In occasione della quaresima i cinque vescovi delle diocesi nella provincia di Foggia (a Nord della Puglia), territorio indicato anche come Capitanata, si rivolgono ai fedeli per reagire alla cultura mafiosa in nome della legalità e del bene comune. Proponiamo il testo della lettera.
La quaresima è il tempo privilegiato del pellegrinaggio interiore verso Colui che è la fonte della verità e della giustizia. È un pellegrinaggio in cui Lui stesso ci accompagna attraverso il deserto della nostra fragilità, sostenendoci nel cammino verso la gioia intensa della Pasqua. Dio ci custodisce anche nella valle oscura della vita e non permette che il buio del cuore spadroneggi nel nostro territorio.
Come Pastori delle Chiese che sono in Provincia di Foggia, dinanzi ai recenti avvenimenti criminosi, facciamo nostre le parole del Profeta Isaia: «Per amore del nostro popolo non possiamo tacere!» (cf Is 62,1).
Gli episodi gravi e inquietanti a cui assistiamo (omicidi, tentati omicidi, sparatorie, atti intimidatori ed estorsioni, furti e riciclaggio di denaro proveniente da spaccio e ogni tipo di malaffare) rendono l’intero nostro territorio ad alta esposizione mafiosa e impongono di convertirci ad un modo di vivere più trasparente, caratterizzato da onestà, rettitudine e legalità, promuovendo una società più giusta e fraterna.
Cultura della minaccia
Tra noi, la “cultura della minaccia” corrisponde all’agire della mafia e della criminalità organizzata in genere; mentre la “paura” è la risposta omertosa e malata della società civile che, pensando di difendersi, si dà per sconfitta di fronte al male. In questo modo, giorno dopo giorno, assistiamo all’impoverimento del nostro territorio, sempre più caratterizzato da meno servizi, meno infrastrutture, meno lavoro e meno prospettive per tutti. Questa situazione causa una “desertificazione strisciante”, ossia la fuga dei giovani dal sud Italia.
Come risposta a tale situazione, la Chiesa si sente impegnata a risvegliare le coscienze, educare al senso civico, formare persone che abbiano il coraggio di assumere la responsabilità di essere onesti cittadini, promuovere la missione della politica e costruire modelli sani di imprenditorialità.
Riteniamo importante, perciò, affermare e testimoniare anche in contesti ardui e problematici come il nostro, che è possibile costruire un futuro diverso che semina e raccoglie frutti di legalità, sconfiggendo le strutture di peccato e innescando alleanze positive per riedificare nella giustizia la casa comune della nostra Terra di Capitanata.
Fratelli e sorelle, coraggio!
Il linguaggio del «noi»
Non ci manchi il coraggio di fare un serio esame di coscienza, di denunciare, reagire e agire. Chiediamoci, fin dal giorno in cui riceveremo sul nostro capo l’austero simbolo delle ceneri che inaugura il tempo di quaresima: «La mia vita cammina nella giustizia e nella legalità? Cosa faccio per il bene e per il cambiamento di questa situazione?».
Impegniamoci, quindi, ad abbandonare il desiderio di dominare gli altri e impariamo a guardarci a vicenda come persone, come figli di Dio, come fratelli, che testimoniano quella cultura dell’incontro così da non ignorare i deboli, scartare i più fragili e gli ultimi, idolatrare il denaro. Fissiamo le nostre città con lo sguardo di Dio, presente già a Foggia, Cerignola, Lucera, Manfredonia, San Severo, come nell’intera Capitanata.
Il Signore ci darà il coraggio e sosterrà il nostro desiderio di conversione, la rivoluzione che più ci serve, quella della giustizia e della legalità. Ci faccia essere più attenti alla vita delle nostre città, con uno stile di partecipazione democratica che sappia parlare il linguaggio del “noi” e non frantumarsi in molteplici egoismi, che prendono il posto del diritto, rendendo quasi invisibile il confine tra legale e illegale.
Capitanata, non lasciarti rubare la speranza! Possiamo rialzarci solo se camminiamo insieme, ciascuno per la propria parte, evitando scontri o contrapposizioni, creando alleanze con tutti coloro che amano le buone pratiche e i comportamenti virtuosi. Saremo, così, Chiesa in uscita, la società che guarda al suo futuro, i cittadini che pensano a lasciare alle generazioni future una casa comune solida e ricca di prospettive, in questo meraviglioso territorio.
Abbandoniamo l’egoismo, l’indifferenza, e rivolgiamoci alla Pasqua di Gesù, condividendo, particolarmente con i più poveri, i nostri beni spirituali e materiali.
Raccogliamo l’invito del papa per questi santi giorni: «Quanto più ci lasceremo coinvolgere dalla sua Parola, tanto più riusciremo a sperimentare la sua misericordia gratuita per noi. Non lasciamo perciò passare invano questo tempo di grazia, nella presuntuosa illusione di essere noi i padroni dei tempi e dei modi della nostra conversione a Lui».
Signore Gesù, accompagnaci e non lasciare che il tuo amore arrivi invano nel nostro vissuto quotidiano. Ognuno di questi giorni sia una tappa nel cammino di legalità.
26 febbraio 2020, Mercoledì delle Ceneri
✠ Vincenzo Pelvi, arcivescovo di Foggia-Bovino
✠ Franco Moscone, arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo
✠ Luigi Renna, vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano
✠ Giuseppe Giuliano, vescovo di Lucera-Troia
✠ Giovanni Checchinato, vescovo di San Severo