di tantissimi immigrati. Nell’Europa del benessere, il papa ha esortato alla solidarietà verso le nazioni più svantaggiate e alla responsabilità verso la cura del creato.
In Belgio, papa Francesco ha elogiato il clima di tolleranza e di dialogo. E ha chiesto a questa parte di Europa di promuovere una sempre maggiore integrazione, condivisione, solidarietà. La Chiesa – ha insistito – si inserisce nel movimento di crescita di tutta la società e per questo chiede perdono e si impegna a fare in modo che gli scandali (degli abusi e delle adozioni forzate del passato), si trasformino in crescita di una nuova coscienza.
Qualche polemica strumentale ha riguardato le frasi del papa sul ruolo delle donne nella Chiesa, nel discorso agli studenti dell’Università cattolica di Lovanio. Lo stesso papa Francesco ha stigmatizzato le critiche, visto che si sono materializzate mentre ancora stava parlando e dunque sembrano preparate in anticipo, artefatte.
Quel discorso andrebbe letto nella sua integralità e, infatti, sempre rispondendo ad una domanda sul volo di ritorno, lo ha chiarito bene: «Parlo sempre della dignità della donna e ho detto una cosa che non posso dire degli uomini: la Chiesa è donna, è la sposa di Gesù. Maschilizzare la Chiesa, maschilizzare le donne non è umano, non è cristiano. Il femminile ha la propria forza. Anzi, la donna – lo dico sempre – è più importante degli uomini, perché la Chiesa è donna, la Chiesa è sposa di Gesù».
Sul tema dell’aborto, ritornato durante l’incontro con i giornalisti sul volo di ritorno, in relazione alla scelta di re Baldovino, Papa Francesco ha usato espressioni nette: «Si uccide un essere umano. E i medici che si prestano a questo sono – permettimi la parola – sicari. Sono dei sicari. E su questo non si può discutere. Si uccide una vita umana».
Penso che il viaggio papale sia stato molto fruttuoso da ogni punto di vista e abbia toccato con mano i problemi che attraversa la Chiesa nel momento attuale. Il Papa ha detto parole belle e forti, consolidando la dottrina tradizionale e non temendo assolutamente gli attacchi ideologici. Forse non sarebbe male avviare un’indagine canonica anche nelle università che si fregiano del titolo di cattoliche e sono covi di vipere.
Porrei qualche domanda a Francesco … Tu dici belle parole, ma chi è che deve operare affinché queste tue parole non rimangano belle parole ? Non sei tu il papa ? Non sei tu che ha il potere di cambiare le cose ? Non sei tu che devi ascoltare la voce delle donne e delle donne che fanno teologia ? Non sei tu che devi riconoscere, nella dottrina e nelle norme canoniche, l’autorevolezza, l’autorità, le competenze ed i carismi delle donne ? Visto che ammetti “che si debba fare molto di più”, perché non lo fai ? Vuoi dare credibilità alla tue parole ? Bene: agisci, procedi con coraggio sulla via delle riforme !
E’ come Kamala Harris che promette di fare se sara’ eletta quello che in quattro anni da Vicepresidente non ha fatto, pur avendone l’ autorità.
Da tredici anni sentiamo da Francesco ” belle parole” ma fatti zero
Papa Francesco e il Vaticano sapevano che il viaggio in Belgio sarebbe stato difficoltoso e farlo dell’imminenza del Sinodo non credo sia casuale. Sicuramente la questione femminile (irrisolta) e la questione degli abusi all’interno della Chiesa (irrisolta) avranno sicuramente una eco forte in Sinodo.
Ma invece di agitare specchietti per le allodole col Sinodo sulla Sinodalita’ ,perche’: non hanno risolto la questione femminile e la questione degli abusi? Forse perche’ non hanno nessuna idea di come fare e vogliono guardare tempo ? Discutendo all’ infinito e di sinodalmente di tutto fino al Giorno del Giudizio ?