La meta che si prefigge il piano della diocesi peruviana di Lima è uscire allo scoperto, formando discepoli missionari a servizio della Chiesa e del mondo.
Il coraggioso e dinamico arcivescovo di Lima, Carlos Castillo (1950), che ha posto sullo stemma le parole di Gesù di Nazaret: Ti dico: alzati! (Mc 5,11), ha lanciato il piano pastorale con il motto: Tutti siamo discepoli e missionari in uscita.
Il piano si propone nella prima tappa, da maggio a dicembre 2021, di far prendere coscienza e sollecitare i fedeli a farsi discepoli e missionari; di indirizzare il popolo, pastori, religiosi e laici, a impegnarsi nel discepolato missionario; di consolidare e organizzare la missione dell’arcidiocesi (oltre due milioni e mezzo di fedeli) in tutti gli ambiti per agire da missionari. È la meta che si prefigge il piano: essere in grado di uscire allo scoperto, come chiede l’impegno missionario.
Viene lanciata una “proposta”: compiere azioni e attività che coinvolgano tutte le aree: clero, vita consacrata, famiglia, giovani, movimenti, pastorale sociale, parrocchie, zone urbane e periferiche con lo scopo di far “sentire” il senso di appartenenza all’arcidiocesi. Sono chiamate in causa le équipes vicariali, i decanati, le parrocchie per conoscere in profondità le varie e multiformi realtà per raggiungere lo scopo del piano: la missionarietà.
Sono state predisposte precise domande, tenendo conto della pandemia, come ad esempio: quali sono gli ostacoli e le sfide di un discepolo missionario oggi? Nell’arcidiocesi è possibile aprire nuovi cammini per sentirsi missionari nel proprio ambiente? La Chiesa verso chi e verso quali situazioni deve uscire?
Le risposte a un questionario serviranno per un’analisi attenta e obiettiva delle situazioni. I fedeli non sfuggono alla “crisi di identità”: «Non sappiamo o abbiamo dimenticato chi siamo come membri del Corpo di Cristo e qual è il nostro ruolo all’interno».
Va ripreso con coraggio l’appello di Gesù prima di salire al cielo: «Andate e fate mie discepole tutte le nazioni» (Mt 28,19). E ancora: «Gesù li scelse perché stessero con lui e per inviarli a predicare» (Mc 3,14).
Vi sono nel piano citazioni dei documenti di papa Francesco inerenti alla missionarietà, che ha il suo fondamento nel battesimo (EG 120).
Il discepolo di Cristo è un “formato” alla scuola del Maestro e, a sua volta, diventa un “formatore”, chiamato a continuare la missione di Gesù di formare discepoli missionari al servizio della Chiesa e del mondo: «Una volta che abbiamo incontrato Gesù Cristo e il suo amore misericordioso, siamo chiamati a portare questo incontro agli altri, pertanto, giocando un ruolo unico nella storia della salvezza».
L’arcivescovo Castillo deve fare i conti con un’agguerrita e chiassosa fronda della destra politica e del conservatorismo ecclesiale. Il suo palazzo mercoledì 18 agosto è stato preso d’assalto da una sessantina di persone che con schiamazzi, grida, cartelloni, megafoni, preghiere chiedevano di non mettere in atto il suo progetto di affidare parrocchie ai laici, designandoli come parroci. «È una gravissima offesa alla dottrina cattolica», urlavano e pregavano per la conversione del loro arcivescovo.
Si è capito molto bene che dietro a manifestazioni del genere s’intravvede l’“ombra del card. Cipriani, già arcivescovo di Lima fino alla rinuncia (25 gennaio 2019). E anche il suo “stile”. Non è bastato il richiamo di Castillo all’esperienza di “laici parroci”, che è in atto in diverse parti dove scarseggiano i preti. È una bella patata bollente per lui, che ha avviato il “Piano pastorale”, che certamente incontrerà non poche difficoltà.
L’arcivescovo gode comunque della stima dei due ausiliari ed è nota la sua amicizia con papa Francesco, che personalmente l’ha voluto arcivescovo di Lima per succedere al discusso card. Cipriani dell’Opus Dei.
Ciò che l’autore “dice” del card. Cipriani sono illazioni. Non viene citata neanche una frase del Cardinale e invece afferma “ si è capito molto bene che dietro a manifestazioni del genere s’intravvede l’“ombra del card. Cipriani, già arcivescovo di Lima fino alla rinuncia (25 gennaio 2019). E anche il suo “stile” “. Mi dispiace davvero un simile modo di fare giornalismo. Inoltre vorrei fare presente che ho fatto numerosi viaggi missionari in Perù ed ho presente quanto il card Cipriani ha operato a favore dei poveri nella baraccopoli di Manchay, parrocchia dello Spirito Santo dove siamo stati ospitati dall’allora parroco Josè Chuquillanqui Yamamoto.