Ho ricevuto una mail da un amico a cui è stato chiesto di certificare per scritto la propria idoneità a fare il padrino di cresima. Questa è la mia risposta, sulla quali mi piacerebbe confrontarmi con i lettori di Settimana News a proposito di una prassi sempre più diffusa che, secondo me, rischia di burocratizzare ancora di più la santa Chiesa.
Carissimo,
la cosa che ti chiedono rientra nella prassi diffusa – non saprei dirti se obbligatoria, ma di fatto adottata da molti vescovi e preti – di “verificare” l’idoneità dei padrini e madrine sotto alcuni aspetti: che siano battezzati e cresimati, che non appartengano ad associazioni palesemente ostili alla Chiesa cattolica (p. es. la massoneria) o che non abbiano compiuto atti espliciti di contrarietà alla stessa Chiesa (come il cosiddetto “sbattezzo”); riguardo al matrimonio, se sono sposati lo siano con matrimonio religioso, né siano conviventi prima o al di fuori del matrimonio. Ne consegue il no ai padrini divorziati e risposati, perché il secondo matrimonio è soltanto civile. Diverso è il caso di un separato o un divorziato che non ha una nuova unione, e quindi può fare il padrino.
Un problema che io più volte ho contestato a parrocchiani che mi chiedevano di convalidare un’ “autocertificazione” attestante l’idoneità in base ai criteri di cui sopra (e di rimbalzo ai parroci che ne facevano richiesta) è che quella verifica si limita ad aspetti riguardanti quasi solo il sesto e il nono comandamento, mentre sorvola sui doveri – sui relativi peccati – riguardanti la giustizia, l’onestà ecc. Perché non si fa dichiarare al candidato padrino di non essere mafioso, di pagare le tasse, di non sfruttare gli operai se è datore di lavoro…?
Ma tu mi chiedi anche il senso del padrino/madrina: premesso che sono ignorante circa la storia e l’evoluzione dei sacramenti e che non mi intendo molto di liturgia, è certo che il ruolo del padrino fu molto forte soprattutto in epoche in cui era molto facile diventare orfani, e quindi ci voleva chi facesse le veci del padre o della madre, assumendosi in tutto di subentrare nel ruolo, inclusa l’educazione religiosa.
Oggi, se ha un senso, è che ci sia una figura che si impegna a esser vicina ai genitori nella loro fatica educativa e soprattutto che offre al figlioccio un’esemplarità di vita cristiana: anche da punto di vista coniugale, questo mi sembra importante dal momento che molti bambini portati al battesimo nascono in famiglie “irregolari”, come pure alla cresima arrivano ragazzi con genitori separati, talvolta anche in modo traumatico per i figli; però, ripeto, si dovrebbe guardare a ogni aspetto della vita, e non pensare che i peccati siano solo quelli… dalla cintola in giù!
Altra cosa da dire è che la presenza del padrino non tocca l’essenza del sacramento, un battesimo o una cresima sono validi anche in assenza di padrini o madrine (cf. Filippo che battezza l’eunuco). Oppure, in qualche parrocchia si ricorre a padrini e madrine “collettivi”, p. esempio i catechisti che li hanno accompagnati nella preparazione e si impegnano a mantenere legami con i ragazzi.
Io ti dico come mi regolo nella mia parrocchia, distanziandomi un po’ dalla prassi “dovuta”: spiego ai genitori che cosa è richiesto, il fatto che dovrebbero essere figure “esemplari” e insieme significative per quel ragazzo da cresimare (o battezzare). In alcuni casi, esaminata la situazione, ho autorizzato a fare il padrino/madrina persone non perfettamente in regola, ma che potevano per aspetti importanti essere validi punti di riferimento in quella particolare situazione.
Tutto questo che ti ho detto fin qui lo facevo prima di papa Francesco: alla luce di quanto sta maturando nella Chiesa in termini di diversa e più “comprensiva” attenzione alla realtà delle famiglie, della (cauta) possibilità di ammettere alla comunione eucaristica i divorziati risposati e, in ogni caso, di un atteggiamento meno sanzionatorio e più accogliente verso la ricchezza di fede e di vita che può esserci nel cuore di ogni persona, penso/spero che sarà superata una prassi come quella in cui anche tu ti sei ritrovato.
La prima cosa che io chiedo a chi vuol fare il padrino/madrina è: ma tu preghi? E d’ora in avanti, che posto avrà questo ragazzo nelle tue preghiere? Mi è capitato di trovare persone “in piena regola” ma che a questo domande si irritavano. Il rischio di una Chiesa basata sulla burocrazia e sul potere delle carte e dei timbri è sempre in agguato!
Ma noi ci consoliamo con papa Francesco, don Milani, Oscar Romero, Madre Teresa…
Un caro saluto
don Antonio
Mi dà sempre fastidio la richiesta di una dichiarazione di idoneità, o della firma per confermare l’autocertificazione richiesta dal parroco di un’altra parrocchia per svolgere l’ufficio di padrino o madrina. La ritengo una prassi del tutto diseducativa. Un padrino/madrina battezato/a, cresimato/a, sposato/a in chiesa, ma che appunto dal giorno del matrimonio non si è più fatto presente in chiesa, si può ritenere – a rigore di logica – adatto a sostenerte i genitori nell’educazione “cristiana” del battezzato? Ed è opportuno ingaggiare battaglie di rigorismo? Quanto al padrinato “collettivo” dei catechisti, i rapporti di vicinanza potranno andare oltre ad una semplice memoria di incontri passati nella preparazione catechistica? Preferisco tenere presente quanto dispone il minimo del Diritto Canonico: “Quantum fieri postest”. Ho celebrato Battesimi senza padrini o madrine. In analogia ai non cattolici, facendo presente che non ricorrevano tutti i requisiti “essenziali”, ho annotato come testimoni le persone che richiedevano di essere padrini o madrine. Senza coinvolgere altri parroci per carte timbrate.
Concordo pienamente. La Chiesa è fatta di relazioni. Padrino e madrina si assumono la responsabilità di sostenere più degli altri, e perfino nel caso più del padre e della madre (se si tratta di un battesimo di neonato) e più tutti gli altri membri della comunità, a sostenere la crescita di chi riceve il sacramento. Se costoro non sono conosciuti da chi amministra il sacramento e (come talvolta accade) nemmeno dal resto della comunità, è opportuno che se ne accerti l’idoneità. Nessuna autocertificazione pure molto bollata può sostituirsi ad una semplice e chiara chiacchierata. Se non col parroco, almeno coi catechisti. La burocrazia è odiosa ovunque; nella Chiesa costituisce un’evidente tentazione del maligno. Bisognerebbe costruire appositi manici di timbro urticanti: così si prendono in mano quando strettamente necessario!