Disincanto, reincanto, rinnovato impegno. Si potrebbe riassumere in queste tre parole il risultato del percorso triennale di ascolto, riflessione e formazione promosso a partire dal 2020 dall’Istituto superiore di Scienze religiose «San Pietro martire» di Verona e sostenuto dalla Facoltà teologica del Triveneto, in connessione con due esperienze analoghe e distinte delle regioni ecclesiastiche della Puglia e della Toscana-Emilia Romagna.
Quel percorso è divenuto un’opera collettiva fatta di narrazioni di pratiche parrocchiali, di riflessioni comuni, di contributi di apertura e di sintesi confluite nel volume Rigenerare la parrocchia. Verso una conversione missionaria, curato da Rolando Covi e Andrea Pozzobon, pubblicato nella collana Sophia della Facoltà teologica del Triveneto in coedizione con Edizioni Messaggero Padova (Praxis 20, pp. 238, € 26,00).
Il libro porta i contributi di Morena Baldacci, Enzo Biemmi, Erio Castellucci, Ezio Falavegna, Giuseppe Laiti, Maria Teresa Martinelli, Grazia Papola, Fabrizio Rinaldi, Michele Roselli, Ivo Seghedoni, Andrea Sech.
Il libro e il progetto che lo ha generato saranno presentati giovedì 5 dicembre 2024 alle ore 18.00 in un incontro che si terrà esclusivamente online su piattaforma Zoom (informazioni e link di accesso sul sito della Facoltà teologica del Triveneto).
Interverranno: per il Triveneto, i curatori del volume Andrea Pozzobon e Rolando Covi, con Enzo Biemmi che ha scritto la prefazione; due finestre sui progetti paralleli della Toscana e della Puglia saranno aperte, rispettivamente, da Ivo Seghedoni (Istituto superiore di Scienze religiose dell’Emilia) e Francesco Zaccaria (Facoltà Teologica Pugliese). Concluderà mons. Erio Castellucci (vescovo di Modena-Nonantola e Carpi e vicepresidente della Conferenza episcopale italiana per l’Italia settentrionale) con un contributo su «Parrocchia e Sinodo».
Il disincanto è dato dalla consapevolezza – intuita dai vescovi italiani già nel 2004 e confermata nell’ascolto delle realtà parrocchiali – che è finito un mondo: la «civiltà parrocchiale» come centro della vita sociale e religiosa.
«Questa crisi – spiega Enzo Biemmi, che ha coordinato il progetto di ricerca e curato la prefazione al volume – dal punto di vista interno, è dovuta certamente al calo del numero dei presbiteri, al crollo della partecipazione, all’eccesso di strutture da gestire senza risorse umane ed economiche, al venire meno della credibilità delle istituzioni ecclesiali per l’incoerenza e gli scandali. Dal punto di vista esterno, la fine della civiltà parrocchiale è la conseguenza della fine della cristianità sociale, a favore di una cultura secolarizzata, plurale, multietnica, multireligiosa. La Chiesa non ha più il monopolio del senso della vita. il cristianesimo è solo uno dei riferimenti e i cristiani sono una minoranza».
La parrocchia, tuttavia, custodisce un valore che non potrà mai essere abbandonato: essa rimane il segno inscritto in un territorio geografico, sociale ed esistenziale; è il segno della cattolicità della fede cristiana, perché il vangelo è buona notizia per tutti, a tutti accessibile e disponibile, è segno dello stile di Gesù. «La “non caducità” della parrocchia è una questione teologica, non primariamente sociologica», commenta Biemmi.
Se la parrocchia custodisce un valore teologico che non può essere disatteso, è necessaria però una profonda conversione missionaria in vista dell’annuncio del vangelo e non della propria autoconservazione. La sfida è divenire un luogo di proposta e di esperienza cristiana per le persone che non nascono più cristiane.
«Molto di quello che vediamo non c’è più – afferma Biemmi –. I bambini che i genitori mandano ancora al catechismo, la richiesta dei sacramenti dell’iniziazione cristiana, i funerali, il riferimento di gruppi sociali e sportivi alle strutture parrocchiali, il perdurare di alcune tradizioni religiose, sono realtà o l’onda lunga di abitudini che non contengono più le tracce della fede da cui sono nate? Accettare che nulla di quello che vediamo è reale è il primo passo».
Il successivo è pensare la parrocchia come «comunità generativa». La conversione di una parrocchia da un modello di cristianità sociale a uno missionario è un processo lento «nel quale qualcosa deve essere lasciato morire e quello che nasce deve essere visto, custodito e protetto. Ogni piccolo gesto generativo all’interno delle nostre comunità parrocchiali – conclude Biemmi – prepara il futuro della fede cristiana».
Il libro è strutturato in quattro parti. Si apre sulla questione della parrocchia nella prospettiva di un cambiamento missionario (capitolo 1: «Parrocchia IN cambiamento»); mette quindi a fuoco la relazione tra parrocchia e territorio (capitolo 2: «Parrocchia NEL territorio»); si concentra poi sull’emersione delle nuove ministerialità battesimali in relazione alla ministerialità presbiterale, nella prospettiva della corresponsabilità (capitolo 3: «Parrocchia CON i ministeri»); infine, chiude con uno sguardo sintetico a quanto emerso.
«L’inizio di questo percorso – spiegano i curatori – è stato circa contemporaneo all’avvio del cammino sinodale voluto da papa Francesco e che sta tuttora proseguendo. Abbiamo percepito un respiro comune con quanto la nostra chiesa sta vivendo (a livello parrocchiale, di unità pastorale, diocesano, nazionale e universale). L’ascolto di esperienze narrate; il confronto con un metodo che permette di leggere insieme la realtà, superando un po’ le visioni egocentrate, lasciandoci interrogare e arricchire dall’altro e creando lo spazio affinché lo Spirito possa agire; l’individuazione di possibili strade da intraprendere nelle nostre comunità parrocchiali, senza la pretesa di costruire nuovi modelli che ingabbino la realtà: tutto questo ci sembra sia in piena sintonia con una sensibilità e una prassi sinodali che speriamo rendano sempre più generative le nostre comunità cristiane».