«Il ministero dell’esorcista è assai difficile, importante e addirittura decisivo per alcune situazioni particolari, per cui è anche un ministero “delicatissimo”». Così padre Francesco Bamonte, presbitero dell’Istituto religioso dei Servi del Cuore Immacolato di Maria, ora esorcista ufficiale a Roma nel ruolo che fu di p. Gabriele Amorth, parlando al I Convegno degli esorcisti campani (Nola, 16 settembre 2016).¹ E, più avanti, analizzando gli atteggiamenti che l’esorcista è chiamato a evitare, definisce l’esorcismo come un «ministero pastorale delicatissimo e importantissimo». Da parte sua, l’arcivescovo di Napoli, il card. Crescenzio Sepe, nella prefazione alla pubblicazioni agli Atti del Convegno, parla del ministero esorcistico come di un «terreno tortuoso e spinoso».
Proprio per tutte queste motivazioni va lodata l’iniziativa degli esorcisti campani a riunirsi a convegno. Il pericolo infatti che corre che pratica l’esorcismo è di essere considerato un prete a se stante, incaricato sì dal suo vescovo ma avulso dal presbiterio e dalla comunità cristiana. Invece, è stato ribadito da più voci, la sua forza nasce proprio dal suo essere in costante comunione con il suo vescovo, in dialogo con il suo presbiterio e sempre collegato con la comunità cristiana. Insomma, un ministero “integrato”.
Il testo si apre ospitando un lungo e prezioso intervento di Giovanni Rinaldi, vescovo emerito di Acerra, che tratta de «L’azione straordinaria di Satana nel mondo” nell’ottica della teologia e del magistero. Mons. Rinaldi, da vescovo, ha praticato l’esorcismo; parla quindi con cognizione di causa di questa sofferente realtà.
Corpose ed esaurienti le tre relazioni di padre Bamonte che ha illustrato dapprima il ministero pastorale degli esorcismi, ha fornito poi alcune indicazioni per una corretta prassi del ministero dell’esorcismo e ha trattato, da ultimo, del possibile rapporto tra maleficio ed esorcismo.
Davvero molti e di vivo interesse gli argomenti trattati dal relatore: la formazione (permanente) dell’esorcista, il ruolo della medicina e della psichiatria, la presenza di alcuni esponenti della comunità cristiana durante l’esorcismo, le sofferenze delle persone soggette all’azione del demonio, la pericolosità delle pratiche magiche, dello spiritismo e dell’occultismo, la problematica inerente al maleficio…
In Appendice il testo ospita le «Disposizioni dei vescovi della Campania circa gli esorcismi e le preghiere di guarigione» commentate da Beniamino Depalma, vescovo emerito di Nola.
A concludere il volume, don Marcello Lanza, esorcista della diocesi di Acerra, presenta la figura e l’esperienza di un celebre prete esorcista napoletano, mons. Vincenzo Cuomo.
Lo stesso don Marcello Lanza ha poi scritto un libro che, nelle intenzioni, doveva essere un testo a due voci in collaborazione con padre Amorth.² Ma gli ultimi mesi di sofferenza e la morte del noto esorcista (16 settembre 2016), ne hanno impedito la realizzazione. Interessante la conversazione/intervista presente nelle pagine di questo libro intitolato L’ultima intervista. Interessante perché è l’intervista di un esorcista ad un altro esorcista. Lo si capisce dalla pertinenza delle domande. Mentre molti libri e interviste di padre Amorth, religioso e sacerdote della Società San Paolo, si erano soffermati sugli aspetti più spettacolari dell’esorcismo e sulle esperienze personali del prete esorcista, don Marcello, dopo una prima parte di ricordi personali, lo interroga su argomenti impegnativi come la refrattarietà di alcuni teologi ad ammettere l’attività straordinaria del demonio, sulla vexata quaestio del maleficio, sul rapporto tra esorcismo e vita mistica, sulla relazione che intercorre tra liberazione dai fenomeni diabolici e vita mistica.
Anzi, su questo tema specifico ecco un terzo libro di don Marcello Lanza³ dove è il sottotitolo a rivelarne il contenuto: «Vita mistica e demonologia nella pastorale dell’esorcismo» (mentre il titolo vero e proprio recita «È tempo di svegliarvi dal sonno»).
A parte il capitolo 5, che riporta l’intervista integrale a padre Amorth già pubblicata come libretto a sé, gli altri capitoli del testo hanno uno sviluppo organico. Il primo riporta l’odio di Satana contro l’uomo e le modalità che il cristiano deve mettere in atto per sfuggire alle sue lusinghe. Nel capitolo secondo l’autore richiama l’importanza fondamentale dei sacramenti dell’eucaristia e della penitenza nella lotta contro il Maligno. Di vivo interesse il terzo capitolo dove viene analizzato il rapporto tra peccato ed esorcismo (in particolare i peccati – adulterio, calunnia, rifiuto del perdono, bestemmia… – che annullano l’effetto dell’esorcismo) e il nesso che si può creare tra pornografia, dipendenza sessuale e demonologia. Ricco di episodi e di testimonianze il capitolo 4. Qui i fenomeni di possessione diabolica sono studiati sotto l’aspetto teologico e quello pastorale.
Questi tre libri, presentati in contemporanea, affrontano lo stesso tema: la presenza del Male e la lotta contro di esso attraverso i mezzi di cui è dotata la Chiesa di Gesù: i sacramenti, la preghiera, il dominio di sé e… il ministero dell’esorcismo. Al di là della comprensibile curiosità che tali argomenti suscitano nelle persone e nell’opinione pubblica, è bene accostarsi ad essi alla ricerca di una documentazione corretta e veritiera. E questi tre testi risultano molto utili a questo scopo.
¹ Marcello Lanza – Giovanni Rinaldi (a cura), L’“ospite” indesiderato, Atti del I convegno esorcisti campani, Prefazione del card. Crescenzio Sepe, EDB, Bologna 2017, pp. 130, € 14,00.
² Gabriele Amorth conversa con Marcello Lanza, L’ultima intervista, EDB, Bologna 2017, pp. 111, € 8,50.
³ Marcello Lanza, “È tempo di svegliarvi dal sonno”. Vita mistica e demonologia nella pastorale dell’esorcismo. Con un’intervista a Gabriele Amorth. Prefazione del vescovo Beniamino Depalma, EDB, Bologna 2017, pp. 360, € 25,00.
Fa piacere sapere che un tema così delicato e complesso venga affrontato con una certa serietà (lo presumo dal servizio di Bruno Scapin). Quello che ho potuto vedere e leggere sull’argomento è di tutt’altra natura. Ho l’impressione che nella pastorale di oggi sui due filoni delle “messe di liberazione” e “messe di guarigione” si sia riversato quanto di peggio e di stantio c’è nella Chiesa. Parlando con degli esorcisti che hanno ricevuto un regolare mandato a volte mi è sembrato di vedere la riesumazione del dualismo con il quale ha dovuto fare i conti la Chiesa dei primi secoli: esiste il Male (il dio del male) ed esiste il Bene (il dio del bene), esiste la realtà contaminata dal dio del male, contro cui bisogna intervenire con gli esorcismi, le benedizioni, le preghiere imprecatorie e altre pratiche del genere. Tutto questo se per un verso ha un certo seguito da parte dei nostalgici di una religione che confina con la magia, dall’altra allontana tante persone di buon senso. È il caso di incoraggiare queste pratiche?