Forse mai nella storia della Chiesa un papa è stato oggetto di tanti attacchi e perfino di richieste di dimissioni come papa Francesco. Le accuse sono pesanti: errori dottrinali ed eresia. Ma chi sono queste persone o gruppi che lo avversano e che cosa li muove? Sonja Strube, docente di teologia e di pedagogia religiosa presso l’Istituto di teologia cattolica dell’Università di Osnabrück ed esperta di temi relativi al populismo di destra, pubblica su katholisch.de del 5 maggio scorso un’analisi in cui descrive il profilo psicologico e politico di queste persone e mostra quanto siano pericolose per la Chiesa e per la società.
Dall’elezione di papa Francesco soffia nella Chiesa cattolica un vento più fresco: sono di nuovo possibili le discussioni aperte dove per lungo tempo regnava soltanto un silenzio di piombo. Nello stesso tempo, però, papa Francesco è continuamente attaccato da piccoli gruppi reazionari in una maniera che lascia senza parole.
Lo si accusa di ciò che mai era stato rimproverato da secoli ad un pontefice, cioè di diffondere false dottrine, di essere un “papa haereticus”, per cui le sue riforme, decisioni ed encicliche non possono pretendere alcun assenso.
Queste discussioni vengono promosse sui relativi forum internet privati presenti anche nella Chiesa cattolica romana, come pure nell’ambito della lingua tedesca, negli USA e in altri paesi. Attualmente circola online anche una petizione che invita papa Francesco a ritirarsi.
Un particolare appoggio mediatico questi circoli lo trovano nel campo delle destre politiche, dall’AfD (Alternative für Deutschland – partito politico euroscettico, ndr) ai media di destra, fino a Steve Bannon (ex capo stratega del presidente americano Donald Trump, ndr).
Il rimprovero aggressivo, che degenera a volte fino allo scherno, proviene proprio da ambienti che con Giovanni Paolo II e Benedetto XVI si definivano gli unici “fedeli al papa”.
Al centro dei rimproveri contro papa Francesco ci sono l’esortazione Amoris laetitia e ogni più lieve modifica della morale sessuale tradizionale della Chiesa. Ma vengono attaccate aspramente anche molte altre sue posizioni e bollate come “di estrema sinistra”, per esempio sui migranti, sulla giustizia e sul cambiamento globale del clima. Persino l’invito alla virtù cristiana così venerata della misericordia per questi circoli è una spina nell’occhio.
Il problema della dottrina e dell’eresia che, a prima vista, potrebbe sembrare una questione teologicamente molto complessa, sta a indicare due cose: l’esistenza di una piccola ma aggressiva corrente sotterranea, di carattere fondamentalista-autoritario nella Chiesa cattolica romana, e un interesse politico a impossessarsi o almeno a dividere questa Chiesa per mezzo di alcuni protagonisti dell’area della destra politica.
Chi sono questi “ex fedeli del papa” che avversano papa Francesco?
Analizzando i forum internet che denunciano papa Francesco in modo così duro, si ottengono informazioni sul comportamento dei loro autori e dei loro utenti (informazioni che sono rivelatrici).
Molti di coloro che pubblicano dei commenti sono persone chiaramente istruite, scrivono senza problemi lunghi testi elaborati, fanno riferimento agli antichi filosofi e ai padri della Chiesa, citano in latino. La semplicità mentale, la mancanza di istruzione e anche condizioni di vita precarie non sembrano essere problemi di queste persone.
A predominare sono persone più anziane rispetto alla media. Inoltre, i media e i loro utenti manifestano spesso una vicinanza con i partiti e i gruppi politici a destra della CDU/CSU.
Nonostante i livelli di istruzione, un forte rifiuto della teologia scientifica pervade i loro commenti, tanto che spesso sembrano contrari anche ad un discorso democratico.
La verità religiosa, Dio e la sua volontà sono considerati come un’affermazione ben definita e un solido possesso (uno “ha” la verità) e non come qualcosa di ineffabile e di molto più grande, che gli uomini possono solo presagire e a cui avvicinarsi a tentoni. In definitiva, la nostra prospettiva umanamente limitata è “scambiata” con la prospettiva di Dio – la propria posizione, la propria visione del mondo vengono “scambiate” per volontà di Dio.
In generale, in questi ambienti si manifesta sempre più chiaramente un’opposizione globale al Vaticano II, cercando di annullare su tutta la linea le sue decisioni e le sue riforme e di rendere l’antimodernismo ecclesiastico della fine del secolo XIX e dell’inizio del XX l’unica forma vincolante del cattolicesimo romano.
Anche lo stile dei discorsi e le presentazioni dei forum internet “critici verso Francesco” mostrano una serie di particolarità: una visione estremamente negativa del mondo abbinata a resoconti di indignazione e di scandali; una forte svalutazione verbale di chi la pensa diversamente, accompagnata spesso dalla derisione; la formulazione di idee morali rigide, quasi esclusivamente nel campo della sessualità, con la richiesta di rimproveri e di dure punizioni.
Ci sono esplicite proposte di punizioni da parte dei tribunali, a volte anche fantasie di vendetta di carattere apocalittico e retoriche di cospirazione, accompagnate da una marcata polemica contro la misericordia, contro le immagini di tenerezza di Dio e contro qualsiasi forma creativa di prassi religiosa.
L’autoritarismo come debolezza di coscienza…
Tutto ciò che può essere osservato nei media cattolici di destra trova una probante spiegazione psicologica negli studi di Theodor W. Adorno sulla “personalità autoritaria”.
Negli anni ’40, di fronte al fascismo e al nazismo, Adorno esplorò la personalità antidemocratica autoritaria e la descrisse soprattutto come “sottomissione autoritaria” ad autorità esterne e a rigidi sistemi di norme associati ad un’“aggressione autoritaria” verso quelle persone che osano trasgredire queste norme.
Tra le importanti caratteristiche che egli rileva, vi sono una forte «difesa del soggettivo, dell’immaginario, del sensibile», la superstizione e gli stereotipi, l’ambizione di potere, l’«ostentazione di forza fisica», la distruttività e il cinismo, la tendenza a credere «ad avvenimenti devastanti e pericolosi nel mondo», come pure la «proiezione degli impulsi inconsci verso il mondo esterno» unita ad una fissazione sull’insieme dei temi riguardanti la sessualità.
Nel modo vigoroso, forte e terrorizzante con cui agiscono e operano le persone autoritarie (che è la ragione per cui dev’essere posto loro un freno), Adorno diagnostica chiaramente alla base un’accentuata debolezza dell’“io” e della “coscienza”. Le persone autoritarie mancano di fiducia nel proprio modo di pensare, nel proprio mondo dei sentimenti e nella propria capacita di giudizio morale.
I surrogati sono dei punti esterni immobili e strutture predefinite, una rigida adesione a convenzioni e una sottomissione ad autorità “moralmente” rilevanti – siano queste leggi, dogmi, capi religiosi e politici.
Chi non si sottomette in pari misura alle autorità autoelette dimostra che si può vivere anche in maniera diversa mettendo così in discussione la loro sottomissione.
Il mondo circostante è considerato come ostile, malvagio, immorale, con venature di cospirazione, così che, di fronte ad esso, occorre armarsi e difendersi. Come orientamenti occorrono chiare gerarchie e un preciso ordinamento verso i poli “bene” o “male”. Siccome non è possibile fidarsi della propria vita interiore, viene rifiutato e svalutato tutto ciò che è critico-riflessivo e interiormente emotivo.
… e come motivo dell’opposizione a Francesco
Così diventano plausibili i diversi aspetti della teologia e dell’agire di papa Francesco combattuti dai suoi avversari.
Credenti con una struttura personale autoritaria richiedono una rigida osservanza di regole, norme e dogmi ritenuti eternamente immutabili e per compensare in tal modo la debolezza della loro coscienza e del loro “io” mediante un quadro normativo esterno.
L’idea di una misericordia donata gratuitamente mina la rigidità delle regole. Inoltre, richiede compassione, toccando così il “campo minato” delle emozioni, cosa da evitare accuratamente.
La ragione per cui il cambiamento delle accentuazioni nel campo della morale sessuale è percepito come particolarmente minaccioso si spiega – secondo Adorno – con l’importanza che ha il loro modo di affrontare i propri bisogni sessuali personali.
Il rifiuto veemente della moderna teologia scientifica e del dialogo ecumenico e interreligioso si spiegano come una difesa contro l’insicurezza che nasce dalla molteplicità di possibili prospettive e dal riconoscimento di chi la pensa diversamente come partner alla pari del dialogo.
Il pensiero teologico relazionale e contestualizzato – teologie contestuali e teologie della liberazione, ma anche le riflessioni sociali e le morali sociali – vengono rifiutati come “relativismo”.
La religione, in questa prospettiva, deve servire soprattutto alla stabilizzazione psichica interiore attraverso un universo di valori chiaramente strutturato di idee “eterne” e l’attenzione non deve essere focalizzata sull’ambivalenza del mondo.
Ogni volta che papa Francesco (o altri teologi e teologhe) ragionano sotto il profilo pastorale e contestuale, aprono spazi discrezionali o rafforzano la coscienza personale e provocano un processo di maturazione, i credenti dotati di una personalità autoritaria hanno i loro problemi nell’affrontare i dilemmi morali e le loro debolezze di coscienza.
Dal papa, in quanto persona in autorità, questi credenti si aspettano che egli confermi il loro comportamento autoritario con delle norme, in quanto garante del loro quadro normativo, e propugni idee religiose rigide nella politica della Chiesa e che, in forza della sua funzione, le renda obbligatorie per tutti.
Siccome papa Francesco ha intenzionalmente deluso le aspettative autoritarie, egli si sarebbe screditato come oggetto di sottomissione autoritaria; inoltre, per il suo rifiuto di impersonare il ruolo che gli corrisponde, ha attirato su di sé di una duplice collera: “l’aggressione autoritaria” contro di lui in quanto “trasgressore di regole”, nel senso che egli ammette delle eccezioni, e l’indignazione perché ora il proprio rigido quadro normativo deve sbrigarsela senza più il papa come garante.
Un pericolo per la Chiesa e la società
L’autoritarismo nella forma descritta da Theodor W. Adorno possiede un forte potenziale chiarificatore quando si tratta di descrivere gruppi e correnti antimoderniste e fondamentaliste, ma anche strutture problematiche, tradizioni di pensiero e di azione in seno alla Chiesa, e di comprendere le loro dinamiche distruttive.
Inoltre, per quanto riguarda la violenza sessuale, il suo occultamento e anche l’abuso spirituale, fa attualmente problema il significato delle strutture autoritarie della Chiesa.
L’autoritarismo costituisce anche una categoria centrale per spiegare le posizioni populiste ed estremiste di destra. Questo spiega la prossimità che esiste spesso tra i circoli religiosi autoritari e politici di destra. E sottolinea il pericolo che può derivare alla Chiesa dai gruppi strutturati in maniera autoritaria.
Dal punto di vista ecclesiastico-politico, si pone l’esigenza di un chiaro rifiuto del populismo e dell’estremismo misantropo di destra come anche della supremazia dei gruppi strutturati in maniera autoritaria e del loro retroterra ideologico all’interno della Chiesa.
Mai nella storia un Papa è stato così attaccato. E mai nella storia un Papa si è proposto per cambiare la dottrina cattolica. Mai nessun Paoa è stato così fivisivo, contraddittorio e ambiguo. E sappiamo chi è il Divisore per eccellenza. C’è di che meditare……
Non credo poi che c’entri la politica di destra. Io vedo tanti cattolici sbandati e confusi, privi di qualsiasi appartenenza politica
Mi dispiace ma trovo l’articolo piuttosto fazioso e non ci si interroga minimamente se non ci sia qualcosa di vero nelle critiche che si fanno.
Parlando poi di autoritarismo io trovo che proprio Papa Francesco sia piuttosto autoritario. Non accetta minimamente la critica e non risponde mai a chi gli pone certe domande scomode.
Signor Davide,
dall’alto della mia arroganza banalizzatrice un paio di appunti.
Il trono di spade come impianto narrativo è decadentistico. La guerra in atto (da molto tempo) nella Chiesa è epica.
I contendenti sono da una parte i restauratori che pensano di poter ripercorrere le vecchie metodologie missionarie volte a riconvertire le consuetudini e gli usi contingenti in termini cristiani. Per questo sono disposti a fare carte false da un punto di vista dottrinario a medio termine, scommettendo di vincere la partita a lungo termine. A capo dei restauratori papa Bergoglio.
Poi ci sono i conservatori che avvertono l’operazione in atto da parte dei restauratori minacciosa per la dottrina ma non sono in grado di contrapporre altro che una contestazione passiva.
Poi c’è Benedetto che è granello di senape. Benedetto risponde ai restauratori come le consuetudini e gli usi contingenti attualmente non sono più convertibili in termini cristiani. il popolo si è trasformato in massa e il discorso della misericordia è come buttare acqua sulla carta oleata. Il punto centrale è la cura della fede in un rapporto di carità ovvero di costante e schietta (quindi anche dura) comunicazione con la massa che persisterà a rimbalzare i tentativi di connessione.
Complimenti a Sonja Strube per il bell’articolo e condivido in pieno il commento di MR. Anche sulla necessità di riflessioni del genere come, sottolineo, evidenziano la banalità di alcuni commenti. Addirittura la signora carchia, con una dimensione ecclesiale notevole, parla di guerra tra papi – che chiaramente vincerà Benedetto. Forse si confonde con Games of thrones, che del resto ha un impianto molto più solido delle argomentazioni che lascia intravedere. L’affermazione “il piccolo registro della nuova pastorale”, poi, è un capolavoro che rivela un piccolo orizzonte e l’arroganza di chi ha povere argomentazioni di parte: la Misericordia è paternalismo buonista e via dicendo… Aspettiamo il prossimo commento in cui lei finalmente svelerà con quale trono rosso il papa vorrà allearsi… le ripeto Games of thrones è molto meno banale.
La signora evita opportunamente di definirsi come ciò che è: una modernista.
Questi tre commenti sono effettivamente conferme evidenti della bontà della riflessione avanzata nell’articolo. Il primo trancia un giudizio incredibile nella sua banalizzazione e, invece di affrontare la questione dei detrattori, sputa sul papa (immagino senza che questo turbi la sua autopercezione di cattolico, a meno di non considerarsi come un «ultrà», che nel calcio sputa su allenatore e giocatori senza percepire in questo una contraddizione con la sua identità). Il secondo farnetica ricostruzioni storiche degne di un terrapiattista, e se serve posso fornire una bibliografia più adeguata, come chiede il terzo. Il terzo, però, considera una denigrazione l’affermare che il papa è attaccato da persone che hanno confuso la dottrina cristiana con un’ideologia tranquillizzante, e separa immagine mediatica da… cosa? Ma perché difendere il papa da accuse farneticanti è denigrare gli accusatori? Sarebbe come essere accusati di violenza perché si afferra con forza la mano di uno che sta picchiando un altro.
Dal momento che sono assolutamente certo che tutte e tre queste persone siano in buona fede, non resta che certificare quanto ormai la paura sia l’unica vera radice di molte discussioni. Paura che degenera in ira incontrollata o tristezza depressiva. Sentirsi dire: “non aver paura” è percepito come un’accusa, non come una buona notizia. Abbiamo un sacco di lavoro da fare. Per quanto è possibile, non abbiate paura: praticare la misericordia porta alla croce, lo sappiamo. Ma non è un buon motivo per non provarci insieme. E chi si attacca alle questioni che in questo articolo sono ben spiegate – anzi: quando anch’io mi attacco alle tentazioni di cui parla Adorno – rendiamo un pessimo servizio alla Chiesa.
Io non sputo su Papa: ho opinioni politiche ed ecclesiali radicalmente opposte a quelle dei suoi oppositori (in pratica dovrei essere bergogliana) però penso che sia troppo invadente ed esagerato, incapace di dialogare con quella parte di Chiesa che è in difficoltà. Il Boss è lui e il suo compito essenziale è tenere unita la Chiesa: se non lo fa è un guaio per tutti.
signor mr,
salve a lei. sono la banalizzatrice.
è interessante leggendo il suo scritto quanto la cifra del suo argomentare rifletta in piccolo il registro della nuova pastorale a misura di pecora (intesa ovviamente nel suo significato teleologico). il suo “abbiamo molto lavoro da fare” è la tipica risposta di chi davanti ad una situazione di contrasto tergiversa con lo scopo di guadagnare tempo secondo lo schema di una comunicazione costruita non in funzione della ricerca della verità e di un confronto paritario ma dell’efficacia persuasiva. interessante anche quel “tutte tre queste persone sono in buona fede”. anche qui si può notare l’atteggiamento paternalistico di chi maschera l’irritazione con un contentino lusinghiero volto a creare una impressione di benevolenza elusiva. ci sarebbero da fare altre notazioni ma mi fermo qui. aggiungo solo che il signor/signora mr deve ancora rodare bene le sue tecniche di evangelizzatore di misericordia ovina (nel senso teleologico del termine). è ancora troppo affermativo e poco casualistico nelle sue argomentazioni. ma imparerà col tempo a conformarsi.
Non ho capito. Troppo difficile. Mi scusi.
Egregio MR,
Se un personaggio pubblico dà una certa immagine mediatica e continua a mantenerla in genere si deduce che sia proprio così.
Credo che prima di definire farneticanti o con “personalità autoritaria” chi ha rivolto accuse di eresia al Papa, la Dott. Sonja Strube doveva rispondere nel merito alle accuse contro il Papa con argomenti teologici. Visto che la Dottoressa fa riferimento alla teologia scientifica, domando quali sono le prove per falsificare la dottrina della Chiesa, dei dogmi e della Tradizione? Credo di aver diritto di conoscere queste prove e non le molteplici interpretazioni o le ipotesi ancora da dimostrare. Questo è quanto manca nell’articolo della Strube e la stessa sono sicuro si renderà conto che poggiarsi su Adorno si sia ritorto contro. “Nel modo vigoroso, forte e terrorizzante con cui agiscono e operano le persone autoritarie (che è la ragione per cui dev’essere posto loro un freno), Adorno diagnostica chiaramente alla base un’accentuata debolezza dell’“io” e della “coscienza”. Solo chi contesta il Papa ha queste caratteristiche?
Lei MR trova tutto spiegabile con la paura, mi piacerebbe accontentarla ma non posso perché io della paura ho un concetto ed una esperienza nobile. La natura ci ha dato la paura per proteggerci ed aver paura è un grande bene. Certo dobbiamo ascoltarla e contemporaneamente verificare, se ciò che ci presenta come pericolo, lo sia veramente; ne avremo un grandissimo beneficio.
La paura ha soprattutto il compito di farci calcolare bene le conseguenze delle nostre scelte, dei nostri pensieri e delle nostre azioni. Questo mantra “non abbiate paura” più che un invito al coraggio, alla scoperta, alla tenacia mi sembra tanto un’invito “all’incoscienza”.
Lei come la Strube ricavate dalla visione di Adorno un elenco di deduzioni che non condivido, in modo particolare la rabbia o ribellione verso il Papa perché non vuole essere una guida sicura e rassicurante. Se Papa Francesco non vuole essere una guida chiara, sicura, me ne farò una ragione. Camminerò nella Tradizione per conto mio senza la PAURA di camminare da solo e senza guida. Dimenticavo la Tradizione è molto più ricca di queste brillanti e per nulla convincenti novità.
Sei sei un Papa fagocitante e accentratore nella gestione di ogni singolo aspetto della vita ecclesiale è normale che fai da parafulmine.
Speriamo il prossimo sia una persona più “dimessa” e semplice.
alcuni appunti
1) papa bergoglio è il non plus ultra dell’autoritarismo paternalista. vive di grandi infatuazioni e intransigenti e irrazionali antipatie personali.
2) papa bergoglio vuole la stessa cosa a cui puntano i suoi cosiddetti avversari: una nuova alleanza tra trono e altare. la differenza sta solo nel “trono” a cui fanno riferimento.
3) Benedetto non vuole alcuna alleanza tra trono e altare ed è per questo motivo che è stato sabotato durante il pontificato, vilipeso durante la sua vita di prefetto alla congregazione per la dottrina per la fede e strumentalizzato e disprezzato in quest’ultimo periodo.
4) chi vincerà alla fine della corsa? a vincere molte battaglie saranno quelli dell’alleanza tra trono e altare ma la guerra la vincerà alla fine Benedetto.
Convengo con la Dott. Sonja Strube che alcuni di quelli, che contestano Papa Francesco, siano esattamente come li descrive.
Mi piacerebbe che quelli come lei che seguono la teologia scientifica confutassero le ipotesi di eresia con argomentazioni “scientifiche”, anziché continuare con lo stucchevole sistema di denigrare ed ora anche di scomodare la sociologia di Adorno.
La dottoressa ha offerto un’ottimo spunto di riflessione mutuando da Adorno la definizione di personalità autoritaria.
A ben guardare la descrizione della personalità autoritaria si applica molto alla personalità MEDIATICA di Papa Francesco. Credo che non sia quella vera, ma è quella che appare.
“Una forte «difesa del soggettivo, dell’immaginario, del sensibile»” impregna molti discorsi del Pontefice. Escluderei senza dubbio la superstizione e gli stereotipi, mentre appaiono ben marcati comportamenti CONTROFOBICI riguardanti “l’ambizione di potere, l’«ostentazione di forza fisica», la distruttività e il cinismo”, “come pure la «proiezione degli impulsi inconsci verso il mondo esterno» unita ad una fissazione sull’insieme dei temi riguardanti la sessualità”.
“Nel modo vigoroso, forte e terrorizzante con cui agiscono e operano le persone autoritarie (che è la ragione per cui dev’essere posto loro un freno), Adorno diagnostica chiaramente alla base un’accentuata debolezza dell’“io” e della “coscienza”: si vedano le epurazioni, il Sovrano Militare Ordine di Malta, i Frati Francescani dell’Immacolata.
“I surrogati sono dei punti esterni immobili e strutture predefinite, una rigida adesione a convenzioni e una sottomissione ad autorità “moralmente” rilevanti – siano queste leggi, dogmi, capi religiosi e politici.” In Papa Francesco appare una ripetitiva e rigida non-sottomissione anticonformistica alla Tradizione con l’implicita aspettativa che altri si sottomettano ed accettino la sua autorità.
Queste mie considerazioni provocano in me un senso di pena enorme, di dolore profondo per questa situazione. Unisco le preghiere alla espressione libera del mio pensiero.