Belgio: preghiera sulle coppie omosessuali

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Foto di Robert V. Ruggiero su Unsplash

Vicinanza pastorale alle persone omosessuali. Per una Chiesa ospitale che non esclude nessuno: è il titolo di un documento dei vescovi della Fiandre (Belgio) che porta la data del 20 settembre. Due gli elementi di rilievo: l’istituzione di un servizio pastorale per le persone omosessuali dentro il servizio interdiocesano di pastorale familiare e la traccia di un momento di preghiera per sostenere l’impegno di amore e di fedeltà di una coppia omosessuale.

Il servizio pastorale centrale (una persona a tempo pieno, Willy Bombeek) è il segnale per una rete che dovrebbe avere rappresentanti nelle diocesi. Giunge così all’istituzionalizzazione una pastorale che è da tempo attiva in tutte le diocesi belghe, anche quelle francofone.

La traccia di preghiera prevede: un saluto di accoglienza da parte del responsabile liturgico, una preghiera di introduzione, letture dalla sacra Scrittura, l’impegno della coppia e la preghiera comune.

Un servizio pastorale centrale

Il documento ricorda il clima di rispetto, di riconoscimento e di integrazione che accompagna l’azione pastorale verso le persone omosessuali. Il riferimento è alla esortazione postsinodale Amoris laetitia dove si afferma: «Perciò desideriamo anzitutto ribadire che ogni persona, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, con la cura di evitare “ogni marchio di ingiusta discriminazione” e particolarmente ogni forma di aggressione e violenza» (n. 250).

Si tratta del percorso per l’accettazione delle persone di orientamento omosessuale. Fra queste alcune rimangono celibi, altre invece «preferiscono vivere in coppia, in modo duraturo e fedele con un partner». Si sottolinea che questo rapporto, «pur non essendo un matrimonio religioso, può essere fonte di pace e di serenità condivise».

L’attenzione agli omosessuali si allarga a quella delle loro famiglie, anch’esse oggetto di una guida pastorale rispettosa e cordiale. Il testo registra il «crescente riconoscimento sociale» del fenomeno, ma anche la possibile «violenza omofobica che può rialzare la sua testa minacciosa».

Si registra la sofferenza delle persone e delle coppie omosessuali quando si sentono escluse dalle comunità, mentre fra loro si aprono spesso cammini di discernimento spirituale e di crescita interiore. Come sottolinea Amoris laetitia: la coscienza credente «può riconoscere non solo che una situazione non risponde obiettivamente alla proposta generale del Vangelo; può anche riconoscere con sincerità e onestà ciò che, per il momento, è la risposta generosa che si può offrire a Dio, e scoprire con una certa sicurezza morale che quella è la donazione che Dio stesso sta richiedendo in mezzo alla complessità concreta dei limiti, benché non sia ancora pienamente l’ideale oggettivo» (n. 303).

Aiutare ciascuno a trovare il proprio posto nella comunità risponde all’imperativo della misericordia di Dio. Tutti siamo oggetto di misericordia e nessuno dovrebbe essere condannato per sempre (AL 297).

Preghiera, non un matrimonio

Si può dare una risposta alla crescente domanda di preghiera sulle coppie omosessuali. Il testo ne offre una breve traccia e fornisce anche un’ipotesi di preghiera per gli interessati: «Dio di amore e di fedeltà, oggi siamo davanti a te, circondati da familiari e amici. Ti ringraziamo per averci permesso di ritrovarci. Vogliamo essere l’uno per l’altro in ogni circostanza della vita». La comunità è chiamata, a sua volta, ad una preghiera di intercessione: «Accompagniamo gli amici con le nostre preghiere. Conosci il loro cuore e il percorso che intraprendono insieme. Rendi forte e fedele il loro impegno reciproco». La preghiera del Padre nostro potrebbe concludere il rito.

C’è una vistosa attenzione a mantenere la diversità − non solo del rito, ma anche delle singole parole − rispetto al sacramento del matrimonio. Non c’è formalmente una benedizione sulla coppia, non c’è lo scambio di un consenso dei partner, non ci sono segni come anelli o corona. Ma rimane il fatto: è la prima traccia di una celebrazione comunitaria che mette al centro la coppia omosessuale. Pur non essendoci una benedizione formale, vi è un contesto di preghiera intercessoria che gli è molto prossimo.

In tutte le immediate reazioni dei media si sottolinea la distanza rispetto al Responsum della Congregazione della dottrina della fede pubblicato il 15 maggio 2021. Lì si motiva un no deciso contro ogni forma di benedizione.

Argomentando sulla vicinanza fra benedizione, sacramentali e sacramenti, si considera illecita ogni benedizione su partenariati anche stabili che implicano una prassi sessuale fuori del matrimonio, come è il caso delle unioni fra persone dello stesso sesso. E si conclude: «La Chiesa non dispone, né può disporre, del potere di benedire unioni di persone dello stesso sesso nel senso sopra inteso».

Può darsi che l’ipotesi pastorale dei vescovi fiamminghi non soddisfi i criteri curiali, ma è certo che il documento del 2021 non ha soddisfatto pienamente papa Francesco che di lì a pochi mesi ha trovato una sede episcopale (Reggio Emilia) per il suo estensore, allontanandolo dalla Congregazione.

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15 Commenti

  1. Adelmo Li Cauzi 25 settembre 2022
    • Pietro 25 settembre 2022
      • Adelmo Li Cauzi 26 settembre 2022
    • Savio Girelli 25 settembre 2022
      • Adelmo Li Cauzi 26 settembre 2022
        • Pietro 28 settembre 2022
          • Adelmo Li Cauzi 28 settembre 2022
  2. Adelmo Li Cauzi 24 settembre 2022
  3. Savio Girelli 23 settembre 2022
  4. Pietro 23 settembre 2022
    • Tobia 26 settembre 2022
      • Pietro 26 settembre 2022
        • Tobia 27 settembre 2022
          • Pietro 28 settembre 2022
  5. Tobia 22 settembre 2022

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