Una invettiva contro il negazionismo

di:
papa francesco

AP Photo/Alessandra Tarantino

Sinché l’umanità continua a fare la sua guerra, scagliando pezzi ovunque nel mondo, sino a farne cumuli di macerie – e di cadaveri! –, è assai arduo sperare che si possa mai convergere sulla difesa della casa comune di cui parla instancabilmente Francesco. Per tanto, le reazioni all’esortazione apostolica Laudate Deum (qui) – costruita quale aggiornamento dell’enciclica argomentativa Laudato si’ – risultano, a dir poco, molto meno «assordanti» di quanto ci si poteva e doveva attendere.

Il testo appare – a differenza di chi non ci coglie alcuna spiritualità – permeato dal modello dell’invettiva biblica, come in passi, ad esempio, del libro del profeta Isaia. Lo stile biblico dell’invettiva, hanno osservato gli esperti, serve in questo caso a chiedere conto del negazionismo, che tuttora oscura ogni evidenza dei limiti climatici ormai raggiunti e superati.

Il tempo sta scadendo, o, per certi versi, è già scaduto. Ma sembra che tante, troppe, figure, soprattutto tra «chi conta», non lo vogliano riconoscere. Nel novero mi ci metto anch’io, comune cittadino, abitante del mondo, per la difficoltà che vivo nel compiere certe scelte – in termini di stili di vita – prima dell’ultimo minuto utile.

La serenità dei petromonarchi

La posizione dei grandi produttori di petrolio è chiara. Rispondono con uno slogan: «Il petrolio ha ancora diversi anni davanti a sé». Dunque, per loro, l’allarme è fondato, ma non è ancora arrivato l’ultimo minuto. I petromonarchi si sono messi su una linea che non è di contrapposizione, bensì di dilazione e di presa di tempo indefinita.

Va aggiunto che il loro organo semi ufficiale – Gulf News – ha preventivamente tentato di rasserenare gli animi (e gli interessi) avvertendo gli amici che l’esortazione apostolica ha sì cercato l’affondo, ma che il pulpito papale – questa la tesi – non è più autorevole come un tempo, quando promulgò la Laudato si’, per via degli scandali accumulati sulla pedofilia: un rasserenamento, quindi, prodotto parlando d’altro.

Chi entra veramente nel merito – il Comitato scientifico dell’ONU ad esempio – trova ragioni totalmente concordi con l’impostazione del Papa. O forse è il Papa, logicamente, ad aver acquisito i più autorevoli dati scientifici circolanti, chiaramente espressi dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), sul clima e sulle cause umane dei suoi mutamenti.

Il sito scielo.org documenta le risultanze sottolineando che la concentrazione di gas serra ha determinato un surriscaldamento di 0,85 gradi centigradi dal 1880 ad oggi. In un interessantissimo approfondimento sull’ultimo report dell’IPCC, il sito brookings.edu spiega poi come i testi pontifici convergano nell’ affermare l’importanza dell’innovazione tecnologica per mitigare i mutamenti climatici, posto che ciò non sarà comunque sufficiente per prevenirne le gravi conseguenze sociali e umanitarie, soprattutto senza un deciso accompagnamento politico della transizione.

Si può sperare che tale lungimiranza politica possa arrivare da COP 28, il consesso previsto a Dubai – città, peraltro, dei petromonarchi emiratini – pure impegnati nella innovazione tecnologica alternativa. Ma coi soldi del petrolio? L’innovazione – si scrive su molta stampa internazionale – è all’orizzonte delle corone arabe, ma è finanziata dalla ancora crescente vendita dei combustibili fossili.

Il ruolo dei leader spirituali

Con un po’ di positività, voglio prendere pure in considerazione la speranza espressa da Bill McKibben – fondatore di 350.org – che si definisce leader di un movimento mondiale per la giustizia energetica. Ripreso sorprendentemente sulle pagine dell’autorevole «nemico» Gulf News, scrive: «La nostra principale speranza oggi sono i leader spirituali, i soli che ci possono aiutare a tenere insieme la casa comune».

Proprio a loro – ai leader spirituali del mondo – si rivolgono Francesco e l’imam al-Tayyeb, rettore dell’Università Islamica di al-Azhar, firmatari della Dichiarazione comune sulla Fratellanza umana ad Abu Dhabi.

Ancora, oggi, insieme, Francesco e al-Tayyeb invitano i capi delle grandi confessioni, sempre ad Abu Dhabi, dal 6 al 7 novembre prossimo, alla vigilia di COP 28, per rilanciare la difesa della casa comune.

Se questa è la vera, grande, scommessa sull’umanità – unire le fedi per spingere gli Stati a un accordo effettivo – Francesco non può dimenticare la Cina. Molti, infatti, hanno notato come, nell’esortazione apostolica, l’attribuzione delle odierne, indubbie, responsabilità cinesi siano mitigate dalla attenta citazione del tasso di inquinamento pro capite (per abitante, piuttosto che per nazione) per attutire il peso specifico di Pechino nell’ambito dei «cattivi». Secondo alcuni analisti, questa è una apertura che attende un positivo ritorno.

Con quest’ultima chiave è probabilmente da interpretare il plauso alla esortazione espresso dall’inviato di Joe Biden per il clima, ossia John Kerry. Se l’unica strada sensata sta nell’accorciare gli egoismi e le distanze tra le potenze, il plauso americano potrebbe non essere solo di facciata: proviamo ad attaccarci, almeno, a questo filo di speranza.

Print Friendly, PDF & Email

18 Commenti

  1. Claudio 14 ottobre 2023
  2. Pietro 13 ottobre 2023
    • Giampaolo Sevieri 13 ottobre 2023
      • Anima errante 13 ottobre 2023
        • Giampaolo Sevieri 13 ottobre 2023
      • Pietro 13 ottobre 2023
        • Giampaolo Sevieri 14 ottobre 2023
        • Claudio 15 ottobre 2023
          • Anima errante 15 ottobre 2023
  3. Claudio 12 ottobre 2023
    • Anima errante 13 ottobre 2023

Lascia un commento

Questo sito fa uso di cookies tecnici ed analitici, non di profilazione. Clicca per leggere l'informativa completa.

Questo sito utilizza esclusivamente cookie tecnici ed analitici con mascheratura dell'indirizzo IP del navigatore. L'utilizzo dei cookie è funzionale al fine di permettere i funzionamenti e fonire migliore esperienza di navigazione all'utente, garantendone la privacy. Non sono predisposti sul presente sito cookies di profilazione, nè di prima, né di terza parte. In ottemperanza del Regolamento Europeo 679/2016, altrimenti General Data Protection Regulation (GDPR), nonché delle disposizioni previste dal d. lgs. 196/2003 novellato dal d.lgs 101/2018, altrimenti "Codice privacy", con specifico riferimento all'articolo 122 del medesimo, citando poi il provvedimento dell'authority di garanzia, altrimenti autorità "Garante per la protezione dei dati personali", la quale con il pronunciamento "Linee guida cookie e altri strumenti di tracciamento del 10 giugno 2021 [9677876]" , specifica ulteriormente le modalità, i diritti degli interessati, i doveri dei titolari del trattamento e le best practice in materia, cliccando su "Accetto", in modo del tutto libero e consapevole, si perviene a conoscenza del fatto che su questo sito web è fatto utilizzo di cookie tecnici, strettamente necessari al funzionamento tecnico del sito, e di i cookie analytics, con mascharatura dell'indirizzo IP. Vedasi il succitato provvedimento al 7.2. I cookies hanno, come previsto per legge, una durata di permanenza sui dispositivi dei navigatori di 6 mesi, terminati i quali verrà reiterata segnalazione di utilizzo e richiesta di accettazione. Non sono previsti cookie wall, accettazioni con scrolling o altre modalità considerabili non corrette e non trasparenti.

Ho preso visione ed accetto