In molte località della Germania sono stati aboliti, a causa del coronavirus, i mercatini di Natale. Il card. Woelki, arcivescovo di Colonia, in una breve intervista a Ingo Brüggenjürgen suggerisce di colmare questo vuoto cogliendo l’occasione per conferire più significato al senso cristiano dell’Avvento, attraverso iniziative che ogni comunità è libera di pensare. «È un bel compito – afferma – e una sfida per le nostre comunità cristiane».
- Signor cardinale, dopo la cancellazione dell’Oktoberfest, ora sono cancellati in ogni parte del paese anche i mercatini di Natale e dell’Avvento. Cosa significa ciò per la Chiesa cattolica?
Prima di tutto, mi dispiace per molte persone che sono affezionati emotivamente a questi mercatini e gioiscono di questa atmosfera. Questo è un motivo. Per noi come Chiesa cattolica, ovviamente, ciò significa che ora abbiamo la possibilità di inserirci in questo vuoto. Penso che sarebbe una sfida per noi come Chiesa cattolica cercare di dare maggiore risalto nelle nostre parrocchie, associazioni e comunità alla prospettiva cristiana dell’Avvento.
- Il periodo dell’Avvento è, nella sua origine, un tempo di preparazione, un periodo tranquillo. Come lo immagina concretamente?
L’Avvento è il periodo di preparazione alla festa del Natale. Il Natale è Natale e una festa perché Dio viene nel mondo nel suo Figlio Gesù Cristo. Occorre preparasi. E penso che possiamo dare maggior evidenza al carattere cristiano dell’Avvento.
Aspettiamo l’Emmanuele, il Dio con noi. Molte persone percepiscono l’Avvento, con la sua atmosfera, la luce, i canti, come luogo in cui poter esperimentare anche la vicinanza. Ed è per questo che mi immagino che nelle nostre parrocchie e comunità possiamo uscire nelle piazze delle nostre città e dei nostri comuni. Potrei immaginare di predisporre una grande corona dell’Avvento, in cui incontrarci per una veglia il venerdì sera.
Alcuni strumenti musicali potrebbero suonare i canti natalizi, un coro cantare e si potrebbero inserire anche brevi proposte di testi. Alcune persone delle nostre parrocchie potrebbero rendersi disponibili per un dialogo personale con chi si sente solo. In questo modo si può mostrare che Dio non lascia soli il mondo e gli esseri umani, e non li lascia soli perché siamo presenti come cristiani, perché parliamo di lui ed esprimiamo la nostra fede nel canto. Con la nostra vicinanza umana mostriamo che è vero che Dio è con noi.
- Molte di queste iniziative per l’Avvento che lei ha citato esistono già nella Chiesa cattolica da molti anni. Ma spesso si ha l’impressione che tendano a svolgersi piuttosto nelle sale parrocchiali, nelle chiese, nelle cappelle. Pensa che ora i cristiani escano più consapevoli nella fede, in questo tempo del coronavirus?
Esattamente. Questa rappresenta in effetti una grande opportunità. I mercatini di Natale non si terranno più in molte parti. È possibile per noi con la nostra proposta entrare in questo vuoto? La gente deve rinunciare ai grandi mercatini del Natale, ma noi con la nostra proposta di dialogo possiamo far comprendere, attraverso la testimonianza del messaggio dell’Avvento, che Dio sta per arrivare, che egli viene a noi e noi siamo invitati ad andare a lui.
Credo che il problema di Dio per molta gente proprio ora nei tempi del coronavirus costituisca una domanda molto importante. Forse anche l’interrogativo perché Dio permetta questa pandemia. Io credo che molti, anche a causa del coronavirus, siano provocati nel loro bisogno di protezione, nella loro fragilità e finitezza. Noi cristiani possiamo durante l’Avvento dare testimonianza della nostra fede e che Dio rappresenta una risposta a tutte queste domande.
- Lei lo ha dimostrato chiaramente proprio all’inizio della crisi del coronavirus, quando i Comuni hanno sospeso le strutture per i senzatetto e le mense, aprendo le porte del seminario. Lei stesso si è assicurato che i senzatetto fossero assistiti. Ha già previsto qualcosa di personalmente concreto per il tempo di Avvento su cui mettere nuovamente l’accento?
Vedremo. Non sono ancora pronto. Ho avuto per la prima volta questa idea quando ho saputo che tanti mercatini di Natale erano stati sospesi. Ma certamente mi verrà in mente qualcosa e spero che molti abbiano a seguirmi. Mi sembra che sia un bel compito e una sfida per le nostre parrocchie, comunità e associazioni. E come i mercatini di Natale si tengono all’aperto, così anche noi possiamo uscire e parlare della gioia e della speranza che ci pervade come cristiani, gioia e speranza che sono doni di Dio.